Unico argomento all'OdG l'assemblea di Terme di Salice SpA del 31 gennaio.
La sala era quasi piena, ma moltissimi erano, ovviamente, gli assenti.
Riporto quindi il verbale della seduta redatto dal Segretario Comunale:
Consiglio Comunale 006 DEL 04.02.2013
OGGETTO: Aggiornamenti sulla situazione societaria
delle Terme di Salice S.p.A.. a seguito dell’Assemblea ordinaria e
straordinaria del 31 gennaio 2013. Determinazioni del Consiglio Comunale
Il Sindaco legge l’o.d.g.
dell’assemblea ordinaria e straordinaria delle Terme del 31.01.2013 (allegato).
Informa di essere andata all’assemblea con l’avvocato incaricato, munito di
delega. Nell'assemblea , l'avvocato ha
chiesto spiegazioni in merito ad alcune cifre iscritte a bilancio e precisamente
spiegazioni relative a crediti svalutati per oltre 300 000 euro nonché ad altre voci , quali accantonamenti per euro
310.000 e 149.000 e una multa INPS di 137.000, oltre ad una somma di euro 50
000 ivi presenti come passivo . Non sono state fornite ulteriori delucidazioni, dichiarando che si
ritenevano sufficientemente spiegate le varie poste, nella relazione al
bilancio dell'amministratore delegato e nella relazione del collegio sindacale.
Per la voce dei 50.000 euro si è detto che trattasi di partita antecedente
all'attuale amministrazione di cui non si conoscono gli estremi. Naturalmente , il socio di minoranza si è dichiarato insoddisfatto della risposta data alla
richiesta di spiegazione formulata, non a caso, proprio in assemblea, la sede
deputata per “porre domande e ottenere risposte”. Non essendo stato chiarito
quanto richiesto, l’Ente ha espresso voto negativo all'approvazione del
bilancio.
All'altro punto all'o.d.g.
e cioè la delibera di liquidazione della società, richiamato il carattere
pubblico del socio di minoranza, sottolineata l'assenza di una relazione
contabile – finanziaria, infra annuale, aggiornata a gennaio 2013, stante la
indecidibilità conseguente della fattispecie ricorrente ( artt. 2446 o 2447 del
codice civile), risultando impossibile assumere una delibera responsabile e consapevole, il
Sindaco ha votato contro la liquidazione. Poiché per deliberare la liquidazione
occorrono i 4/5 del capitale, non si è potuta decidere la liquidazione della
società.
L'azienda continua, ma questo non significa
che non ci sono problemi gravi e urgenti. Il Sindaco, successivamente, si è
astenuto sulla decisione del socio di maggioranza di nominare un amministratore
unico per accelerare tutte le operazioni con un organo più snello. Si prevede,
a breve, una nuova assemblea dove l'amministratore unico arriverà con la
situazione finanziaria aggiornata e in quella sede il socio di minoranza che è
, comunque, totalmente tutelato dal suo potere di controllo e ispettivo in ogni
momento della gestione, potrà anche ratificare questa nomina del professionista
che possiede un curriculum tecnico specifico, allo scopo di accelerare tutte le
azioni che preservino la continuità aziendale e i livelli occupazionali,
mettendo al sicuro la società da turbative esterne.
Quando si andò nel 2005
all’operazione Terme ci si mosse con accordi tra socio pubblico e privato;
questi accordi furono recepiti nei patti parasociali che prevedevano diritti e
doveri reciproci e avrebbero avuto valore 5 anni o fino a quando il socio
pubblico non passasse in minoranza. Questo evento accadde dopo pochi giorni e i
patti decaddero fatta eccezione di due regole: il socio pubblico non poteva scendere
sotto il 25% di partecipazione e al socio pubblico spettavano comunque due
consiglieri in cda. Queste due clausole ebbero
vigenza per 5 anni e nel 2010, posta la
questione della scadenza, non ci fu formale proroga anche se di fatto non è
stato mai messo in dubbio, fino ad oggi, il diritto del socio pubblico di
nominare due membri in cda e, ad
abundantiam, anche la designazione di un sindaco nel collegio.
L’amministratore unico
ha gli stessi vincoli, poteri e limiti di un C.d.A.; è, comunque, un organo più
snello e, in questo momento, può essere più funzionale al mantenimento
dell’azienda. Nella prossima assemblea saranno presentati i conti aggiornati e se in base ad essi
risulterà che la scelta
dell’amministratore unico è più funzionale per l’azienda, tale scelta
dell’organo di gestione potrà essere ratificata anche dal socio pubblico.
