Informarsi è partecipare - Gruppo consiliare "Uniti per Godiasco" - Godiasco Salice Terme (PV)


sabato 28 giugno 2008

Romagnese si decida

Mi piacerebbe che ognuno avesse le idee chiare e dicesse una sola versione dei fatti. Ieri ho riportato su questo blog, nel post "La banda larga dell'assessore Romagnese" dichiarazioni che La Provincia aveva riportato fra virgolette: quindi presumibilmente parole dell'assessore stesso. Oggi in un articolo ci regala una versione assai diversa: lo riporto.
SABATO, 28 GIUGNO 2008 Pagina 25 - cronaca
LO STRAPPO Scoppia il caso comunicazioni e Sorrentino abbandona
VARZI. Il consigliere Alberto Sorrentino si dimette dalla commissione bilancio della Comunità montana. La lettera è partita ieri, indirizzata all’assessore Maria Cristina Vercesi. Il casus belli è quello della banda larga. «Le esprimo la mia più profonda delusione per la conduzione della commissione, specie per l’affare degli 800mila euro reclamati dalla Regione: ne sono venuto a conoscenza tramite il giornale...». L’assessore Carlo Romagnese, dopo una giornata di colloqui, rassicura: «Arriveremo alla fine. La Regione non ci ha mai consigliato a quale gestore affidarci, il contenzioso è nato solo per i 250mila euro di cofinanziamento che l’azienda avrebbe dovuto versarci a fine lavori». Per il responsabile amministrativo del progetto, Giovanni Draghi, la copertura Adsl è già disponibile in tutti i centri previsti. (e. b.)

Questa è la versione dei giorni pari ? Aspettiamo domani .... vedremo.
Intanto ieri sera la prevista assemblea della Comunità Montana è stata rimandata per mancanza del numero legale: che io ricordi è la prima volta che succede. Cosa significa ?

venerdì 27 giugno 2008

Commissione Bilancio Comunità Montana

Oggi ho inviato all'assessore Vercesi la seguente lettera:
Gentile Assessore Vercesi dottoressa Maria Cristina Comunità Montana Oltrepò Pavese
Varzi
Mi scuso di non poter intervenire alla riunione di oggi pomeriggio indetta per le ore 16 a causa di impegni di lavoro.
Colgo comunque l’occasione per esprimerle la mia più profonda delusione per la conduzione della Commissione Bilancio.
Appresi con stupore la volta scorsa della mancata convocazione da lei decisa, presuppongo in sintonia con il presidente Berogno, con motivazioni assai poco condivisibili e che comunque svilivano il significato della commissione stessa.
Ancor più deluso, se non esterefatto, sono rimasto questa volta per l’affare degli 800.000 euro reclamati dalla regione per l’affare banda larga: ne sono venuto a conoscenza tramite la lettura del giornale. Procedura che ritengo assai impropria e contraria ad un minimo di trasparenza nella conduzione della cosa pubblica. Penso che avrei dovuto essere informato, sia come consigliere, sia ancor più come membro della commissione bilancio, appena il caso si era posto.
Evidentemente lei ritiene che la cosa non mi riguardasse, ed ha deciso di ignorare qualsiasi forma di condivisione delle informazioni.
Ripeto che ritengo questo fatto, ed il suo comportamento, fortemente lesivo della funzione che sono stato incaricato di svolgere: non conosco gli orientamenti dei colleghi, ma voglia pertanto prendere atto, con questa mia lettera, delle mie dimissioni dalla carica di componente della commissione a far tempo da oggi stesso.
Distinti saluti
Alberto Sorrentino
Salice Terme Godiasco, 27 giugno 2008

