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Ci siamo fermati a parlare e poco dopo entrambi esprimevamo il rammarico di non riuscire a vedere una qualche vera valorizzazione della zona.
Il mio interlocutore è un "indigeno" da generazioni ed io mi sono permesso di dare una mia spiegazione all'insuccesso delle varie iniziative di sviluppo tentate: l'invidia verso gli altri.
L'amico sorride e mi dice: "conosci la storia del genio e della lampada?
Un giorno un agricoltore stava arando quando sente un forte rumore. Pensando di aver preso un sasso, si gira e vede sortire dal terreno la famosa lampada con il genio che subito gli dice "sono il Genio della lampada. Tu mi hai liberato dal terreno ed hai diritto a vedere esaudito un desiderio, qualunque sia. Ma sappi che il tuo vicino avrà il doppio." L'agricoltore resta sorpreso e non sapendo, lì per lì, cosa chiedere, fissa di ritrovarsi il mattino successivo per avere il tempo di consultare la moglie. Tornato a casa trascorre con la consorte tutta la sera e la notte a fare ipotesi su ipotesi su cosa chiedere, ma il fatto che il vicino avrebbe avuto il doppio rendeva tutto impraticabile. Alla fine, alle 5 di mattina, trovato un accordo, riprende il trattore per andare dal Genio. Arriva ed il Genio chiede "allora avete deciso cosa chiedermi?"
E l'agricoltore risponde: "Sì, cecami un occhio"
Mi sono meravigliato di non ricevere nessun commento su questo post. E' una barzelletta o no? Ha dei fondamenti nel carattere di tanti nostri concittadini o no? Chissà ...
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