Leggo sul blog La Città Invisibile (la vignetta è tratta dallo stesso blog):
Un elenco parziale delle proteste provocate dal decreto "Salva-Italia":
Parlamentari: no ai tagli delle indennità, scatta la rivolta.
Statali: sciopero! No ai tagli alle pensioni.
FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana): no ai tagli sull'editoria.
Berlusconi: no all'asta sulle frequenze tv.
Governatore Banca Italia : patrimoniale potrebbe portare a fuga di capitali.
Ministero Economia: no alla tassazione depositi esteri in Svizzera. Viola norme UE sulla trasparenza.
Farmacisti: follia liberalizzare farmaci fascia C.
PdL: no alla reintroduzione dell'ICI.
Sindaco Alemanno: gli immobili della Chiesa non vanno tassati.
Tassisti: sciopero! col decreto a rischio le licenze.
Associazioni consumatori: no cash sotto i 500 euro.
Avvocati: no all'abolizione dell'ordine.
Unione Province d'Italia: no al ridimensionamento delle Province.
C'è da scommettere allora che - in ossequio al principio Not In My Back Yard - per i tassisti si dovrebbero abolire le province, per gli statali tassare i depositi in Svizzera, per i farmacisti abolire l'ordine degli avvocati, per i proprietari d'immobili ridurre i fondi pubblici all'editoria e così via.
Tutti, insomma, vogliono tagli, razionalizzazioni e liberalizzazioni.
A spese degli altri.
Come ebbe a dire Ennio Flaiano "la situazione è grave, ma non seria"
Rappresentazione istruttiva del nostro sentimento "comune" di appartenenza ad una Nazione, al di fuori e lontano da ogni retorica.
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