La "banda larga" dell'assessore Romagnese

leggo su La Provincia di questa mattina il seguente articolo:
VENERDÌ, 27 GIUGNO 2008 Pagina 23 - cronaca
Varzi. L’ente montano critica chi ha realizzato la rete
Banda larga in collina, un flop Scoppia la grana con la Regione
VARZI. La Regione chiede alla Comunità montana dell’Oltrepo pavese di restituire 800mila euro, soldi che sarebbero dovuti servire per portare la connettività a banda larga nei borghi collinari. Ma il ribattezzato «progetto chimera» è ancora in lista d’attesa. L’ente del presidente Elio Berogno (Pdl) si è affidata all’assessore al Territorio, Carlo Romagnese (Pd), e lui a lavori conclusi ha posto il veto al pagamento della ditta incaricata. Mentre si parla di ridimensionamento o cancellazione degli enti montani si apre un giallo politico-amministrativo bipartisan. «Smettiamola di parlare di progetto non realizzato - sbotta Romagnese -, l’iter per la banda larga è stato portato a termine, ma il risultato lascia a desiderare. Secondo i collaudi svolti dal direttore dei lavori il traguardo sarebbe già stato raggiunto». E allora cosa c’è che non va? «C’è che la ditta incaricata di portare la connettività a banda larga in alta valle Staffora, a mio avviso, non è stata ai patti. Svolta una ricognizione ho constatato, anche col supporto di alcuni sindaci del territorio, che il servizio non è fruibile ovunque». Ma il Pirellone chiede indietro il finanziamento. «Sì - conferma Romagnese -, perché nonostante le pressioni da Milano affinché si paghi la ditta con gli 800mila euro in cassa ci rifiutiamo di farlo. Sembra che il Pirellone, che ci ha suggerito la società romana che ha svolto i lavori, non si renda conto dell’effettiva situazione». Ne sta per nascere un braccio di ferro legale. «Tra azienda e assessorato si è aperto un contenzioso. Il direttivo della Comunità montana considera non ultimati i lavori ma non solo. Il contratto - ricorda l’assessore - prevedeva un versamento della società da 500 milioni di vecchie lire nelle casse della Comunità montana. Perché noi dovremmo pagare loro prima che tutte le clausole siano onorate?». Se il Pirellone chiede di versare gli 800mila euro o resitituire il finanziamento, Romagnese ha già studiato la contromossa: «Mi sono consultato col presidente Berogno - spiega - e lui ha incaricato un avvocato, esperto in materia amministrativa, di studiare il caso per trovare una via d’uscita». L’intricata vicenda, stando all’assessore responsabile del progetto, dovrebbe concludersi a breve: «Probabilmente tutto si risolverà nella prima metà di luglio. I lavori saranno finiti e il contributo non sarà revocato» In merito ai ritardi accumulati, Romagnese respinge ogni addebito alla sua condotta: «Era un progetto pionieristico e sperimentale, qualche intoppo c’è stato per la geografia del territorio, ma se si è perso un anno più del previsto è colpa della società che si è aggiudicata l’appalto 2 anni e mezzo fa». Ovvio che la controparte consideri il contratto non onorato a fronte di lavori ultimati secondo le specifiche progettuali. Da una parte un colosso dell’informatica che ha dato connettività wireless alle più grandi province italiane e che ora è concentrato sul Wi-Max, dall’altro una Comunità montana che si considera parte lesa. In mezzo ci sono i cittadini e il popolo delle seconde case, quelli che speravano di poter sfrecciare con l’Adsl. «Banda larga? Ballazze!», scrivono senza mezzi termini, sul forum nazionale del sito Internet www.antidigitaldivide.org. Il digital divide (divario digitale) in molte zone dell’alto Oltrepo è una triste realtà: Internet

veloce non arriva. Emanuele Bottiroli
L'articolo suggerisce alcuni interrogativi:
- com'è possibile che il Pirellone "suggerisca" una ditta per un lavoro pubblico soggetto ad appalto? e visto che quella ditta è stata proprio quella prescelta, come sono andate le cose ?
- com'è che l'assessore Romagnese (ma com'è possibile che il PD nella comunità Montana sia in maggioranza e contestualmente in minoranza?) ha sempre sostenuto, mi pare, che il progetto andava avanti e funzionava?
- com'è possibile che di questa situazione in cui la regione rivuole indietro 800.000 euro lo si apprenda da un giornale? e se può essere normale per un cittadino, certamente non lo è per i consiglieri della CMOP stessa, e tantomeno per i membri della commissione bilancio come il sottoscritto ?
..... e per carità di Patria taccio sugli altri ...

mercoledì 25 giugno 2008

ASM e Centrale di Torremenapace

Il gruppo consiliare di minoranza di Voghera si interroga sulle sorti della centrale di Torremenapace e sull'impatto economico del suo fermo sui bilanci ASM. Il gruppo ha tenuto una conferenza stampa. Questo il testo del comunicato:
"Ci sembrano opportune alcune considerazioni in merito alla Centrale termoelettrica di Torremenapace, considerazioni che devono essere necessariamente precedute da alcuni dati, dei quali chi legge potrebbe non essere a conoscenza.
La centrale è di proprietà della Società Voghera energia spa. Questa società è detenuta al 20% dalla ASM spa di Voghera (a sua volta per il 99% di proprietà del comune) e per l'80% dalla società Aceaelectrabel spa, società di grosse dimensioni, multinazionale parzialmente riconducibile all'azienda di servizi del comune di Roma.
Allo scopo di realizzare la centrale ci si è indebitati su due fronti. La ASM ha contratto un mutuo per circa 10 m/ni di euro, per acquistare la quota di partecipazione, l'ammortamento del quale grava sul bilancio aziendale.
La società Voghera Energia si è indebitata per circa 180 m/ni di euro. Il piano di rientro del debito ha portato quest'anno la società a restituire 14 m/ni di euro in conto capitale e a pagare interessi per 8 m/ni. Tutto ciò su un fatturato di 26 m/ni, sul quale ha gravato circa un mese e mezzo di fermo dovuto al guasto della turbina.
Risultato: una perdita di 5 m/ni di euro, che ha fatto fuori le riserve accantonate in precedenza.
Per contro l'ASM non incasserà il previsto dividendo, che doveva servire a pagare il debito contratto per l'acquisizione della quota.
Già così lo scenario sarebbe drammatico. Ma questo è niente.
Eh già. Perchè quest'anno pare che il fermo duri da circa sei mesi. Che perdita si prevede? Bello sarebbe se l'azienda rendesse pubbliche delle previsioni, allo scopo di informare il cittadino contribuente. Bello sarebbe se il sindaco, o chi per lui, si facesse carico di chiedere quelle previsioni, se il comune prendesse una posizione a fronte di un fatto così grave e così rilevante per la cittadinanza intera. Cosa c'entra la cittadinanza?
C'entra, c'entra. Da dove li piglierà l'asm i soldi per pagare il debito? Dovrà necessariamente aumentare le altre fonti di introito. Il denaro “bruciato” dal fermo della centrale è denaro pubblico.
Viene preso dalle nostre tasche, sotto forma di tasse e aumento delle tariffe per i servizi.
Ma andiamo avanti. Con delle ipotesi. Se, come pare, alla perdita dell'esercizio in corso se ne dovesse aggiungere un'altra ben più grave, come pare sia nelle cose, questa andrà ad intaccare il capitale sociale e potrebbe rendersi utile, in tempi non lunghi, una ricapitalizzazione.
Con quali soldi l'asm pagherà la sua quota? O dovrà cederla a fronte di nuovi capitali che immetterà il socio di maggioranza?
E questi fermi della turbina? Chi paga il danno?
In particolare su questo punto bisogna esigere risposte precise.
Dobbiamo avere assicurazioni sul fatto che le trattative col socio “gigante” siano state gestite tutelando i diritti del socio pubblico (ossia l'insieme dei cittadini vogheresi).
Egregio Sindaco, egregia giunta, ci siete?
Diteci qualcosa. Anche di destra."
L'argomento è molto interessante poichè anche il nostro comune di Godiasco è socio di ASM e, in caso fosse necessario fare un versamento per un aumento di capitale, non potrebbe sottrarsi. Viene da domandarsi se il nostro comune si sia mai occupato di questa evenienza, abbia fatto su di essa mente locale. Chiedersi se ha vigilato sulla società come normalmente fà un azionista è superfluo.

