Informarsi è partecipare - Gruppo consiliare "Uniti per Godiasco" - Godiasco Salice Terme (PV)


lunedì 31 dicembre 2012

I petardi e i fuochi sono proprio necessari?

Questo blog ha già ospitato questo problema: il terrore che causa agli animali il rumore dei fuochi d'artificio e dei petardi.
Oggi, giorno di San Silvestro, è proprio una ricorrenza in cui più frequenti si sentono i botti anche se quest'anno, forse a causa della crisi, mi sembra che ce ne siano molti di meno.
Comunque la LAV Lega Anti Vivisezionista ha messo sul suo sito internet alcune considerazioni e dei suggerimenti per chi ha animali sensibili al problema. Li riporto qua di seguito:


Il decalogo LAV per un Capodanno senza problemi
·                    
·                                 La parola d'ordine è salvaguardare animali e persone. La LAV commenta così positivamente le iniziative dei Comuni che hanno deciso di vietare l'esplosione di botti, petardi e mortaretti fra fine dicembre e l'inizio di gennaio, e fornisce i consigli per un Capodanno “animal friendly”.
“Da Vercelli a Foggia, passando per Pordenone e Cesena, sono già numerose le Amministrazioni che hanno detto il loro no ai botti di capodanno. Una decisione senz'altro saggia – afferma Ilaria Innocenti , responsabile LAV del settore Cani e gatti – che mette al riparo da pericoli i nostri amici animali, siano essi domestici o selvatici, e che protegge senza dubbio anche l'incolumità delle persone.  La via può essere quella dell'ordinanza o quella del regolamento: il divieto non è una limitazione, ma un accorgimento di sicurezza che tutte le Amministrazioni dotate di senso civico  dovrebbero garantire”.
Per tutelare la serenità dei nostri amici animali e fare in modo che un momento di festa non si trasformi in tragedia, bastano pochi accorgimenti.
La LAV, come ogni anno, ha stilato un piccolo decalogo per stare più tranquilli la notte di San Silvestro:
·         Non lasciate i vostri animali da soli, ma teneteli al vostro fianco
•non lasciateli mai all'aperto: la paura fa compiere loro gesti imprevedibili, il primo dei quali è la fuga.
• non teneteli legati alla catena perché potrebbero strangolarsi;
• se li tenete fuori consentitegli di trascorrere in casa almeno questa sera;
• non lasciateli sul balcone perché potrebbero gettarsi nel vuoto;
• dotateli di tutti gli elementi identificativi possibili (oltre al microchip, medaglietta con un recapito);
• evitate di disturbarli se si nascondono in un luogo della casa: considerano sicuro il loro rifugio;
• Accendete radio o tv per minimizzare l'effetto dei botti ;
• prestate attenzione anche agli animali in gabbia e non teneteli sui balconi;
nei casi di animali anziani, cardiopatici e/o particolarmente sensibili allo stress dei rumori rivolgersi con anticipo al proprio veterinario di fiducia ed evitare i rimedi fai da te;
•  se l’animale scompare presentate subito una denuncia di smarrimento, e seguite questi consigli .
“Gli animali hanno una percezione delle detonazioni molto più acuta della nostra – spiega infatti Ilaria Innocenti – e rumori improvvisi e così potenti possono gettarli nel panico, provocando tentativi di fuga, attacchi di panico, infarti e strangolamenti nel tentativo di scappare. Per questo la scelta migliore che possiamo fare è di tenerli al nostro fianco e farli sentire al sicuro”.
“Vietare i botti di capodanno – aggiunge infine Massimo Vitturi, responsabile LAV Caccia e fauna selvatica - è un gesto responsabile per tutti quegli animali selvatici, in particolare uccelli, che, colti d'improvviso da vere e proprie deflagrazioni, scappano via all'impazzata, scontrandosi mortalmente con vetri, muri o automobili”.

Una delibera in tal senso è stata presa anche dall'amministrazione di Voghera: oggi 31 dicembre e domani 1° gennaio è vietato esplodere petardi e sparare fuochiu di artificio in luoghi pubblici. 


Bric a Brac alla salicese?

E' il chiodo fisso di un amico, Giancarlo. Lo ha proposto molte volte a me e, recentemente, alla pro loco.
Ora leggo la notizia che a Milano prospera un mercatino come lui l'ha ipotizzato.
Un luogo dove dei  privati, senza complicazioni burocratiche, possono recarsi per vendere oggetti di ogni tipo, dal regalo inutile al vecchio soprammobile, all'elettrodomestico ancora funzionante, alla medaglia del nonno eccetera.
Un mercatino appunto "Bric a Brac" essenzialmente di privati o comunque di amatori del vecchio, collezionisti, hobbisti e via dicendo.
A Milano, come nell'articolo tratto da Il Corriere della Sera di ieri 30 dicembre a seguito riportato, tale mercatino viene tenuto in piazzale Cuoco il sabato e la domenica e pare sia un gran successo ed un grande afflusso di pubblico.
Perchè non ipotizzarlo anche qua a Salice Terme, in piazza Pertini o in piazza Spadolini per due domeniche al mese?
Io credo che potrebbe essere un buon successo già dalle prime edizioni.
Potrebbe anche essere un piccolo guadagno per il comune o per la pro loco per la tariffa da far pagare agli espositori; a Milano viene chiesto un contributo da un minimo di 15 ad un massimo di 60 euro: noi potremmo stare sui 10/15. L'importante credo sia riuscire a rendere la possibilità di esporre estremamente semplice e priva di passaggi burocratici: questo sono certo che richiamerebbe molti a proporre la loro "mercanzia" e moltissimi a vedere cosa c'è in vendita.
Il pubblico poi certamente si fermerebbe a prendere un caffè, un gelato, una pizza o altro e anche questo contribuirebbe a "fare giro".
Cosa ve ne pare?



sabato 29 dicembre 2012

L'acqua del sindaco

L'argomento Acqua del Sindaco è stato affrontato già diverse volte su questo blog (alcune cliccando QUA).
Si tratta in breve di istallare dei gazebi/casette in cui sgorga acqua dell'acquedotto sottoposta ad un trattamento di ulteriore depurazione, eventualmente anche gasata. L'iniziativa è stata adottata da molti comuni grandi e piccoli per fornire a costo zero o molto basso acqua gradevole alla cittadinanza e per evitare le problematiche (e le spese) relative allo smaltimento dei milioni di bottiglie di acqua  minerale vuote.
Leggo ora sulla news letter di Comuni Virtuosi che nel paese di San Salvatore Monferrato (4.450 abitanti):

Un anno di "casetta dell'acqua": 44.000 euro il risparmio per le famiglie e 173.000 bottiglie di plastica in meno.

