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venerdì 5 ottobre 2012

Reagire o affogare?

Un lettore mi invia il seguente articolo. 
Situazione diversa, problematiche diverse. 
Certamente. 
Ma forse qualche riflessione ..... che sia sempre lo stesso problema di avere idee, di delineare strategie, di fare investimenti? 
Che, tradotto in italiano corrente, suonerebbe come "fare impresa"?
Per leggerlo sul sito del giornale clicca QUA

Alberghi chiusi e i tagli della Merkel Il declino della capitale delle terme  -  Abano e Montegrotto dal glorioso passato ai tedeschi che non hanno più la mutua e disertano. Il crollo delle presenze, il wellness che soppianta i fanghi

ABANO TERME (Padova) — «Lo sa qual è l’unico tedesco che ho visto quest’anno? La Merkel, l’altra sera al telegiornale». Il gioielliere del centro non ha perso il gusto della battuta, anche se la signora cancelliera, da queste parti, non è mica tanto popolare. Il suo governo, quello dell’austerity teutonica, giusto due anni fa ha inferto l’ultimo colpo a uno tra i sistemi di welfare più invidiati dell’Occidente, quello delle mutue. Le quali, avendo accumulato un disavanzo da nulla (11 miliardi di euro), sono state messe a stecchetto da frau Merkel e hanno definitivamente smesso di rimborsare ai loro iscritti tutta una serie di prestazioni sanitarie, compresa la mitica thermalfangoterapie in Abano. I fanghi ad Abano passati dalla mutua. Agli albori del terzo millennio, la clientela tedesca faceva da sola più del 60% delle presenze negli oltre cento alberghi del bacino termale euganeo - il più grande d’Europa!, ripetono come un mantra da queste parti -, oggi è abbondantemente sotto il 30. Quelli che mancano all’appello se ne stanno in casa a Baden Baden, dove i rimborsi corrono ancora.
Oppure vanno alle terme in Austria o in Slovenia/Croazia, dove in genere spendono meno e trovano, per dirsela tutta, strutture dall’età media notevolmente inferiore a quelle un po’ fané di Abano e Montegrotto. Perché non può essere soltanto colpa delle mutue indebitate e di frau Merkel se, come ricorda l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi, «dal 2007 il bacino euganeo registra pesanti segnali di declino». Pesanti quanto? Preparatevi ai numeri: 900 mila presenze in meno in quattro anni (2007-2011). «Nei primi sei mesi 2012 - evidenzia Finozzi - il calo resta preoccupante: gli arrivi di turisti italiani (che rappresentano il 12% del totale) segnano un meno 2,42, quelli tedeschi e austriaci scendono del 3-4%. Crescono invece le presenze di russi (più 30) e ucraini». È un sollievo, gli ucraini ci salveranno. Rimane il fatto che, in questo lungo autunno delle terme, tutto ad Abano sembra un po’ surreale. L’atmosfera retrò, i turisti e i personaggi che s’incrociano per strada, i camerieri che vanno al lavoro in giacca crema pantaloni neri e papillon, i fanghini - emerita categoria professionale che, al mondo, esiste soltanto qui - in piedi dalle 4 del mattino, i duetti e le arie d’opera proposti al Kursaal per lo svago degli ospiti, gli alberghi pieni di charme e di storia come l’imperial Trieste-Victoria, dove ogni suite ha un nome proprio che rimanda al generale Diaz o al parigrado Badoglio, vicini a grattacieli abbandonati di vetro e cemento come quello del fu hotel Centrale, chiuso da qualche anno, le cui architetture moderniste in stato d’abbandono adesso fanno tanto Unione Sovietica.