venerdì 20 giugno 2008

Feste & Mercato Immobiliare

Stamattina ho preso dal giornalaio un pieghevole che descrive la prossima iniziativa (congiunta) dell'assessorato alla cultura di Varzi, della biblioteca locale, della pro loco, di Varzi Viva ecc. Per sabato 28/6 "Stregoneria e Inquisizione". Prevede una serie di performances a Oramala e a Varzi. Ci saranno un convegno sull'inquisizione, aree espositive e mercatali, giochi di destrezza e sfide cavalleresche, cena nelle taverne del borgo, spettacolo teatrale e tanto altro. Purtroppo non posso allegare il volantino. Vorrei chiedere: ve la immaginate una manifestazione del genere a Godiasco ? Dove al massimo riusciamo ad organizzare salamelle & polenta o il misero mercatino "Questo l'ho fatto io" ? Siamo lontani anni luce. Mi si dirà: tanto meglio, non abbiamo la confusione e se vogliamo andare a Varzi per vedere la festa, senza la fatica di organizzarla, basta meno di mezz'ora di auto. Ma le cose non stanno così, sono più complicate. In un articolo del 14/5 La Provincia riportava un'indagine sui prezzi delle abitazioni in Valle Staffora. Lo riporto:
Seconde case, Val di Nizza batte Salice
SALICE. La primavera porta una ventata di ossigeno per un settore, quello edilizio-immobiliare, che nonostante la flessione a livello nazionale, in Valle Staffora continua il suo trend positivo. Sarà per il fascino delle colline, per il verde delle prima propaggini dell’Appennino. Ma qui il mercato della seconda casa è ancora fiorente. Basta pensare, per esempio, che a Val di Nizza, su circa 900 abitazioni, oltre 500 sono seconde case. E i prezzi? Ci vogliono dai 1300 euro al metro quadrato del Brallo ai 2200 di Varzi per acquistare una casa in Valle Staffora. I top price a Salice e Rivanazzano. Ecco il quadro immobiliare Comune per Comune. Rivanazzano. Nella località termale l’offerta rimane alta così come la richiesta d’acquisto. Il valore delle case a Rivanazzano varia dai 1600 ai 2000 euro al metro quadrato per il nuovo e dai 1200 ai 1500 per l’usato. Francesco Di Giovanni titolare dell’immobiliare Pascoli (la famiglia Di Giovanni da 30 anni costruisce a Rivanazzano) non ha dubbi: «La richiesta di seconde case è costante. E l’offerta credo sia pari alle domande. Rivanazzano ha ancora ampie possibilità di sviluppo edilizio. C’è stato, con il commissariamento del Comune un anno fa, un momento di stasi, ma ora con la nuova giunta tutto procede per il meglio sia per le lottizzazioni che per trovare nuove aree edificabili». Salice Terme. Il mercato immobiliare a Salice sta attraversando un periodo di calma dopo anni di corse forsennate alla ricerca della seconda casa. Oggi il costo al metro quadro per una casa nuova varia dai 1700 ai 2000 euro mentre per l’usato dai 1500 ai 1800. «Il mercato a Salice sta attraversando un momento di calma - sottolinea Fabio Riva titolare della Riva Immobiliare - e l’offerta è buona. Credo che la gente vada alla ricerca di immobili di qualità e in questo verso la richiesta è alta». Possibilità di nuove espansioni? «Il mercato è saturo da nuovi cantieri e ormai le aree edificabili in Salice si contano sulla dita di una mano». Godiasco. Il costo di una casa nuova al metro quadrato va dai 1300 ai 1600 euro mentre per l’usato da 1000 a 1400. Val di Nizza. Ci sono più seconde che prime case. E’ la situazione che si vive a Val di Nizza dove per acquistare un’abitazione ci voglio 1500 euro al metro quadrato per il nuovo e 1100 per l’usato. «La richiesta d’acquisto è elevata - sottolinea il sindaco Paolo Culacciati - il mercato in questo settore è sempre stato fiorente». Poggio Ferrato e Sant’Albano sono le località più gettonate. A Val di Nizza, tra l’altro, non ci sono agenzie immobiliari. Varzi. E’ la località dove le case costano di più. Ma c’è una spiegazione ben precisa: a Varzi bisogna costruire seguendo i criteri anti sismici. Per questo al metro quadro le case nuove variano dai 1700 ai 2200 euro mentre quelle usate circa la metà. «La richiesta è discreta - spiega il sindaco Ernesto Querciolli - C’è una situazione nazionale difficile, ma Varzi si difende bene». E il responsabile dell’ufficio tecnico, l’architetto Luigi Guidotti sottolinea: «A Varzi le case costano di più per i criteri antisismici. Ma questo non ha influito negativamente sulle richieste, anzi spesso c’è chi apprezza questo particolare perchè sa di abitare in una casa sicura». «Sono in atto - conclude Guidotti - alcune lottizzazione a testimonianza della richiesta di seconde case». Brallo di Pregola. Per l’acquisto di una casa il prezzo varia dai 1300 ai 1400 euro al metro quadrato. Ne bastano circa 1000 per un usato abitabile. «Negli ultimi anni - sottolinea il sindaco Bruno Tagliani - il mercato immobiliare si è rimesso in movimento proprio per le seconde case. L’area più gettonata è quella di Brallo capoluogo e di Pregola». «Purtroppo - sottolinea Tagliani - al Brallo non esistono agenzie immobiliari e questo è un fattore negativo. Pertanto chi vuole comprare deve per forza di cose rivolgersi direttamente agli imprenditori locali». Alessandro Disperati