Un compleanno pieno di soddisfazioni. La Casetta dell'acqua di San Salvatore Monferrato, inaugurata il 26 novembre 2011 compie un anno di attività con risultati ben oltre le previsioni. Installata in piazza Aldo Moro, nel centro della cittadina, con un comodo parcheggio per le auto, la casetta ha erogato in 12 mesi 260.000 litri di acqua potabile, per una media giornaliera superiore a 700 litri (21.600 litri ogni mese). Si può stimare che circa il 10-15% dell'acqua bevuta dai sansalvatoresi provenga dalla casetta dell'acqua, che è utilizzata ogni giorno da un centinaio di persone (in media).
I risultati sono impressionanti: usare l'acqua dell'acquedotto comunale (liscia o gassata per 5 centesimi al litro) ha consentito di risparmiare ipoteticamente 173.333 bottiglie di plastica da un litro e mezzo, evitandone il trasporto per migliaia di chilometri. Probabilmente una parte delle bottiglie “risparmiate” sarebbero state in vetro, ma semplificando e tenendo conto che per produrre una bottiglia in plastica da un litro servono (tra le altre cose) circa 7 litri d'acqua, 160 g di petrolio, e vengono emessi in atmosfera circa 100 g di CO2 (fonte dati: Comune di Colorno su dati Legambiente, Corriere della Sera), la casetta dell'acqua ha quindi direttamente risparmiato per l'ambiente più o meno 1.820.000 litri d'acqua, circa 41 tonnellate di petrolio e ha evitato l'emissione di 26.000 kg di CO2 in atmosfera.
Inoltre si è risparmiato lo smaltimento di quasi 6 tonnellate di rifiuti in plastica, senza contare l'inquinamento dovuto ai mezzi di trasporto, non conteggiabile. A questi risultati va aggiunto il dato della mensa scolastica, dal momento che anche qui sono state abbandonate le bottiglie di plastica ed è stata installata una piccola “casetta” (filtro e impianto). Il progetto “Acqua in brocca” per gli oltre 150 alunni delle scuole sansalvatoresi consente un ulteriore miglioramento dei dati sopra citati. In un anno i cittadini di San Salvatore, servendosi alla casetta dell'acqua, hanno risparmiato più o meno 44.000€, tenendo conto della media dei prezzi di un litro d’acqua sul mercato.
Insomma, i sansalvatoresi risparmiano, l'ambiente ci guadagna e nella comunità cresce sostenibilità e buonsenso.
Siamo molto soddisfatti - sostiene il Sindaco - perché il progetto si è dimostrato giusto ed apprezzato dalla popolazione, i risultati sono davvero oltre le aspettative. La gestione della casetta permette di ottenere un piccolo ricavo economico che è reinvestito in altre iniziative ambientali, come le “Settimane Verdi” (ndr. serate informative, manifesti, depliant e iniziative per promuovere i comportamenti virtuosi, acquisto sacchetti biodegradabili, Eco-Concorso per le scuole, giornate della pulizia con i ragazzi “SpazzaTu! ecc). Piccole azioni quotidiane e di sistema, che aiutano la nostra comunità virtuosa a ridurre i rifiuti, risparmiare, inquinare meno e vivere meglio”.
Da noi si era occupato dell'argomento il vice sindaco. Così ebbe a dire, spiegando che era in contatto con una azienda del settore per farle istallare una "casetta"  dandole poi l'appalto della vendita dell'acqua depurata.
 Il risultato non sembrerebbe, ad oggi, brillante.
Meglio poi non chiederci dove vadano a finire le migliaia di bottiglie di plastica che vengono correttamente poste negli appositi cassonetti. Parrebbe che finiscano pur esse in un cosiddetto termovalorizzatore, ovvero bruciate.
Stupisce che  il nostro comune limitrofo di Rivanazzano Terme non abbia già trovato il modo di dare questo servizio alla cittadinanza. Lì le condizioni sono ancor più favorevoli: un paese tutto concentrato (non diviso come è Godiasco da Salice) e denso di circa 5.000 abitanti.
Mah! Forse noi le acque le consideriamo solo se sono almeno salsobromoiodiche. 
Quelle depurate ci fanno senso.

I tetti a Solza. Loro ci hanno pensato. Noi?

Leggo sulla news letter dell'Associazione dei Comuni Virtuosi (clicca QUA) che nel comune di Solza, provincia di Bergamo, 2.000 abitanti (clicca QUA per il sito comunale) sono stati capaci di:

Iniziati nel mese di novembre i lavori per l’installazione di un impianto fotovoltaico posto sui due corpi fabbrica dell’area feste e del centro sportivo del Comune di Solza (BG).

In totale si tratta di 387 pannelli per un’area occupata di 715 mq, con una potenza installata di 94,815 Kwp per una produzione annua stimata di 100.500 kW.
Il costo dell’opera di € 237.000 sarà interamente a carico della ditta aggiudicataria del bando a cui andrà l’incentivo GSE mentre tutta l’energia prodotta andrà al Comune, in parte consumata sul posto e in parte immessa in rete.
Complimenti al Paese di Solza, paese natale del Colleoni, con degli amministratori evidentemente degni di tanto concittadino. Per leggere la notizia sul sito cittadino, clicca QUA
Da notare che l'impianto è stato istallato sul tetto dell'area feste e del centro sportivo comunale: sì, perchè loro li hanno questi impianti e probabilmente hanno anche meno debito del nostro comune, anche senza aver avuto in regalo dallo Stato un'azienda termale del valore di 28 miliardi di lire nel 1999. Ma fra i nostri concittadini non vi è mai stato uno con le caratteristiche di Bartolomeo Colleoni.
Il paese di Solza, ripeto con 2.000 abitanti e certamente penalizzato come tutti dalle sforbiciate governative, ha sul suo territorio anche il castello dov'è nato Bartolomeo Colleoni. Su di esso è stato aperto anche un sito internet (clicca QUA) e, ristrutturato, ospita vari servizi per la cittadinanza elencati nella home page del sito.
.... però il clima è meglio da noi. 

