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martedì 28 aprile 2009

13/8/2005 pag 23 de La Provincia

Ora i topi fuggono dalla nave. Dopo cinque anni di spalle anchilosate per votare sempre compattissimi come "indicato" dal capo maggioranza Berogno, oggi molti hanno cambiato casacca. Compattissimi allora nel respingere la nostra sacrosanta richiesta di adire le vie legali verso chi aveva rovinato la nostra società termale, anche per appurarne eventuali complicità e direttive, ora si differenziano e girano sinistri per il paese dicendo che siamo noi gli inaffidabili. Come grilli parlanti, ma privi di verità da raccontare, cercano, mistificando, una verginità che i fatti non gli consentono di avere.
Come ben racconta l'articolo de La Provincia sotto riportato, ci fu un consiglio comunale di fuoco (per chi fosse interessato esiste la registrazione sonora) in cui Bina sparò veleno sull'amministratore unico Somensini e sulla sua gestione delle terme che, ricordo, fece conseguire in 4 anni ben 4 milioni di euro di perdite oltre a 3,5 di debiti con le banche. Tacque tuttavia Bina sulle superiori responsabilità, su chi aveva sempre approvato i bilanci senza fiatare, anzi "dando ampio discarico all'operato degli amministratori" (così disse, ed è a verbale, l'azionista unico rappresentato da Elio Berogno).
Ora è tutto un distinguersi, coloro che ciecamente avevano approvato si staccano, ammaliati dalle nuove sirene che gli fanno sperare un posto un poco più al sole. Dietro front, avanti march ! Coerenza ? Sperarla da certe persone è da ingenui.
Articolo del 13 agosto 2005 pag 23

Terme: le verità di un dissesto

GODIASCO. Terme di Salice: storia di un dissesto. La contorta vicenda finanziaria dell’ente termale che, di recente, ha mutato gli assetti societari è stata ricostruita nel corso di un e teso (più nei contenuti che nei toni) consiglio comunale aperto. Consiglio riunito giovedì sera nonostante il periodo ferragostano. Una serata per ricomporre la crisi delle Terme di Salice. Nella sala consiliare del Comune di Godiasco non vola una mosca. Ci sono tutti, a parte il sindaco Angelo Deantoni assente per ferie. Al suo posto Elio Berogno, vicesindaco, presidente della Comunità montana e già primo cittadino godiaschese. E’ lui, forse non a caso, il presidente in occasione della seduta straordinaria voluta dall’opposizione, guidata da Alberto Sorrentino. Parlano i numeri, parlano le carte. E presto parleranno anche gli avvocati. Domande e verità più o meno di parte con un interrogativo di fondo: cosa ha provocato il maxi buco nel bilancio? Qualche risposta è arrivata. Un caldo consiglio d’agosto, quasi un duetto fra Sorrentino e Piero Bina, «traghettatore» delle Terme verso l’attuale privatizzazione all’indomani dell’estromissione del patron Maurizio Somensini, l’ex amministratore unico ora oggetto di un’azione di responsabilità intentata nei suoi confronti dal nuovo Cda. Bina apre la seduta snocciolando cifre, leggendo la relazione ad un bilancio rosso fuoco. Alberto Sorrentino, papillon, tono fermo e pacato, è pronto a replicare riga per riga. Un Sorrentino incalzante che spulcia fra verbali e dichiarazioni che conosce a memoria, tanto da riuscire a leggerli anche con un paio d’occhiali presi in prestito in aula. Le carte proiettano il bilancio della crisi, quello che precede la ricapitalizzazione operata dal gruppo immobiliare Camuzzi International di Ruggeromassimo Jannuzzelli. Una holding che, appianati i debiti con le banche e la Juventus, ora si prepara ad acquistare la maggioranza delle azioni. «Le Terme sono arrivate alla fine del 2004 con 3 milioni 369 mila euro di fondi da reperire - ricorda Bina di fronte all’assemblea -. Ad attendere fuori dalla porta c’erano fornitori e soprattutto le banche. La privatizzazione era obbligata». Obietta Sorrentino: «C’erano altre strade per ripianare la crisi di liquidità. Come? Per esempio mettendo all’asta immobili delle Terme. Perché non si è pensato, per esempio, al Nuovo Hotel?». Una serata scandita da tante domande, ma anche da molte risposte. «Le Terme, specializzate in cure e dal 2000 sponsor di società sportive, non hanno mai svolto un’indagine sulla clientela per capire quale fosse il rapporto costi-ricavi - spiega Bina lasciando la platea di stucco -. Il buco più grande è stato quello derivante dal contratto legato al complesso Negrini President che dal 2001 al 27 febbraio 2005 ha provocato un disavanzo pari a 751 mila euro. Doveva essere il volano fitness & beauty». Poi il dato più alla portata: «I clienti nel 2004 sono stati 20mila 250, dei quali soltanto 5015 senza convenzione col Sistema sanitario nazionale. 15245, invece, avevano una delle 675 convenzioni stipulate fra l’azienda e vari enti. La fonte di perdite più grossa? Le convenzioni, che prevedevano pacchetti omaggio e sconti del 40% sulle cure. La maggior parte, esauriti gli omaggi, rinunciava a proseguire. A fronte di ricavi pari a 44 euro per ognuno degli oltre 15mila clienti, le Terme ne spendevano 80». Pronta la replica di Sorrentino: «Ma dov’erano sindaci e revisori dei conti? Tutte politiche che il direttore commerciale proponeva e altri autorizzavano?». Bina: «L’unico ad avere potere di firma era l’ex amministratore unico. Sindaci e revisori sanno comunque che potrebbero essere chiamati in causa». Berogno: «Le Terme non avevano un direttore commerciale, Pier Liberali era un consulente esterno». Sorrentino: «Signor Bina oltre alla sua remunerazione il consulente esterno aveva anche una percentuale sull’incremento dei fatturati? E a nessuno è mai venuta la curiosità di sapere quanto prendesse?». Bina: «Liberali aveva una percentuale sull’incremento degli introiti. Liberali e le Terme sono in causa, perché lui non ha gradito il licenziamento e la società vuole indietro quattrini. Per questo abbiamo incaricato un legale». Un licenziamento che, invece, secondo Liberali sarebbe tecnicamente impossibile per le modalità utilizzate. Pare inoltre che a preoccupare Liberali fossero piuttosto i costi del personale, cresciuti di molto a partire dal 2000. Verità contrapposte. Così Berogno in consiglio: «Sul compenso di Liberali sono stato io a sollevare obiezioni un anno fa». Altro capitolo? Le tessere omaggio. «Prima dell’insediamento del nuovo Cda - racconta Bina - ne circolavano 2mila 500, delle quali solo il 20% utilizzate. Oggi quelle attive sono 30». Poi l’operazione Juventus. Berogno: «Gli enti pubblici hanno versato fino all’ultimo spicciolo alle Terme. Gli sponsor hanno fatto la loro parte. Nel 2003 e nel 2004 abbiamo ricevuto zero euro dagli operatori locali. Per dare continuità all’operazione Juve serve l’impegno di tutti». Sorrentino: «E pensare che alla Pro loco date poche centinaia di euro l’anno...».

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