Non è un caso che Varzi sia la più cara: è anche la più viva e questo fà premio. Il pubblico è disponibile a pagare di più per abitare in una località più attraente, dove ci sono manifestazioni intelligenti, dove vengono curati i sentieri, dove l'amministrazione comunale lavora. E il maggiore afflusso di pubblico fà nascere locali, iniziative imprenditoriali legate al turismo che nella nostra zona significano prevalentemente B&B, coltivazione di miele, frutta, verdure, piante officinali, allevamento, salumifici, caseifici ecc. E tutto questo significa creare posti di lavoro per chi abita in zona, lavoro vicino a casa, lavoro piacevole perchè fatto nella propria terra a valorizzarne le capacità e le tradizioni. E questo significa anche vedere rivalutare il valore delle proprie case, più appetite dal pubblico.
E potrei continuare a lungo. Ma tutto questo discorso era per dire che l'insipienza amministrativa, l'incapacità di organizzare e di valorizzare dimostrata dalla amministrazione comunale non deve essere salutata come l'occasione di abitare in un posto tranquillo: deve essere identificata come la principale causa dell'impoverimento della zona, della necessità del pendolariato verso Pavia e Milano, dello spopolamento del territorio.

Servizio Civile

Abbiamo chiesto più volte al comune di richiedere giovani che svolgono il SERVIZIO CIVILE per adempiere a vari incarichi sia di natura amministrativa (aiuto negli uffici comunali) sia di diverso carattere quali aiuti ai vigili, addetti alla manutenzione di sentieri e verde pubblico, di assistenza e accompagnamento per anziani e tante altre iniziative. Sarebbe un notevole aiuto per il comune e contemporaneamente una grande occasione di crescita per i giovani coinvolti. Mi è sempre stato risposto che della cosa ne occupava la Comunità Montana, che avrebbe poi provveduto a distribuire le risorse fra i vari comuni. Naturalmente, per la inguaribile insipienza dei nostri amministratori, sia comunali, sia della CMOP, non se ne è fatto nulla. Qualcuno tuttavia si muove perchè ha capito i grandi vantaggi dell'iniziativa. Ne parla un articolo su La provincia di ieri.
GIOVEDÌ, 19 GIUGNO 2008 Pagina 23 - cronaca
Servizio civile con Adolescere
A Voghera e in Oltrepo le iniziative aperte ai giovani
VOGHERA. E’ stato pubblicato il bando 2008 dell’Ufficio nazionale per il servizio civile per la selezione di volontari da impiegare in progetti diServizio Civile in Italia e all’estero. Fondazione Adolescere è protagonista con due progetti: «Volontari a Voghera» e «Noi in collina», per un totale di 18 posti a disposizione dei giovani di Oltrepo. «E’ importante che la possibilità di scelta venga recepita per quello che veramente è - spiega Andrea Capella, responsabile Servizio civile di Adolescere -. Si tratta di una grande opportunità di crescita per ragazzi e ragazze, un’esperienza unica e qualificante del proprio bagaglio di conoscenze, spendibile anche nel proprio futuro occupazionale. E’ un passaggio che lancia una sfida diretta alla crescita e alla formazione delle nuove generazioni, che aiuta a guardare lontano». Scegliere il servizio civile di Adolescere significa impegnare un anno al servizio della propria comunità e del territorio, a contatto con adolescenti e giovani per facilitare la loro crescita individuale, sociale e psicologica, attraverso azioni di animazione educativa e culturale. Ma soprattutto significa mettersi in gioco, sperimentare se stessi, comprendere motivazioni e propensioni personali, indagare le proprie competenze dell’agire, da soli e in gruppo. Per presentare domanda è necessario compilare una serie di documenti (disponibili anche all’indirizzo www.fondazioneadolescere.org) e consegnarli alla Fondazione Adolescere di viale Repubblica 25 accompagnati da: curriculum vitae (firmato e datato), copia della carta di identità (non scaduta), copia del codice fiscale, copia di attestati e diplomi conseguiti (non necessariamente attinenti ad attività previste dal progetto). La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 7 luglio alle 14.Possono fare domanda i giovani cittadini italiani, maschi e femmine di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Il compenso mensile sarà di 433,80 euro. La legge prevede che ai giovani che hanno svolto attività di Servizio civile nazionale, possono essere riconosciuti crediti formativi da spendere nel corso degli studi e nel campo della formazione professionale. L’attestato di fine servizio è utile per l’inserimento nel mondo del lavoro. Per altre informazioni sono disponibili due numeri: 0383343026 oppure 3387227989.