venerdì 28 dicembre 2012

Gioco d'azzardo: guadagno per pochi, rovina per tanti

Gioco d'azzardo, pochi guadagnano, tanti si rovinano.
E lo Stato regge il sacco per un piatto di lenticchie.
Questi in sostanza i risultati di una inchiesta di una delle più grandi agenzie di informazione del mondo, la REUTERS, riportata dal giornale on line Il Post (clicca QUA) di cui qua sotto l'articolo:


«Anche in un momento di profonda crisi economica, la promessa di un jackpot, in Italia, brilla ad ogni angolo di strada». Questo è l’inizio di un articolo dell’agenzia di stampa britannica Reuters,che spiega come l’Italia sia il più grande mercato del gioco d’azzardo in Europa e uno dei più grandi al mondo.  E come la “liberalizzazione controllata” dei giochi online avviata nel 2011 sia stata una scelta che in realtà non abbia portato significativi vantaggi (soprattutto sul fronte del contrasto alle pratiche clandestine) ad un Paese che ha mantenuto, in materia, una legislazione arretrata e un quadro normativo inadeguato ad affrontare un fenomeno in continua espansione.
I numeri
Nel 2011, secondo l’AAMS, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, in Italia   la raccolta del gioco d’azzardo è stata di quasi 80 miliardi di euro, circa il 5 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale: il 56,3 per cento del fatturato totale è stato raccolto da slot machine e video-lotterie, il 12,7 per cento dai Gratta e Vinci, l’8,5 dal Lotto, il 4,9 dalle scommesse sportive, il 3 per cento dal Superenalotto, e il rimanente da bingo e scommesse ippiche.
Il fenomeno sembra essere in continuo aumento – che per quest’anno dovrebbe essere di oltre il 12 per cento, fino a raggiungere un valore complessivo di circa 90 miliardi di euro - anche a causa di una pubblicità pervasiva, di un’offerta sempre più varia che copre l’intero arco della giornata e della facilità con cui vi si può accedere (è possibile giocare quasi in ogni luogo, dal supermercato al web).
Ma se il fatturato legato al gioco d’azzardo è passato dai 14,3 miliardi di euro del 2000 agli 80 miliardi di euro del 2011, i ricavi per lo Stato sono aumentati solo marginalmente. La cifra ottenuta dallo Stato per le tasse sul gioco d’azzardo è stata di oltre 8,5 miliardi di euro l’anno scorso, ma è aumentata di meno di 3 miliardi tra il 2001 e il 2011. La spesa totale del consumatore sul gioco d’azzardo è cresciuta invece molto di più (nello stesso periodo e in proporzione) passando dai 19,5 miliardi del 2001 ai 79,9 miliardi del 2011.
Per incentivare questa attività, l’imposta media sulle entrate del gioco è inferiore all’11 per cento nel 2011, una cifra molto più bassa rispetto all’IVA del 21 per cento che si paga normalmente sui beni di consumo. Il risultato è che più persone di prima giocano e che, secondo una ricerca dell’istituto privato Eurispes, circa 700 mila italiani sono dipendenti dal gioco d’azzardo.
La deregolamentazione
La deregolamentazione del gioco d’azzardo è iniziata nel 1992, quando a causa della forte crisi economica l’Italia aveva bisogno urgente di entrate fiscali. Nel 1994 il fatturato non superava comunque i 6,5 miliardi di lire ed erano presenti sostanzialmente tre società: Lottomatica, Sisal e Snai. Nel 2006, la legge Bersani-Visco ha permesso agli operatori stranieri di entrare nel mercato italiano e da quel momento in poi la crescita è stata costante.
Un altro passaggio importante è costituito dal cosiddetto “decreto di Ferragosto” 2011 quando, con Silvio Berlusconi, è stata avviata la liberalizzazione dei giochi d’azzardo on line. Il fatturato del gioco on line è solo una parte di quello del gioco d’azzardo nel suo insieme, ma è anche il settore che è cresciuto di più, con un aumento rispetto al 2011 del 100 per cento. Nei primi sei mesi dopo la liberalizzazione sono stati fatturati più di cinque miliardi di euro.
Prima della legge del 2011 in Italia era già possibile giocare nei tornei di poker online, comprando fiches per un valore massimo di 250 euro. Ora invece è possibile scommettere soldi veri direttamente al tavolo da poker per un massimo di 1000 euro. Inoltre è stata ampliata la varietà dei giochi che sono ora legali.
La criminalità organizzata
I giocatori d’azzardo si sono spostati dal gioco illegale a quello legale, a scapito del gioco controllato dalla criminalità organizzata, solo per un breve periodo iniziale. Secondo la Relazione della Commissione parlamentare antimafia pubblicata nel 2011 [pdf], quando il gioco d’azzardo illegale è diventato legale le organizzazioni criminali non hanno fatto altro che “trasferire” le loro attività.
Quello del gioco d’azzardo è anzi diventato uno dei settori di maggiore interesse per le grandi organizzazioni criminali: l’espansione del gioco legale non ha ridotto, ma alimentato l’illegalità soprattutto nel campo del riciclaggio di denaro rendendo molto più semplice il passaggio di grandi flussi di denaro tramite internet.
Il ministro Andrea Riccardi
Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, e fondatore della comunità di Sant’Egidio che si occupa anche di molti casi di dipendenza da gioco, ha dichiarato a Reuters che «in una realtà un po’ disperata in Italia, delle persone giocano nella speranza di un miracolo». Riccardi, a marzo, aveva anche annunciato di voler regolamentare la pubblicità legata ai giochi, di voler inserire la ludopatia nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) con conseguente copertura del sistema statale di assistenza sanitaria, e di voler pubblicare la probabilità di vincita per ogni tipo di gioco.
Inutile sottolineare che nel nostro comune, ma anche negli altri, le macchinette stanno avendo una diffusione più che capillare. In Salice Terme è stata addirittura inaugurata una nuova sala all'avanguardia nel settore.
In una trasmissione di alcuni mesi or sono, recensita anche da questo blog, di TelePavia riguardante la possibilità di aprire un casinò a Salice Terme si dichiararono favorevoli, fra gli altri, il parroco Don Valentino e il vice sindaco Riva.
Alcuni comuni "illuminati" stanno dando vita ad una associazione di comuni "no slot" il cui logo è quello che ho riportato in apertura.
Fra i tanti sindaci, è sensibile all'argomento Alessandro Cattaneo di Pavia che in un articolo al giornale Vita (clicca QUA) ha dichiarato: 
Con i suoi quasi 3.000 euro pro capite di spesa per il gioco d’azzardo, Pavia è da tutti additata come la Las Vegas italiana. Eppure, la giunta retta dal 2009 dal trentatreenne Alessandro Cattaneo è da tempo impegnata in una campagna a tutto campo per arginare i problemi più evidenti di questa diseconomia.
Con entusiasmo, Cattaneo e Rodolfo Faldini, Assessore alle Politiche giovanili del Comune di Pavia, hanno firmato oggi il manifesto “No Slot”  proposto da Vita e dalla Casa del Giovane di Pavia. «Non poteva essere altrimenti», osserva Cattaneo, anche perché «la vostra battaglia è la nostra battaglia, qui non si vince se anche uno solo di noi perde: dobbiamo aprire un vero cantiere, lavorare in comune».