Il Sindaco informa che il legale incaricato ha
comunicato che la norma rilevante è quella di cui al paragrafo 5.2 (a) dei
patti e non invece il punto 2; tuttavia i patti sono comunque scaduti, essendo
decorso il termine quinquennale di cui al punto 5.1.
Interviene il
Consigliere Sorrentino Alberto dicendo di non essere d’accordo con il parere
dell’avvocato. Afferma :” Io allora criticai i patti parasociali perché dovevano
tutelare il socio di minoranza in quanto quello di maggioranza si tutela da
solo. In base alla clausola che cessavano di esistere quando il comune andava in
minoranza durarono pochissimo, una settimana circa lasciando il comune in braghe
di tela. Qualcosa, comunque, è scappato: vedi punto 5 che,ritengo , sarà sempre
garantito , che prevede il 5.2.” Il Consigliere dà lettura:” Il presente
Contratto cessa di avere efficacia qualora la partecipazione del Socio privato,
per qualunque motivo si riduca al di sotto della soglia del 20 per cento,
ovvero quella del Comune di Godiasco si riduca al di sotto della metà più uno
del capitale sociale, salvo diverso accordo scritto dalle Parti. In
quest'ultimo caso, fermo restando quanto previsto nel precedente art. 4.4 circa
il fatto che la partecipazione del Comune di Godiasco in SALICE S.p.A. non
potrà scendere al di sotto del 25 per cento, sarà sempre garantito al Comune di
Godiasco quanto segue:
a) il diritto di designare due membri del Consiglio di
Amministrazione di SALICE S.p.A.;” Al termine conclude: “ A
me sembra chiaro; a meno che non vogliamo fare la guerra per avere due
consiglieri. Che un amministratore unico è più veloce di un C.d.A. si può
superare con la figura di consigliere delegato o amministratore delegato che
agisce e gli altri hanno potere di intervenire. Un socio non può continuamente
dire fammi vedere quella fattura, quella cosa etc. E’ invece compito dei
consiglieri. In questa società bisogna andare a controllare i conti tutti i
giorni.”
Interviene il Consigliere
Serra Roberto dicendo che se la società non si scioglie e va avanti il
messaggio è positivo. Egli aggiunge: “ Bisogna capire in che modo. Il problema è la
liquidità. Chi mette questi fondi? Alla fine quello che conta sono i posti di
lavoro ed i lavoratori e gli stipendi arretrati non percepiti. Chi ci mette i
fondi per fare andare avanti la società?”
Interviene il
Consigliere Sorrentino Alberto dicendo che gli ha fatto piacere che il socio
Comune ha votato contro il bilancio. “Anche se non sono un esperto di bilanci
–dice - per quello che mi è stato dato
vedere è un bilancio ermetico, non si capisce cosa è successo. Una volta che è
stato votato contro, il Comune si deve fare aiutare da un professionista
esperto per capire questo bilancio. Il Comune oltre a votare no, ed ha fatto
benissimo, deve chiedere perché.”
Il Sindaco risponde
dicendo che è stato votato “no”, sulla scorta di domande puntuali formulate
dall’avvocato che assiste l’Ente. L’analisi critica è stata fatta ed è stata il
presupposto del voto negativo. I rilievi
sollevati, risulteranno chiaramente dal verbale della seduta.
Interviene il
Vicesindaco dicendo che nel 2010 è stato chiesto un rinnovo dei patti parasociali
ma non è stato concesso salvo che, nei fatti, per i due consiglieri.
Indipendentemente dal passare in minoranza o meno, essi duravano 5 anni. L’avvocato dell’Ente,
sull’amministratore unico, si è astenuto per verificare. Dopo la verifica non si
può che prendere atto della nomina dell’amministratore unico. Per l’osservazione
del consigliere Serra la risposta è che c’è un amministratore unico che farà le
verifiche se determinati crediti ci sono o meno, e se determinati debiti ci
sono o meno. E’ di nuova nomina e farà tutte le verifiche. Da informazioni
assunte è professionista qualificato. Farà tutti i controlli; a questo punto bisogna
aspettare.
Interviene il
Consigliere Serra :” se la società ha risorse necessarie e sufficienti va bene
, ma se non ci sono i fondi c’è un strategia?”
Interviene il
Vicesindaco precisando che fino ad oggi , alle terme, i non c’è stato un
imprenditore e così sono andate le cose. L’amministratore unico verificherà se
ci sono spazi e quali e in merito dovrà riferire ai soci.