giovedì 19 giugno 2008

Bravo Daniele Giacobone !

PODISMO - IL PERSONAGGIO Il runner vogherese racconta la sua impresa alla Cento km del Passatore - Giacobone, sfida all’estremo di Roberto Lodigiani
Una notte intera trascorsa correndo, ecco i segreti per ultimare la prova
VOGHERA. Provate a immaginare di trascorrere un’intera notte correndo, anzichè beatamente sdraiati nel vostro letto, dallo scoccare della mezzanotte fino alle otto e mezza del mattino. E di correre non su una strada liscia, pianeggiante, ma su una tortuosa, fatta di saliscendi e di tornanti che si inerpicano fino ai mille metri. E’ l’impresa portata brillantemente a termine dal vogherese Daniele Giacobone, 41 anni, podista dell’Atletica Pavese, che ha chiuso al 14º posto la Cento km del Passatore, massacrante gara, ribattezzata «Olimpiade della follia» per la sua durezza, con partenza da Firenze e arrivo a Faenza, in Romagna, scavalcando l’Appennino. Giacobone, che di mestiere fa il tecnico addetto alla manutenzione alla casa di riposo di Godiasco, era all’esordio in questa competizione, aspra ma affascinante; alle spalle, però, aveva più di dieci maratone già disputate e una preparazione certosina.Allora Giacobone, spieghi a noi “mortali” come si fa a correre per più di otto ore senza mai fermarsi.«E’ una questione di volontà. Si corre con la testa, molto più che con le gambe. Io comunque avevo al seguito degli amici in auto che mi passavano le bottigliette d’acqua, perchè i rifornimenti della corsa erano affidati al personale delle pro loco, gente volonterosa ed entusiasta, ma poco esperta di questo tipo di gara. Vagli a far capire che i bicchieri con dentro acqua e i sali bisogna prepararli prima e non quando arrivano i corridori, che non hanno certo il tempo di fermarsi e di stare lì ad aspettare».Quant’acqua ha bevuto?«Diciamo circa un litro ogni 20 km; mi alimentavo con barrette energetiche. Sono partito pianissimo, a Fiesole dopo una decina di chilometri ero solo quarantunesimo. Poi ho aumentato il ritmo».Com’è il percorso?«Si parte da Firenze e si arriva a Fiesole, quindi si supera una collina fino al passo Le Croci, si scende a Borgo San Lorenzo e si risale al Passo Colla, mille metri di quota».Che tempo ha trovato?«Umido a Firenze; al Colla, invece, si stava bene».I suoi indumenti?«Canottiera e calzoncini».Ha avuto momenti di crisi, la tentazione di mollare tutto?«No. Mi sono ben regolato, e ho seguito un’alimentazione corretta».Quando ha iniziato la preparazione alla Cento km?«A fine marzo. Un’ora, un’ora e un quarto tutti i giorni, per poi forzare nel fine settimana, con allenamenti di 5-6 ore. Ho corso soprattutto fra il Penice e il Passo del Brallo, cercando di ricreare un’ambientazione simile a quella della gara».Lei è considerato uno specialista della corsa in altura. Ma prima della Cento km del Passatore aveva affrontato altre prove altrettanto se non più dure?«Direi che questa è stata la più dura, ma neppure la Pistoia-Abetone scherzava: 52 chilometri in gran parte in salita, fino a 1.400 metri di altitudine. L’ho fatta lo scorso anno, sono arrivato 13º».Il prossimo impegno?«Sto pensando alla 85 km di Cormayeur, a metà luglio».Quando ha cominciato a correre?«Lo facevo già da ragazzino, ma seriamente da una quindicina d’anni».
(04 giugno 2008)

martedì 17 giugno 2008

Fontana tu che fontano io !




