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mercoledì 16 marzo 2011

G. Zelaschi sull'Unità d'Italia


Una lettera al Direttore de La Provincia della ex consigliera e dirigente scolastica Graziella Zelaschi.
La riporto:


Un nuovo Risorgimento che parta dai giovani

150: Buon compleanno Italia. 150: un cammino che continua. 150: un’occasione per ricordare il futuro del Paese. I titoli dei giornali, delle manifestazioni e degli eventi di questi giorni sembrano davvero risvegliare un sentimento di unità che sembrava sopito. Non solo, come da un fiume carsico emergono l’orgoglio di «essere italiani» e la speranza di una nuova visione di futuro, di unità, di comprensione delle diversità, di rigenerazione morale, di idee virtuose. Come se stesse per scoppiare una nuovo desiderio di «risorgimento». Segnali concreti o avvisaglie di un sogno? Forse un sogno che si traduce nella responsabilità di dedicare la ricorrenza dei 150 anni ai giovani, con uno slancio di generosità e di passione, bandendo ogni retorica.
«Un tuffo. Aprire gli occhi dentro il mare della memoria per vedere chi eravamo e, tornati a galla inspirare a fondo per comprendere chi siamo». E’ l’invito di Alessandro Mari. Adesso, senza attendere un’altra ricorrenza, celebrare giorno dopo giorno, in famiglia, a scuola, nel lavoro, il valore della Costituzione, ossia l’essere italiani, nei diritti e nei doveri, tutti eguali fra loro: è questa la premessa per un nuovo Risorgimento. Ora, nel 2011, è davvero arrivato il momento di abbandonare vecchie incrostazioni culturali, di pensare ai giovani in modo nuovo e con rinnovato slancio e soprattutto ascoltarli. E’ una «Giovane Italia» che cresce. Fare un tuffo nel passato, con consapevolezza storica, culturale, pedagogica, ha senso se si dedica ai giovani il nostro impegno.
La scuola deve prendersi cura della propria storia, fare cultura, essere di stimolo, educare i ragazzi a tirar fuori la parte migliore di sé, ad esprimere desideri, a far emergere potenzialità. La famiglia ha un compito fondamentale nel guidare i propri figli a seguire modelli di vita improntati a lealtà, altruismo, al dovere civico, nel tenerli lontani dai condizionamenti mediatici.
Dedicare i 150 anni dell’unità d’Italia ai giovani, è occasione per recuperare il senso primario del Risorgimento e veicolare quel sentimento vivificante della gioventù. I «grandi carismatici» della svolta epica della nostra storia nazionale, Mazzini, Cavour, Garibaldi, nulla avrebbero ottenuto senza il coraggio della gioventù di allora. E allora un pensiero grato al Presidente Napolitano che non perde occasione per ricordare le responsabilità degli adulti nei confronti delle nuove generazioni. E che oltre a «La generazione tradita» di Pier Luigi Celli qualcuno scriva davvero «Ora dobbiamo aiutarvi», magari sostenendo la scuola.
Graziella Zelaschi dirigente scolastico - Voghera


Mi permetto di annotare che l'istituto del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze che il nostro Comune intende attuare va in questa direzione.

1 commento:

  1. Compimenti per la lettera, ora passiamo dalla teoria alla pratica.
    Bastano solo tanta buona volontà unità all'umiltà che non è proprio abbondante dalle nostre parti.
    Buon lavoro e forza povera Italia.

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