Tra tutti i politici incontrati, i sindaci sono coloro che hanno mostrato maggiore sensibilità al nostro appello. Come se lo spiega?
Noi sindaci dobbiamo stare sempre e comunque dalla parte dei nostri cittadini. Se impariamo a ascoltarli, ci accorgiamo di cose che dall’alto difficilmente si vedono. Posso testimoniare che, indipendentemente dal colore o dallo schieramento politico, di sindaci preoccupati e impegnati su questo fronte ce ne sono tanti. Parlo a mio nome, ma anche come vice presidente dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani: quando ci siamo trovati davanti a un problema che stava e sta assumendo una deriva preoccupante, come quello del gioco e delle crescenti e sempre nuove dipendenze da slot e videolottery, abbiamo deciso di non voltare lo sguardo dall’altra parte. In maniera certamente pionieristica abbiamo tentato, ognuno a suo modo, di circoscrivere e arginare il problema. Oltre alle carte d’intenti, alle manifestazioni, ai manifesti e alle campagne – che, culturalmente, sono importanti – molti di noi hanno tentato di trovare quegli strumenti, diciamo così, “da amministratori” per limitare o “gestire” il dilagare del fenomeno. Io ad esempio ho utilizzato la strada del regolamento di polizia urbana, mentre il sindaco di Vicenza ha usato strumenti più legati all’urbanistica. Siamo stati sul concreto e sul possibile… Ora però è venuto il momento di insistere sulla necessità di elaborare strategie condivise perché il problema è serissimo e procedere a tentoni non basta più.


Quelle a disposizione dei Sindaci, però, sono armi spuntate rispetto a un problema che è di regolamento, giuridico, economico, oltre che etico…
Ha ragione, gli strumenti che abbiamo incidono poco su questa realtà. Ma questo abbiamo, per ora, e di questo dobbiamo servirci. Ma ci terrei a rimarcare, anche come vice presidente dell’Anci, che non ci rassegniamo. Questa non rassegnazione ci porta a impegnarci dapprima nella ricerca degli strumenti esistenti, ma in seconda battuta – e qui prendo un impegno preciso – anche nella sperimentazione e nella definizione di strumenti nuovi, da pensare anche con tutti quegli operatori seri che nel settore del gioco non possono essere criminalizzati tout court. Il problema è complesso.


Da un lato deve emergere il problema – e qui si può proporre il confronto con gli operatori del settore gioco. Dall’altro, però, bisogna sottrarre la questione del gioco alla retorica sulla legalità e l’illegalità. È un problema che a noi sembra legato alle virtù civiche… Non possiamo trasformare i luoghi di incontro, gli spazi della cura, dell’istruzione, i beni comuni in qualcosa che assomiglia sempre più a una bisca a cielo aperto…
Ne sono convinto anche io. Per questo propongo una presa di coscienza comune, indipendentemente dall’appartenenza partitica. La politica è questo mettersi in mezzo, mediare, ma anche ricondurre a ragionevolezza cose che rischiano di produrre una vera e propria febbre sociale. Mi impegno fin da ora a far mie le vostre – permettetemi di dire, visto che ho firmato l’appello, le nostre – proposte, come sindaco di Pavia ma anche come vice presidente dell’Anci. Dobbiamo costruire un modello virtuoso, mostrare che è possibile accogliere la sfida e vincerla.
Mi piace ribadire che anche Matteo Renzi, nella sua campagna elettorale per le primarie del centro sinistra aveva spesso puntato il dito sulla assurda tassazione di questo settore e sulla sua enorme pericolosità sociale.

Sullo stesso argomento, in questo blog, clicca QUA

giovedì 27 dicembre 2012

Terme: è questa la migliore conduzione dell'affare?

Continua la storia infinita delle Terme di Salice SpA dove, appare piuttosto evidente, si mescolano antiche colpe, nuove trascuratezze, furberie, forti interessi,  incomprensioni e ripicche caratteriali.
Sapevamo di una assemblea risolutiva del 20 dicembre? Non ha risolto.
Abbiamo letto di un comunicato stampa del socio privato, Terme Oltrepò Resort Srl sul giornale La Provincia, comunicato piuttosto rude, affidato alla stampa in quanto non esiste, per quel soggetto, alcun obbligo di informativa privilegiata verso nessuno.
Leggo ora di una intervista del Sindaco di Godiasco Salice Terme rilasciata sempre a La Provincia. Continua l'abitudine di informare il giornale in via prioritaria rispetto ai consiglieri. Evidentemente la ritrosia informativa che affligge da sempre questa amministrazione riesce a cedere solo dinanzi al fascino discreto delle pagine di un quotidiano.
Comunque, in attesa di avere informazioni più dirette e precise, riesco solo a dire che oggi 27 dicembre dovrebbe esserci un Consiglio di Amministrazione della società, non è dato conoscere l'ordine del giorno.
Riporto quanto appare dell'intervista al Sindaco su La Provincia, come consultabile sul sito del giornale (clicca QUA):


Salice Terme, il sindaco contesta il socio privato

Anna Corbi all’attacco: «Vogliono solo cementificare il parco» I Fabiani salvano il bilancio. Ma gli stipendi sono in grave ritardo