Iniziò Beniamino Barbieri, ex sindaco di Rivanazzano. Mise una fontana sulla rotatoria. Non l'avesse mai fatto. Doveva il nostro beneamato sindaco sopportare l'onta ? Giammai ! E allora vai a farsi progettare, dall'architetto Bosi ,una fontana a Salice: "per distinguere dov'è il centro del paese" ebbe intelligentemente a spiegare in una intervista il sagace Deantoni. E fu, o meglio, sarà, una fontana "da ricchi", roba fina, non come quella che ci avrebbe progettato gratis l'architetto Trevisan di Salice. E infatti costerà, a preventivo, oltre 350.000 euro, ma "parzialmente finanziata dalla regione" dirà sempre l'illuminato sindaco, come se i soldi la regione li avesse vinti al Lotto, e non prelevati dalle tasche dei cittadini. Che poi i lavori della fontana siano iniziati quando invece Salice dovrebbe essere già in ordine, pronta per ricevere i turisti, non conta. Il nostro sindaco, forse anche metereologo, sapeva che questa estate sarebbe piovuto ed allora inizia la costruzione in aprile. Che poi ancora non si sia neppure a un terzo dei lavori non è certamente colpa sua, ma del destino cinico e baro che complotta sempre contro, aizzato, il destino, dai maligni della minoranza. Ma con il provocatore Barbieri (e successori) non basta vincere, il combattivo nostro sindaco lo vuole stracciare. E allora di fontane ne fa una seconda, moderna e libera interpretazione di un trogolo per lavarci panni e ortaggi. E la piazza nell'altra rotonda, costo come la fontana di Salice, 350.000 euro (ma sempre finanziato da .... ecc). E il neo trogolo viene ben rivestito di plastica celeste, a mo' di piscinetta: potrebbero forse farci il bagnetto i bambini di Godiasco visto che la "loro" piscina nel parco Montale è in disuso, neppure usata per coltivarci il prezzemolo. Bravo sindaco, lei è veramente in gamba. Sta facendo sforzi sovrumani per far capire ai cittadini che granchio hanno preso a votarla, quattro anni fa. E ci riesce benissimo.

Ciclabile con piscina ?

Leggo su La Provincia e, divertito, riporto:
MARTEDÌ, 17 GIUGNO 2008 Pagina 28 - cronaca
RETORBIDO Allagata la ciclabile
«Non sapevo che la pista ciclopedonale realizzata di recente tra Retorbido e Codevilla fosse munita anche di piscina». Con queste ironiche parole Giovanna Trambaiolli, consigliere di minoranza del comune di Retorbido, critica i lavori della ciclabile. L’inaugurazione del nuovo tracciato era prevista per domenica scorsa, poi rimandata a causa del maltempo. Adesso acqua e fango sommergono un lungo tratto compreso tra il ponte ferroviario e l’ex stazione nel territorio di Codevilla. «È possibile che un’opera pubblica, costata ai cittadini 150mila euro e appena ultimata, sia già impraticabile?. I costi sostenuti comprendono la parcella dei tre professionisti incaricati alla progettazione e direzione dei lavori, lo studio geologico-geotecnico, i rilievi plano-altimetrico e la redazione del piano per la sicurezza e il coordinamento». (f.cal.)

giovedì 12 giugno 2008

Indagini sui rifiuti

Dall'agenzia giornalistica ASCA
RIFIUTI: A PAVIA SCATTA L'OPERAZIONE IRON
(ASCA) - Milano, 12 giu - Tre ordini di custodia cautelare in carcere, venticinque perquisizioni presso impianti, uffici e abitazioni dislocati tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, e quindici persone indagate. Sono questi i risultati conclusivi dell'''Operazione Iron'' avviata lo scorso anno dal Corpo forestale dello Stato su un vasto traffico illecito di rifiuti ferrosi.Le indagini - coordinate dalla Procura di Voghera - scaturirono nel febbraio 2007 da segnalazioni di associazioni ambientaliste e cittadini, allarmati dalla presenza ricorrente di autotreni carichi di rifiuti ferrosi nel territorio del Comune di Rivanazzano (Pv). Dalle successive verifiche e' emersa l'esistenza di un traffico illegale di rifiuti riconducibile alle attivita' organizzate di tre societa' dell'Oltrepo' pavese, oltre ad una ditta degli stessi titolari con sede in territorio francese, tutte operanti nei settori di raccolta, recupero, trasporto e intermediazione di rottami ferrosi. Le societa' effettuavano il deposito dei rifiuti a Rivanazzano, presso l'impianto di recupero della principale ditta implicata.Gli indagati avevano gestito abusivamente nel tempo una mole di rifiuti pari a 13 mila tonnellate, ottenendo risparmi di spesa e profitti illeciti e commettendo gravi violazioni delle normative ambientali e fiscali in tema di rifiuti. Il materiale ferroso gravemente inquinato, accompagnato da documenti comprovanti una falsa regolarita', veniva poi consegnato alle acciaierie evitando in tal modo i costi di selezione e di smaltimento dei rifiuti pericolosi derivati dal recupero.fcz/cam/bra
(Asca)

lunedì 9 giugno 2008

Parco Salice .... chi ha visto il finanziamento ?




