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lunedì 3 agosto 2009

Già nel giugno 2008 si scriveva ....

La Provincia scriveva ------
5-06-08, 26 Cronaca
Il polmone verde di Salice è malato
SALICE. Sugli opuscoli del Consorzio Terme di Lombardia, Salice significa cure termali nel verde. Ma quei 20 ettari di verde, oggi, sono solo un’ipotesi.
I frequentatori abituali del parco, di proprietà di Terme di Salice ma pubblico per tradizione, sono in allarme: in gioco c’è uno dei pochi polmoni d’Oltrepo. Sul capitolo il municipio sembra latitante, specie da quando nel 2005 le quote di maggioranza dello stabilimento termale pubblico vennero privatizzate, all’indomani dell’emersione di una maxi crisi di liquidità. Oggi nessuno fa pressing sul Comune, comunque in consiglio d’amministrazione come socio minoritario, bussano tutti alla porta di chi ha rilevato le Terme. I nuovi azionisti privati, il gruppo Camuzzi di Ruggero Jannuzzelli prima (presidente Giovanni Azzaretti) e il gruppo Afin della famiglia Fabiani oggi (presidente Fabrizio Longa), trattandosi di milioni di euro d’investimento hanno scelto di procedere per gradi. Prima si è pensato alla ristrutturazione e poi al riassetto di uno stabilimento i cui conti erano in passivo. A quei 20 ettari di parco invece, a quella selva di piante ad alto fusto, a quel percorso salute oggi malaticcio nessuno sembra ancora pensare. Se il parco è malato, serve un esperto per tentare una cura. Malanni verdi. Pietro Cavagna, docente di Scienze e ricercatore del Gallini di Voghera, fa la sua diagnosi: «L’ultima piantumazione è stata fatta pensando a risultati a breve termine. Si è cioè intervenuti mettendo un albero a ridosso dell’altro. Per qualche anno è andato tutto bene, poi man mano che le piante crescevano, per dirla con parole semplici, si sono soffocate l’una con l’altra». Un decorso agevolato dall’incuria. «Forse intervenendo anno per anno si sarebbe potuto preservare l’investimento iniziale - commenta il docente -, adesso recuperare tutte le piante credo sarebbe troppo costoso e in qualche caso addirittura impossibile». L’esperto conferma che molti di quegli alberi sono pazienti gravi: «Bisogna concentrarsi sugli esemplari di maggior pregio, curare quelli meno compromessi e stendere un piano di sfoltimento mirato». A devastare l’ecosistema del parco di Salice è stato comunque anche il clima: «Il disseccamento da aridità estiva è un autentico flagello per le conifere, specie per le sequoie». Anche i pini, in Oltrepo, non sono più sempreverdi: «Hanno grossi problemi per la mutazione climatica e perché, non essendo autoctoni, risentono di un habitat che non è il loro. Discorso diverso vale per i cedri dell’Himalaya, una specie molto resistente che si è adattata». Secondo Cavagna, nel ridisegnare il verde del parco di Salice, bisognerebbe partire dalle piante monumentali: «Nella zona del paddock dei cavalli ci sono roverelle da salvare assolutamente, per la loro bellezza e il valore storico». Cure, subito. E intanto il Comune di Godiasco, che delle Terme è socio di minoranza, sta costruendo una fontana nel centro di Salice per un impegno di spesa pari a circa 340 mila euro (parte della somma servirà per un piccolo make up di piazza Marconi). Si promette che la Regione cofinanzierà il piano. «Se i soldi c’erano perché non partire dal curare lo storico parco delle Terme ottenendo in cambio, dal socio privato, la garanzia della sua apertura al pubblico?». Passeggiando per Salice si respira aria di pessimismo: insieme all’intensità del verde del parco è calato anche il giro d’affari dei negozi del centro. Si fatica. Le cartoline di trent’anni fa sono ricordi sbiaditi. Eppure, tornando ancora più indietro, nel parco di Salice hanno passeggiato illustri ospiti come Marinetti (il padre del Futurismo) e la poetessa Ada Negri, cui è stata intitolata anche una quercia. Fra gli amici di Salice anche il campione Fausto Coppi e tanti fantini di caratura internazionale: chi non ricorda il parco trasformato in set per i più grandi concorsi ippici? Frammenti di un passato che si chiede alla politica di far tornare presente. Emanuele Bottiroli

Il tempo passa, ma i problemi restano.

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