Per non dire del Montecarlo di Montegrotto, letteralmente murato per prevenire intrusioni notturne dallo Sceriffo del posto, quel Luca Claudio che ha scoperto il dono dell’ubiquità politica: ha fatto il sindaco di Montegrotto per due mandati (ma, dicono i maligni, continua a farlo per interposta persona) e ora esercita la sindacatura ad Abano, per volontà del popolo sovrano. Qui ogni cosa sembra rimandare a un glorioso passato. Che è passato, per l’appunto. È questa, al di là dei tedeschi e delle loro mutue tagliate, la vera cattiva notizia per i quattromila addetti diretti (più indotto) che campano della monocoltura termale. Non sarà un caso se il primo quadrimestre dell’anno (fonte Federalberghi) ha fatto registrare una contrazione media del fatturato del 15%, con punte del 30 in alcune strutture, e se nell’ultimo decennio sono stati chiusi 18 hotel all’interno del bacino termale euganeo. Il passato pesa anche a livello contrattuale e sta declinando questa crisi sotto forma di conflitto sindacale, come se non bastasse tutto il resto. Ridotta all’osso, la questione è la seguente: numerose aziende alberghiere intendono applicare contratti di lavoro a tempo determinato sulla base della stagionalità e vogliono mettere in mobilità i dipendenti, riassumendoli poi con un diverso inquadramento; i sindacati fanno resistenza perché, rinunciando all’assunzione a tempo indeterminato, per i lavoratori non ci sarebbe garanzia di essere riassunti di stagione in stagione.
Gianluca Bregolin, presidente degli albergatori di Abano-Montegrotto, ha scritto così al consiglio regionale, impegnato in una seduta straordinaria sulla crisi del bacino termale: «Siamo in un momento, come per molte altre imprese in Italia, in cui dobbiamo cercare di salvare il salvabile e fare di tutto a prescindere per tenere gli alberghi aperti, assicurando un posto di lavoro ai dipendenti, indipendentemente dal contratto applicato. Le aziende, in questi momento di stagnazione, non possono garantire ai lavoratori quello che davano in passato ». In Regione non ci sentono molto, da quest’orecchio: hanno risposto con un impegno a «sviluppare l’attività termale tutto l’anno e consolidare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato ». Per l’appunto. Qui dicono che il futuro, se c’è, sta in una profonda riconversione, non soltanto strutturale: meno terapie e più benessere termale. Qualche fango in meno e un po’ di svago in più. Sostiene Gianluigi Braggion, albergatore del Miramonti di Montegrotto, che ha investito e molto nel progetto terme di Relilax: «Io porto la nostra esperienza: credo nel termalismo e nell’ospitalità, il nostro hotel lo chiamiamo casa. Anche in questo periodo stiamo lavorando bene, all’85% con clientela italiana, e resto convinto che la differenza in positivo non la facciano soltanto la strutture bensì soprattutto il personale, che resta il nostro miglior biglietto da visita con il cliente. La crisi? In passato - aggiunge Braggion - molti hanno fatto scelte di quantità. Rispettabilissime, per carità, ma in tempi come questi la quantità paga meno». Ad Abano ci veniva, in gran segreto, persino il colonnello Gheddafi, che qui avrebbe addirittura pianificato il colpo di stato che lo portò al potere nel 1969. Oggi, farebbe comodo anche uno Chavez qualsiasi.
Alessandro Zuin
04 ottobre 2012© 

Sul sito internet che riportava l'articolo era presente anche il seguente commento:

...Cari Albergatori...e....Assessori al Turismo....

...avete i fanghi...sotto terra...avete i Colli Euganei...avete Venezia..le Dolomiti ( Unesco )....avete Sant Antonio da Padova...avete la cucina Italiana...ma cosa volete di più ancora per attirare Turisti da tutto il mondo....?????? Ma avete un Programma adeguato ...ma sapete...suonare campanelli...???? Ma sapete vendere???? No....non sapete vendere...!!!!!, non sapete adeguare i Vs Hotel alla richiesta, non sapete adeguare al Città di Abano e Montegrotto alle richieste....ma sapete quante piste ciclabili ci sono in Alto Adige ???? Ma , secondo Voi al Gente perchè deve venire una settimana da Voi...per fare 2 ori di fanghi o cure ???? non vorrete mica intrattenere i turisti con 4 ore di fanghi di mattina e 4 ore di pomeriggio dargli un brodino per cena e mandarli in camera con al TV che parla tedesco ???? Idee al passo con i tempi...saluti utopia

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