queste due fotografie, scattate l'11 maggio, testimoniano lo stato di profondo degrado in cui versa il parco di Salice Terme. Ma per rendere una compiuta idea della situazione necessiterebbe una foto anche alle decine di alberi secchi, al retro cadente dell'ex grand hotel, agli attrezzi marcescenti del percorso vita, ai prati incolti ecc.
Stringe il cuore vedere il gazebo assediato dalle erbacce ed andare alla memoria di quando, non tanto tempo fa, fungeva da sfondo alle foto di sposi il giorno delle nozze. A tanto è arrivata l'incuria ed il disinteresse dell'amministrazione che con questi risultati "festeggia" i 33 anni di conduzione del comune. E intanto tutti si lamentano, i cittadini ed i turisti, domenicali e non. Questo è il biglietto da visita che esibiamo per sviluppare il turismo?
Ma intanto abbiamo trovato traccia, nel Bilancio di Missione della Fondazione CARIPLO per l'esercizio 2006, di un finanziamento di 500.000 (!!!) euro per il parco di Salice (chi fosse interessato a riceverlo in formato .pdf può richiedercelo). E' possibile trovarlo andando su http://www.fondazionecariplo.it/portal/upload/ent3/1/testo%20bilancio2006.pdf . La cosa inaudita è che beneficiaria del finanziamento veniva indicata la Comunità Montana (CMOP)! Il parco è nel comune di Godiasco, il comune stesso è socio al 47% della Terme di Salice SpA, ma il finanziamento viene destinato alla CMOP ? Sembra di sognare. Forse che la Fondazione non si fidava di mettere tutto quel denaro nelle mani dell'amministrazione guidata da Deantoni (ma strettamente sorvegliata da Berogno) e preferiva incanalarla verso le "fidate mani" del presidente della CMOP, Berogno stesso ? Non è dato sapere se il finanziamento deliberato sia stato poi effettivamente erogato, ed in caso contrario per colpa/demerito di chi. Per questo abbiamo scritto la seguente lettera al sindaco Deantoni, inviandone copia per conoscenza anche al presidente della Comunità Montana.

E p.c.
Sig. ELIO BEROGNO
Presidente della
COMUNITA’ MONTANA DELL’OLTREPO’ PAVESE
VARZI
Sig.
ANGELO DEANTONI
Sindaco del Comune di
27052 GODIASCO — PV
Salice Terme, 09 giugno 2008
Oggetto: Finanziamento per recupero e conservazione del Parco di Salice Terme.

Abbiamo letto su Il Bilancio di Missione per l’esercizio 2006 della Fondazione CARIPLO (che alleghiamo alla presente in formato elettronico .pdf) a pagina 39, il seguente passo:
Conservazione e protezione delle risorse naturali:
Comunità Montana dell'Oltrepo' Pavese (Varzi PV) per interventi di recupero e conservazione del parco delle Terme di Salice contributo di 500.000 euro
Per quanto sopra, siamo a chiederle:
- se lei avesse avuto notizia del fatto;
- se lei può spiegarci come mai la Fondazione dedichi un finanziamento destinato al parco di Salice, appartenente alla Terme di Salice SpA di cui il nostro comune è socio al 47%, usando come tramite la CMOP apparentemente estranea alla cosa;
- se le risulta che il finanziamento sia stato effettivamente erogato ed eventualmente con quale concreto utilizzo;
- se le risultasse non erogato, a chi e a quali circostanze se ne possa imputare la mancata erogazione;
- quali concrete iniziative la sua amministrazione ha posto in essere, in caso di mancata erogazione, per stimolare il finanziamento.

Quanto sopra perché costatiamo le penose condizioni di conservazione del parco che costituiscono una pessima presentazione per la nostra comunità e per la società partecipata dal comune stesso. In attesa di leggere una sua cortese risposta, le porgiamo i nostri più distinti saluti.
Alberto Sorrentino
Capogruppo di UNITI PER GODIASCO

giovedì 5 giugno 2008

Ancora sul parco di Salice

un articolo su La Provincia di oggi parla del parco di Salice. Tralascia che noi di Uniti per Godiasco ci siamo occupati della faccenda a più riprese, ma non importa: il problema è serio e grave, l'importante è che se ne parli per mettere ognuno davanti alle proprie resposnsabilità. Ecco l'articolo ....
GIOVEDÌ, 05 GIUGNO 2008
Pagina 26 - cronaca
Il polmone verde di Salice è malato
Esperti e amanti del parco d’accordo, un patrimonio a rischio
SALICE. Sugli opuscoli del Consorzio Terme di Lombardia, Salice significa cure termali nel verde. Ma quei 20 ettari di verde, oggi, sono solo un’ipotesi. I frequentatori abituali del parco, di proprietà di Terme di Salice ma pubblico per tradizione, sono in allarme: in gioco c’è uno dei pochi polmoni d’Oltrepo. Sul capitolo il municipio sembra latitante, specie da quando nel 2005 le quote di maggioranza dello stabilimento termale pubblico vennero privatizzate, all’indomani dell’emersione di una maxi crisi di liquidità. Oggi nessuno fa pressing sul Comune, comunque in consiglio d’amministrazione come socio minoritario, bussano tutti alla porta di chi ha rilevato le Terme. I nuovi azionisti privati, il gruppo Camuzzi di Ruggero Jannuzzelli prima (presidente Giovanni Azzaretti) e il gruppo Afin della famiglia Fabiani oggi (presidente Fabrizio Longa), trattandosi di milioni di euro d’investimento hanno scelto di procedere per gradi. Prima si è pensato alla ristrutturazione e poi al riassetto di uno stabilimento i cui conti erano in passivo. A quei 20 ettari di parco invece, a quella selva di piante ad alto fusto, a quel percorso salute oggi malaticcio nessuno sembra ancora pensare. Se il parco è malato, serve un esperto per tentare una cura. Malanni verdi. Pietro Cavagna, docente di Scienze e ricercatore del Gallini di Voghera, fa la sua diagnosi: «L’ultima piantumazione è stata fatta pensando a risultati a breve termine. Si è cioè intervenuti mettendo un albero a ridosso dell’altro. Per qualche anno è andato tutto bene, poi man mano che le piante crescevano, per dirla con parole semplici, si sono soffocate l’una con l’altra». Un decorso agevolato dall’incuria. «Forse intervenendo anno per anno si sarebbe potuto preservare l’investimento iniziale - commenta il docente -, adesso recuperare tutte le piante credo sarebbe troppo costoso e in qualche caso addirittura impossibile». L’esperto conferma che molti di quegli alberi sono pazienti gravi: «Bisogna concentrarsi sugli esemplari di maggior pregio, curare quelli meno compromessi e stendere un piano di sfoltimento mirato». A devastare l’ecosistema del parco di Salice è stato comunque anche il clima: «Il disseccamento da aridità estiva è un autentico flagello per le conifere, specie per le sequoie». Anche i pini, in Oltrepo, non sono più sempreverdi: «Hanno grossi problemi per la mutazione climatica e perché, non essendo autoctoni, risentono di un habitat che non è il loro. Discorso diverso vale per i cedri dell’Himalaya, una specie molto resistente che si è adattata». Secondo Cavagna, nel ridisegnare il verde del parco di Salice, bisognerebbe partire dalle piante monumentali: «Nella zona del paddock dei cavalli ci sono roverelle da salvare assolutamente, per la loro bellezza e il valore storico». Cure, subito. E intanto il Comune di Godiasco, che delle Terme è socio di minoranza, sta costruendo una fontana nel centro di Salice per un impegno di spesa pari a circa 340 mila euro (parte della somma servirà per un piccolo make up di piazza Marconi). Si promette che la Regione cofinanzierà il piano. «Se i soldi c’erano perché non partire dal curare lo storico parco delle Terme ottenendo in cambio, dal socio privato, la garanzia della sua apertura al pubblico?». Passeggiando per Salice si respira aria di pessimismo: insieme all’intensità del verde del parco è calato anche il giro d’affari dei negozi del centro. Si fatica. Le cartoline di trent’anni fa sono ricordi sbiaditi. Eppure, tornando ancora più indietro, nel parco di Salice hanno passeggiato illustri ospiti come Marinetti (il padre del Futurismo) e la poetessa Ada Negri, cui è stata intitolata anche una quercia. Fra gli amici di Salice anche il campione Fausto Coppi e tanti fantini di caratura internazionale: chi non ricorda il parco trasformato in set per i più grandi concorsi ippici? Frammenti di un passato che si chiede alla politica di far tornare presente. Emanuele Bottiroli