GODIASCO. Tecnicamente la società Terme spa è uscita dalle acque agitate. E questa sarebbe una buona notizia, ma la soluzione dell’intricata vicenda legata alla società pubblico-privata di Salice sembra ancora lontana da una soluzione.
Giovedì non c’è stata l’assemblea dei soci prevista perché i Fabiani hanno rinunciato al credito (1.152.000 euro), vantato nei confronti della società e lo hanno trasformato in una riserva che dovrebbe servire a una futura ricapitalizzazione.
Il Comune di Godiasco possiede il 47% delle Terme di Salice spa, mentre Oltrepo Terre Resort (la famiglia Fabiani) ha il 53%.
«Tutti sanno che chi ha la maggioranza comanda e gestisce. La gestione del socio dei Fabiani in questi anni, è stata negativa con bilanci sempre passivi tanto da costringere il Comune a chiedere di uscire dalla società». In Comune fanno notare che le amministrazioni locali non possono rimanere in società che chiudono per tre anni bilanci in perdita.
Il sindaco di Godiasco vuole fare chiarezza anche sui motivi per cui non si raggiunge un accordo di vendita.
«Il socio privato pretende dal Comune quello che la sovrintendenza non concede: una costruzione di 11.000 metri quadrati di nuovi pavimenti all’interno del parco che è fortemente vincolato da un decreto ministeriale - commenta -. Oltre alla pesante richiesta di cementificare un bene prezioso per tutta la collettività – commenta il primo cittadino - il socio di maggioranza non vuole garantire il minimo di continuità aziendale a salvaguardia dei posti di lavoro e della pubblica fruizione del parco, fino ad oggi tutelato dalla presenza del Comune. Risulta palese che voglia trasformare l’attività termale in una attività immobiliare. Noi siamo sempre disponibili a riprendere l’accordo, che salvaguardi però i lavoratori».
Scampata la liquidazione della società che sarebbe stata necessaria visto il passivo (le perdite ad agosto 2012 sono di 1.680.000 euro) nei prossimi giorni si scoprirà se un accordo verrà trovato intanto una pezza è stata messa. E’ evidente che, con la possibilità di costruire in via Diviani (arteria centrale di Salice), Terme spa sarebbe più appetibile per un acquirente esterno interessato, ma la soprintendenza non ha ammesso un aumento volumetrico di queste dimensioni e il consiglio comunale aveva manifestato forti perplessità al riguardo.
Intanto l’ultimo stipendio che hanno ricevuto i 28 lavoratori delle Terme è stato quello di ottobre pagato al 50%.
Marco Quaglini

Poco a che vedere con quanto sopra, volentieri propongo la versione integrale de Le Baruffe Chiozzotte di Carlo Goldoni per la regia di Giorgio Strehler, registrazione del 1966




martedì 25 dicembre 2012

Charlie Chaplin, Natale 1977

Mi dispiace, ma mi fa anche piacere, ricordare che oggi, giornata dedicata alla gioia dello stare in famiglia, ricorre il 35° anniversario della scomparsa del grandissimo Carlie Chaplin.
Forse il giorno che "scelse" per andarsene non poteva essergli più adatto: un poco di gioia nel dolore, un poco di dolore nella gioia.
Forse questo è stato il suo più grande messaggio: persone semplici con una vita semplice, una vita fatta di gioie e dolori, una vita dove gli affetti riescono a far sopportare le prove più dure.
Credo che ognuno di noi debba qualcosa a Charlie Chaplin: almeno l'averci lasciato Charlot.


Buon Natale a tutti


lunedì 24 dicembre 2012

La majonese e la politica. La ricetta di Oscar Farinetti

Oscar Farinetti è persona conosciuta quasi da tutti (clicca QUA).
E' l'inventore di Eataly, una sorta di supermercato delle eccellenze gastronomiche.
Ha pensato ed investito sulla qualità del cibo prodotto in Italia, sulla sua straordinaria varietà, sulla appetibilità per tutto il mondo.
Ha investito ed ha avuto ragione.
Basta andare a Genova per visitare un suo negozio, nel porto antico, di fronte al "bigo" di Renzo Piano. C'è di tutto e di tutto c'è il meglio. Con la possibilità, semplice, di spedire in tutto il mondo perchè in tutto il mondo i nostri prodotti sono ricercati.
Una idea imprenditoriale che ha avuto successo e che potrebbe alimentarsi anche di tante produzioni del nostro Oltrepò.
Di Farinetti mi è piaciuto l'intervento che fece alla Leopolda di Firenze nel novembre scorso (video a seguire) riportato anche sul sito di Huffingtonpost (clicca QUA); questo:


In questi giorni ho letto una delle metafore più azzeccate sulla nostra situazione socio-politica. A inventarla è stato il Ministro Barca, bravo e intelligente, uno dei migliori del governo Monti. Barca si riferiva alla situazione delle Regioni italiane rispetto ai contributi europei, ma penso che valga bene, anzi forse meglio ancora, per la politica italiana in generale. Capirete immediatamente perché questa metafora mi abbia attratto, visto il genere.
Siamo piazzati come una maionese che si è incriccata. Quando fai la maionese, se la perdi, cioè se gli ingredienti anziché amalgamarsi si scompongono, non la riprendi più. Ho chiesto lumi ai miei cuochi. Esiste qualche trucco, due gocce d'acqua per esempio, ma nella stragrande maggioranza dei casi la maionese non riparte. Occorre ripartire da zero. Nuovi ingredienti e maggior cura da parte nostra.
Secondo me è da parecchio tempo che ci comportiamo come chi cerca di salvare una maionese che si è slegata, ma non c'è verso. Dobbiamo ripartire con ingredienti nuovi e freschi.
Prima di tutto le uova, nuove uova. Quelle di prima erano uova comuni di galline allevate in modo intensivo. Galline di mestiere. Proviamo ora con uova di galline da cortile. Galline sane, coraggiose.
Forse prima avevamo usato un olio pesante e complicato, lo definirei burocratico. Troppo amaro, troppo piccante, troppe cultivar male accoppiate. Proviamo con un extra-vergine leggero, dolce. Un olio buono ma semplice, un mono-cultivar. Scegliamo limone (poco mi raccomando) e sale di grande qualità. Infine, incominciamo a girare, a sbattere con dolcezza, scegliendo il verso giusto, da sinistra verso destra. Manteniamo la cadenza con tenacia e precisione, finchè la maionese diventerà perfetta.
Ecco, dobbiamo ricominciare da capo. Con gente nuova, metodi nuovi, ragionamenti nuovi ma ben ancorati alla più sana tradizione della politica come missione. Un periodo della vita da dedicare agli altri, alla comunità.
La maionese che stiamo curando è impazzita. Non c'è modo di ricomporla. Sui giornali, in radio, in tv e anche nella rete assistiamo a protagonisti della scena politica degli ultimi vent'anni che ci raccontano le loro ricette su come salvare la maionese. E' incredibile, dopo i disastri compiuti, che abbiano ancora il coraggio di criticare chi, sudando e magari compiendo anche qualche errore ma in buona fede, stia cercando da pochi mesi di fare ripartire la maionese impazzita.
Tra poco tempo tutti noi avremo la possibilità di andare a votare. La mia personale raccomandazione è quella di individuare nuovi cuochi che ripartano con nuovi ingredienti e che, con coraggio, umiltà, onestà e tanta tenacia, li mettano insieme fino a che la nostra nuova maionese sia compiuta.



