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domenica 21 ottobre 2012

La Rocca de' Ghislanzoni: passato e presente

A seguito della foto (che era) in home page, Ludovico Premoli, proprietario della struttura, mi ha inviato due scritti, una sintetica storia del borgo e alcune considerazioni sui suoi progetti di sviluppo.
Ben volentieri li riporto con l'augurio che presto la collettività possa visitare il complesso di così rara bellezza e passare, magari, qualche ora lieta in questa struttura che contribuisce a rendere unico il nostro Oltrepò (e in particolare la valle Staffora, se mi è consentito un briciolo di campanilismo).
Qua propongo solo poche foto, con il rammarico di non aver convenientemente illustrato tutta la struttura. Ne esistono comunque diverse nel sito del complesso (clicca QUA e QUA).


Un Borgo fuori dal tempo

Era feudo del Vescovo di Tortona, cui succedette nel   XII secolo la famiglia dei  Signori Ruino di Montepicco e quindi nella metà del XIV secolo i Nobili di De Curle, da questi alla storica famiglia nobile dei Conti Dal Verme del Gran Ducato di Milano.
Successivamente occupato dai mercenari inglesi della Compagnia Bianca al soldo del Marchese di Monferrato nel 1622, ritornò quindi feudo del  Vescovo di Tortona che investì la famiglia Grassi  quali feudatari.
Nel 1700 la proprietà passò alla nobile famiglia dei Gambarana  e sul finire del 1700 pervenne ai  Baroni de Ghislanzoni.
Il Borgo della Rocca che ancora oggi mantiene il nome storico di Rocca de Ghislanzoni e’ attualmente di proprietà dei  Conti Premoli discendenti della Baronessa Eugenia de Ghislanzoni.
Il compendio di Rocca Susella ha subito nel passare dei secoli innumerevoli  trasformazioni a seconda delle destinazioni, da feudo e roccaforte, a monastero di clausura per divenire borgo agrario con castello gentilizio.
Arricchito di cappella gentilizia e di  loggiato a doppie arcate per unirlo alla torre merlata a sua volta adattata a torre campanaria con 4 campane ed orologio capace di suonare anche i quarti, verso la metà del XVIII secolo, fu poi  occupato durante il secondo conflitto mondiale dalle forze della Wermacht tedesca  e utilizzato quale punto radiofonico ( postazione Dicat) per avvistare i bombardieri alleati provenienti dal golfo di Genova e diretti a bombardare la città di Milano nel 1945.
Oggi il Borgo si apre al pubblico quale location per eventi esclusivi e per ricezione turistica. Il grande parco secolare con i suoi possenti cedri del Libano incornicia il Borgo e costituisce naturale palcoscenico, con l’affascinante panorama, sulla pianura sino alle Alpi.

Questo il passato. Per il presente ...

Oggi dopo la ristrutturazione intercorsa negli ultimi 2 anni , il Borgo meglio si presta ad eventi quali matrimoni, concerti , mostre o altro con spazi interni che permettono di accogliere sino a 150 persone.
La presenza di una "cucina" per i catering permette agli operatori del settore di avere uno spazio comodo ed efficente per la preparazione di pranzi e cene.
Alla fine della ristrutturazione della facciata del loggiato, sarà disponibile  una zona salotto al primo piano del loggiato per permettere ai clienti di beneficiare di un ulteriore spazio affacciato sul parco e con la meravigliosa vista sulla pianura padana.
Il Borgo è completamente illuminato anche di notte sia con luci dall'alto sia con fari a sfioro dai prati e con le lanterne chiavarine.
L'azienda agricola che circonda il Borgo è inoltre da quest'anno certificata biologica, mentre gli impianti fotovoltaici realizzati sui tetti dei capannoni agricoli garantiscono autosufficenza energetica per la azienda agricola.
I pannelli solari termici garantiscono acqua calda nei mesi estivi alla location e la possibilità di scaldare l'acqua di una potenziale piscina.
La struttura beneficia inoltre di un piccolo bed and breakfast con sei camere con relativi bagni che è mia intenzione appena potrò, di completare con la realizzazione delle altre 6 camere all'ultimo piano previste a suo tempo.
Il tema turismo nei boschi potrebbe garantire alla struttura quegli ulteriori servizi capaci di attrarre clienti e se possibile trattenerli un pò nei nostri territori.
Certo la creazione di un circuito culturale, gastronomico e artistico ( penso a visite ai Castelli dell'Oltrepò , alle cantine dei produttori di vini , all'Eremo di Sant' Alberto di Butrio o alle varie piccole Chiese sulle colline e quant'altro.............saghe comprese che colorano di tradizione ed interesse per gli stranieri ) a cui potersi appoggiare, potrebbe completare un'idea che altrimenti risulterebbe avulsa dal contesto e non integrata nel territorio.



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