Salvate (SALVIAMO) il parco di Salice

leggo stamattina:
« Una mamma: giovani, basta violenza
Salvate il parco di Salice
Caro direttore, leggo sulla Provincia pavese di quanto hanno fatto i bambini per la Giornata del Verde Pulito nel parco delle Terme di Salice. Senza sapere di questo, ero stata al parco lunedì 19 maggio e infatti non c’era né una cartaccia né una plastica in giro.Bravi gli alunni di Godiasco e di Salice, bravi coloro che hanno organizzato e reso possibile tutto questo e coloro che in ogni caso hanno collaborato. Ottima iniziativa.Era ormai tanto tempo che non mi recavo nel parco e sono rimasta stupita nel constatare lo stato di abbandono e di noncuranza che traspare. C’è l’angolo della piscina bellissimo ed elegante e, subito di lato, il grande prato dove si svolgevano le gare ippiche che attiravano a Salice Terme i più grandi cavalieri di salto agli ostacoli.Ora il prato e gli annessi sono solo un patetico e triste, nostalgico ricordo di quei tempi: persino gli steccati sono cadenti e sberci. I bellissimi alberi che ricordavo, quel grande polmone di verde, i prati, i fiori ben curati, dove è finito tutto questo? Perduto fra alberi secchi, spogli, malati. Sembrano abbandonati all’incuria più totale, condannati dall’indifferenza forse?Li si scopre, con una sorta di incredulità, fra gli alberi del parco ancora sani e grandiosi e quanti sono. C’è una ragione per tutto questo? Sono forse condannati da un costo eccessivo che la cura sistematica e continua del parco richiederebbe alle casse del Comune? Oppure questa moria è dovuta a cause che sono all’attenzione e che non si riesce ad arginare?Non so se Salice Terme o le Terme di Salice abbiano competenza e/o responsabilità di tutto questo o se ne abbia il Comune di Godiasco, cui appartiene Salice Terme. In ogni caso mi auguro che si provveda, e presto, perché sono anche pericolosi, non sono un botanico ma credo che qualcuno di quei poveri scheletri del rigoglioso verde del tempo che fu potrebbe anche schiantarsi al suolo.Passo spesso da Rivanazzano e vedo che il verde pubblico è tenuto come un gioiello e mi chiedo come mai non si possa fare altrettanto a Salice che pur vanta altrettanta eleganza, prestigio, ottime cure termali, ville da capogiro e quanto altro. Brutto fare confronti, ma viene proprio spontaneo un pensiero. L. M. Voghera
Gentile lettore, Salice è una grande ricchezza della nostra provincia e richiederebbe davvero uno sforzo comune (forse non solo del Comune) per tornare all’antico splendore. Ma quando non c’è il business, ecco che tutti se ne disinteressano. I privati cercano spazio, sanno che, nel momento in cui il paese ridecollerà, gli affari si potranno fare. Al pubblico toccherebbe vigilare. Sempre. E dare un indirizzo vero. Concreto. Ma si sonnecchia. In attesa di cosa? p.fiorani@laprovincia pavese.it