domenica 23 dicembre 2012

Una pagina ingloriosa dell'amministrazione: il consiglio comunale dei ragazzi

Scrivevo giusto un anno or sono della brutta figura fatta dall'Amministrazione Corbi sull'argomento del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze.
Clicca QUA per il post dello scorso anno.
Una istituzione a costo praticamente nullo (mi ero offerto personalmente di coprire le poche spese di impianto) che avrebbe dato un gran bel segnale di partecipazione alle istituzioni.
Un istituto che avrebbe coinvolto, con spirito anche ludico, i ragazzi delle elementari nella gestione della cosa pubblica.
Si parla tanto di rinnovamento e questo sarebbe stato un simpatico sistema per avvicinare i giovani e, di concerto, le rispettive famiglie.
Viviamo in un paese ai cui Consigli Comunali sugli aspetti principali della vita pubblica partecipa lo 0,16% degli abitanti.
Ne avevamo veramente bisogno.
Sono tempi in cui si parla e straparla di antipolitica: cosa viene fatto per far capire, per dimostrare che "politica" è un'alta espressione di servizio alla collettività?
Nulla. Non vengono realizzate  tante iniziative per mancanza di soldi, ma anche tante che non sarebbero costate.
Allora cosa manca, oltre ai soldi?

Nessuna nuova, buona nuova?

Uno dei proverbi più conosciuti recita "nessuna nuova, buona nuova" forse a causa di un eccesso di pessimismo: le nuove notizie non possono che essere cattive e quindi la loro assenza è, di per sè, buona cosa.
Speriamo che questo sia anche il caso che ricorre anche stavolta nella vicenda delle Terme di Salice SpA e nella trattativa infinita fra Amministrazione Comunale e consocio privato Terme Oltrepò Resort Srl.
Eravamo rimasti con la notizia che ci sarebbe stata una assemblea sociale alle ore 19 del 20 dicembre nel corso della quale il rappresentante del Comune avrebbe presentato al consocio la proposta deliberata dal Consiglio Comunale e riportata su questo blog.
La mattina del 21 sul giornale La Provincia appare un articolo scritto sulla base di un comunicato stampa di OTR, evidentemente inviato di buon'ora per poter essere pubblicato già il giorno dopo.
Il Comune? La mattina del 21 pare che il Sindaco abbia in animo di fare anch'esso un comunicato stampa con la sua versione dei fatti. Chiedo di averne copia.
Al momento, 23 dicembre ore 20, non è arrivato nulla.
Silenzio.
Informazione zero.
Dal comunicato di Oltrepò Terme Resort pare che la proposta del Comune sia stata bocciata, ma non si sia provveduto a deliberare la messa in liquidazione volontaria della società.
Da voci parrebbe che sia stata fissata a breve un'altra riunione, assemblea o consiglio di amministrazione, in un giorno fra Natale e Capodanno.
Per ora .... mangiamo il panettone.




sabato 22 dicembre 2012

A chi piace coi baffi, a chi senza. Ma ...

Molti sono i criteri per scegliere un candidato da votare per le elezioni nazionali.
Si cerca di stabilirne l'onestà, la competenza, la capacità o volontà di rappresentare le istanze del territorio, l'appartenenza a particolari orientamenti di pensiero.
Magari qualcuno preferirà votare un uomo o una donna, una persona giovane o una matura, e così via.
L'errore è dietro l'angolo.
Un metodo per essere un poco più oggettivi nella scelta di chi (non?) votare, almeno per coloro che già sono stati in parlamento, lo offre un apposito sito internet che invito caldamente a visitare: clicca QUA.
E' possibile vedere di ogni parlamentare, onorevole o senatore, cosa ha fatto nella corrente legislatura: le assenze, le proposte di legge firmate e tante altre caratteristiche.
Il sito ha inoltre elaborato un interessante "indice di produttività" (clicca QUA) che attribuisce un punteggio alle varie attività per riassumere poi, in un solo numero, la presunta qualità del lavoro svolto.
E' inoltre possibile paragonare un parlamentare ad un altro, esaminando il lavoro svolto da entrambi.
Volendo si può scegliere di "seguire" qualche parlamentare ed il sito avvisa delle varie iniziative da quello intraprese.
Un modo efficace per esprimere un voto cosciente, o almeno per provarci.

venerdì 21 dicembre 2012

Se non parlo non partecipo?