Interviene il Sindaco
dicendo che essendo nella fattispecie dell’articolo 2446 del codice civile è
necessario elaborare un piano, con delle precise fasi, che poi dovrà essere
attuato. L’agire dell’amministratore sarà conseguente al piano elaborato, un
piano concreto e realistico.
La priorità assoluta dell’Ente non è l’accesso
ad asset della società. Per il Comune è importante che le Terme debbano
rimanere aperte e deve lavorare anche l’indotto di Salice e della Valle
Staffora. Questo è l’ obiettivo prioritario. Le Terme sono ora, dopo il
referendum voluto da questa amministrazione, anche nel nome del Comune e devono continuare ad
esistere. Le Terme devono funzionare e la gente deve lavorare. Il Comune deve
avere obiettivi pubblici e non privatistici. Si chiederà all’amministratore unico un piano
e si capirà anche se sono possibili facilitazioni finalizzate allo scopo di
rimettere in salute l’azienda.
Se la società fosse
stata messa in liquidazione tutti questi discorsi non si sarebbero potuti
tenere. Con la chiusura si perde l’avviamento, il personale qualificato, la
clientela fidelizzata; si perde tutto. E’ stato anche possibile non andare in
liquidazione con la buona volontà di tutti anche dei lavoratori che in questi
mesi hanno fatto tanti sacrifici. Si sa, tutti sanno , comunque, che il cammino
è tutto in salita. E’ una situazione disperata che deve essere gestita anche se
nessuno, nessuno di questa amministrazione l’ha causata; per rispetto di tutti i
concittadini si ha il dovere di gestirla.
Interviene il
Consigliere Sorrentino Alberto chiedendo se ha ben capito che si è votato contro la liquidazione.
Risponde il Sindaco affermativamente
ribadendo che perché si andasse in liquidazione occorrevano i 4/5 del capitale sociale, cosa che non si è
avverata
Interviene il
Consigliere Sorrentino Alberto chiedendo se si ha un’idea della prossima
riunione.
Il Sindaco risponde che
i tempi sono strettissimi. Gli incontri avverranno in tempi strettissimi e si
intensificheranno fino a contatti quotidiani. L’amministratore unico deve presentare
un piano. Il Sindaco si avvarrà di
idonei collaboratori per verificare la gestione.
Interviene il
Consigliere Sorrentino Alberto per chiedere se a Consiglio Comunale chiuso si
può procedere ad un pubblico dibattito con i presenti in sala. Il Sindaco e gli
altri consiglieri consentono.
(alcuni presenti hanno approfittato della opportunità ponendo quesiti cui il Sindaco ha risposto. Questo a dimostrazione che il Consiglio Comunale consente anche una partecipazione attiva del pubblico)
(alcuni presenti hanno approfittato della opportunità ponendo quesiti cui il Sindaco ha risposto. Questo a dimostrazione che il Consiglio Comunale consente anche una partecipazione attiva del pubblico)
Da esterno, pur seguendo un pò la situazione, risulta molto compromessa. La sensazione è che si vogliano recuperare i buoi quando la stalla è rimasta aperta per troppo tempo. Come mai il Comune, solo ora, si oppone? Non aveva il diritto/dovere anche, magari, un anno fa o più, di puntare i piedi e vederci chiaro? I patti parasociali sono scaduti dal 2010, da allora il Comune cosa ha fatto per tutelare la propria partecipazione, che ora vale meno di zero??? Chi erano e cosa facevano i rappresentanti del Comune in CDA?? Chi li indirizzava? Riferivano costantemente al proprio rappresentato? Sembra tanto la storiella "del cane che abbaia ma non morde, o meglio, non ha morso quando era ora". Se poi fosse vera la voce che circola in paese, cioè che l'operazione di mancato controllo e mancata volontà ché l'azienda Terme funzionasse bene (almeno dalla parte della fam. Fabiani per poterla svalutare al punto di costringere il socio di minoranza ad uscire con le mani dietro la schiena, addirittura accollandosi i costi di mantenimento del parco, senza però includere le attività interne che pagano affitti, vedasi piscina, Club House, campi da tennis,...) allora vorrebbe dire che, come minimo, il socio di minoranza ed i suoi consiglieri non hanno fatto il loro dovere di controllo nel tempo (negli ultimi due anni, forse?). Ormai, come si dice, la frittata è fatta e si cavilla su punti dello statuto e dei patti scaduti, forse per far sembrare di vitale importanza l'attività ritardataria...
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