Ho ricevuto oggi questo commento un poco strano.
Lo riporto perchè ripropone una obiezione che già molte volte mi è stata mossa:

ciao,

come si fa ad aggiornare il tuo blog, sul mio portatile continua a venir fuori gli alberi diu misano, poi mi pubblichi questo

e' concepibile che uno si trovi deluso della partecipazione di pubblico ai consigli, ma cosa viene a fare il pubblico quando non può dire la sua opinione o anche dissentire dalle decisioni del consiglio, d inverno fa freddo e d estate ci sono le zanzare,
uno del pubblico che ogni tanto è presente


Naturalmente mi riferisco alla parte in rosso, ovvero dove si dice che è inutile partecipare ai consigli comunali se non si ha diritto di parola.
Vorrei a tal proposito fare diverse considerazioni:
1 - Le elezioni comunali ci sono di norma ogni 5 anni; io ho partecipato a due edizioni. In entrambe è stata una faticaccia trovare qualcuno che avesse voglia di candidarsi e tale difficoltà non è stata solo mia; sono certo che è stata condivisa anche dalle altre liste, vincenti comprese. Pare quindi che il desiderio di andare in consiglio comunale a dire la propria non sia poi così diffuso.
2 - Sono certo che alla fine del Consiglio Comunale, durata normalmente massima di 2 ore, se qualcuno avesse desiderio di esporre una opinione, basterebbe dirlo ed avrebbe tutto lo spazio desiderato. 
3 - Vi capiterà certamente di seguire, dall'inizio alla fine, un telegiornale o una di quelle trasmissioni tipo Ballarò, Amici, Otto e mezzo eccetera. Vi è capitato in quelle occasioni di voler esprimere un vostro parere alle persone che, in trasmissione, dicevano il loro? Avete potuto? Certamente no. Quindi avete smesso di guardare i telegiornali e le altre trasmissioni di cui sopra? 

Possiamo quindi dire che quando non si ha voglia di fare qualcosa, si riesce sempre a trovare una scusa per non farla? Una scusa anche banale, ma che contenti la coscienza, che ci procuri un alibi qual che sia, che non ci faccia sentire troppo in colpa. Magari condendo il tutto con la considerazione che è difficile sapere quando ci sono i consigli, che chi non ci vuole non ci merita, che c'era la partita importante, che doleva un piede, che si era stanchi del lavoro e via scusando.
Poi qualcuno, chissà chi, polverizza una ricchezza del paese, una ricchezza che ammontava a oltre 4.000 (quattromila, proprio quattromila) euro a testa e nessuno se ne accorge, nessuno sa nulla, nessuno si è accorto
Questa ignavia ci ha penalizzato a livello locale, ma non meno per tutta la Nazione nel suo complesso. Un debito pubblico spaventoso, bande di amministratori disonesti che hanno saccheggiato il Paese, corruzione, opere pubbliche costate cifre immense e restate incompiute e i mille altri mali che ci affliggono: tutto è scaturito dalla indifferenza con cui i cittadini hanno seguito la gestione della cosa pubblica.
Ora forse siamo talmente in basso, la crisi incide talmente forte da convincerci a partecipare? 

Il video a seguire è tratto dal film "Quinto Potere"


giovedì 20 dicembre 2012

Ebay non conosce Oltrepò

Probabilmente molti di noi conoscono il sito di compravendite online Ebay (clicca QUA).

In esso privati ed aziende propongono i più svariati prodotti, spesso anche a prezzi estremamente vantaggiosi.

La procedura per divenire un venditore sul sito è piuttosto semplice e si presta anche ad aziende che inizano la loro attività, armate di tanta buona volontà, tantissime idee e mezzi .... a venire.

Per curiosità ho messo alcuni termini nella barra di ricerca.
Li riporto qua sotto con il numero delle proposte che il sistema propone da esaminare:
- Cesti natalizi - n° 96
- Prodotti tipici - n° 530
- Salumi Tipici - n° 46
- Formaggi Tipici - n° 37

poi, per curiosità, ho aggiunto alle definizioni di cui sopra la parola "Oltrepò" nell'intento di trovare quanti di quei siti proponevano prodotti dell'Oltrepò.
Zero. Nessuno di quei siti aveva a che fare con l'Oltrepò.

Una riflessione? Ognuno può fare la sua, ma direi che è facile dire che il destino è cinico e baro, la sorte malefica e matrigna, ma se non siamo noi stessi a darci una mossa è inutile dire che il nostro territorio langue e non offre occasioni di lavoro.
Sbaglio?

Un messaggio dal Touring Club Italiano TCI

Nel pacco soci 2013 del TCI c'è un volantino che ho il piacere di riprodurre.
Per ricordare che se forse il turismo è, purtroppo, privilegio di pochi, esso può tuttavia generare occasioni di lavoro per tanti, può risollevare contrade in declino, può invertire lo spopolamento di zone impervie, può ridare senso di appartenenza ad una popolazione in momenti di difficoltà a riconoscersi in una Nazione.

Clicca QUA per visitare il sito internet del TCI e QUA per sapere come e perchè associarsi.

Se vogliamo bene all'Italia, vogliamo bene a noi stessi



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O così .... o Pomì ?


Sempre in attesa del responso dell'assemblea sociale di Terme di Salice SpA, pubblico la proposta ultimativa dell'Amministrazione Comunale al consocio Terme Oltrepò Resort Srl.
In caso di accettazione del consocio si avrebbe la fuoriuscita del Comune dalla compagine azionaria di Terme di salice SpA.

Oggi alle 19 si dovrebbe decidere tutto.

Inutile dire quanto questa vicenda peserà, a seconda di come si risolverà, in modo rilevante sul'economia della nostra località e della valle Staffora intera. In nostro paese potrebbe essere conosciuto come ex termale.

Questo è ciò che è stato approvato, come proposta ultimativa, in Consiglio Comunale del 18 dicembre 2012.



Il parere della Sovrintendenza per i beni architettonici paesaggistici

Sempre in attesa del responso dell'assemblea sociale di Terme di Salice SpA, pubblico il parere espresso dal

Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano 

relativo a richiesta formulata dal Comune di Godiasco Salice Terme in occasione del tentativo di accordo con il consocio Terme Oltrepò Resort Srl.


In attesa del verdetto ... questo il verbale del Cons. Comunale 18.12.12

Sono in attesa dello svolgimento dell'assemblea sociale di Terme di Salice SpA prevista per le 19 di questa sera.

Sarà lì che verrà scritto il destino delle Terme di Salice SpA?

Nel frattempo pubblico il verbale del Consiglio Comunale tenuto il 18 dicembre 2012.

Non è questa la sede per entrare a criticare delle affermazioni del vice sindaco Riva, a mio avviso ..... improprie.




mercoledì 19 dicembre 2012

Godiasco Salice o Godiasco Salice Terme?

Ero stato facile profeta annunciando il consiglio comunale del 18 dicembre (clicca QUA) nel dire che il pubblico sarebbe stato scarso.
In effetti ieri sera non c'era nessuno salvo il padre di un consigliere, il figlio di un altro, e altre tre persone fra cui un giornalista per dovere d'ufficio.
Totale, fra parenti e non, 5 persone pari allo 0,16% dei residenti.
Non male, significa che gli argomenti erano indifferenti al 99,84% dei residenti del nostro comune. Altro che percentuali bulgare.
Questo mi rincuora non poco, anzi in un certo qual modo mi rende anche contento.
Si è parlato infatti della possibilità, se non venisse accettata dai consoci Fabiani la proposta ultimativa formulata dal Comune, di procedere alla liquidazione volontaria della Terme di Salice SpA.
Chiusura.
Punto.
Tutti a casa.

Avrei creduto che questo sarebbe stato un gran brutto momento, mal digerito anche dalle persone più smaliziate: invece no.
Non c'era nessuno, quindi non interessava nessuno.
Non c'era nessuno, neppure uno dei tanti dipendenti della società, con un apparentemente giustificato motivo di venire a sentire che cosa ne sarebbe stato del proprio posto di lavoro. 
Non c'era nessuno. 
Come d'altra parte nessuno c'è stato in tutti questi anni durante i quali la tragedia (ma è una tragedia?) della sistematica distruzione delle (ex) nostre terme si è consumata.
Ad iniziare da una gestione comunale (l'allora vice sindaco era amministratore unico) che dal 19.12.1999 al 31.12.2004 ha causato perdite di bilancio cumulate per circa 4 milioni di euro e debiti bancari per 3,6, il tutto in una società che fatturava circa 4 milioni annui.
Nessuno ha gridato allo scandalo.
Non c'era nessuno neppure a seguire una privatizzazione che ha consegnato la società a dei privati senza esigere uno straccio di impegno sui programmi di investimento e sulle garanzie circa la loro attuazione.
Non c'era nessuno a protestare su uno stravolgimento dell'attività sociale verso una di carattere sanitario con la creazione di una clinica che avrebbe dovuto ospitare, convenzionata con la Regione, anche malati terminali e grandi ustionati.
Non c'era nessuno a gridare quando dicevamo che è assurdo far decadere patti parasociali stipulati per tutelare il socio debole proprio nel momento in cui il Comune passava in minoranza, quindi diveniva debole. Non c'era nessuno e difatti ieri sera si è sentito dire che non lo si sapeva.
Non c'era nessuno ad accusare una gestione che presentava interrottamente bilanci negativi per qualche centinaio di migliaia di euro annui.
Non c'era nessuno a chiedere il rispetto di impegni di investimento pubblicamente presi dal top management della società (ingegner Fabrizio Longa e Ingegner GianLuca Fabiani) nel novembre 2009.
Non c'è mai stato nessuno, e fra poco, forse, non ci sarà più nessuno neppure nella società.
Ma a qualcuno dispiace? Forse a quei 5 che ieri sera c'erano.
Come andrà adesso?
Domani 20 dicembre dovrebbe esserci una assemblea sociale di Terme di Salice SpA.
Immediatamente prima il Sindaco (che rappresenta il Comune e quindi il 47% del capitale sociale) consegnerà al consocio Terme Oltrepò Resort (Gruppo Afin della famiglia Fabiani) la proposta ultimativa deliberata ieri sera in Consiglio Comunale (2 astenuti): tale documento richiede, sostanzialmente, delle contropartite per la cessione della quota sociale detenuta dall'ente. Esse sono, in sintesi, quelle già descritte la volta scorsa (parco, bar boccio, buca, club house, quercia Ada Negri, Galbicella) e la garanzia della continuità aziendale per x anni e del mantenimento del livello occupazionale.
In caso di diniego l'assemblea delibererà la liquidazione volontaria.



martedì 18 dicembre 2012

Cappello Panama batte Certosa e piazza Ducale?

Ricevo la notizia che il celebre "cappello Panama" è entrato a far parte del patrimonio dell'Umanità censito dall'Unesco (clicca QUA):


Cappello Panama patrimonio dell'Unesco

La decisione delle Nazioni Unite. A larghe falde, di paglia intrecciata, viene dall'Ecuador
QUITO, 11 DIC - Tutti lo conoscono come Panama, ma il classico cappello di paglia intrecciata in realtà viene dall'Ecuador, ed ora fa parte del Patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco. Lo ha deciso l'agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui il notissimo cappello bianco a larghe falde, esclusivamente di paglia "toquilla" ecuadoriana, va tutelato in quanto Patrimonio immateriale dell'umanità. Secondo l'Unesco, "preziosa trama di paglia, frutto di un processo complesso, rappresenta una tradizione artigianale trasmessa da generazione a generazione, in seno alle comunità tradizionali". Il processo di tessitura, nei cappelli di grande qualità, può richiedere fino a otto mesi. Il governo ecuadoriano, particolarmente soddisfatto, ritiene che l'Unesco rende così giustizia al Panama, "riaffermando simbolicamente che il cappello di paglia 'toquilla' è indiscutibilmente ecuadoriano". Si tratta del secondo riconoscimento di questo tipo concesso dall'Unesco al patrimonio ecuadoriano: il primo, nel 2008, riguarda le tradizioni orali e le manifestazioni culturali del popolo Zápara

Ne sono felicissimo, lo trovo bellissimo e straordinariamente elegante.
Francamente mi secca tuttavia che altri capolavori di questa povera e bistrattata Italia non abbiano lo stesso onorevolissimo riconoscimento. 
La celeberrima Certosa di Pavia e l'altrettanto famosa e bellissima piazza Ducale di Vigevano meriterebbero certamente questo onore. 
E' certo tuttavia che non potrà essere l'UNESCO a venire in Provincia di Pavia a suonare il campanello per chiedere se abbiamo qualcosa da valorizzare. Dovremmo pensarci noi. 
Perchè non lo facciamo? 
Perchè non è stato fatto? 
A chi toccava? Chi ha dormito? 
C'è un bel da fare per conquistare alla nostra Regione e Provincia il posto che meritano fra le mete turistiche nazionali ed europee, ma se si trascurano monumenti come questi non andremo da nessuna parte. Abbiamo fior di assessori in Regione e Provincia e credo che abbiano anche un interessante trattamento economico a fronte del quale dovrebbero produrre ciò che sono preposti a produrre: turismo; per fornire occasioni di investimento e lavoro.