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domenica 23 marzo 2008

Canevino: complimenti all'amministrazione

A Canevino l'amministrazione opera il recupero di 4 antichi sentieri. La valorizzazione del patrimonio collinare risponde ad una esigenza sentita dai residenti e dai turisti. Le nostre colline sono percorse da un dedalo di sentieri che erano percorsi per collegare un paese all'altro quando ancora le auto non esistevano, probabilmente fino a non più di una cinquantina di anni fa. Inutile dire che nel nostro comune neppure se ne parla: la sonnolenta amministrazione si sveglia dal suo torpore solo quando c'è da fare danno .....
Riporto l'articolo de La Provincia ...

DOMENICA, 23 MARZO 2008

Pagina 22 - cronaca

Il progetto. Obiettivo dell’amministrazione comunale è ora il possibile sfruttamento delle erbe officinali

Canevino ritrova i sentieri della salute

Recuperati e valorizzati quattro antichi percorsi in collina



Anche il parroco è da tempo impegnato a trovare nelle carte le preziose ricette

CANEVINO. Ritrovati e salvati gli antichi sentieri lungo un colle boscoso che rappresenta uno scrigno di natura e di storia e che sovrasta in modo suggestivo e unico il piccolo borgo di Canevino. In una terra prettamente dedicata al vino, Canevino possiede anche un polmone verde molto particolare e di rara bellezza. Un progetto che attira l’interesse dei turisti. La passate amministrazione, guidata dal sindaco Luigi Chiesa, oggi vicesindaco, ha realizzato interventi destinati ad esaltare queste qualità del luogo. Un risultato che non ha però visto protagonista solo il Comune, ma anche la parrocchia guidata da don Mario Fara. Un colle che assomiglia ad un’isola da cui la panoramica, nelle giornate serene, spazia indisturbata dal Penice alle Alp,i mentre più da vicino offre una varietà di piante e di fiori che testimoniano il passato ed il presente di questo monte. «I vigneti arrivano proprio ai piedi del colle fino a 400 metri di altezza - spiega il vicesindaco Luigi Chiesa - da lì in poi non si hanno altro che piante ad alto fusto e piante medicinali, oltre ad innumerevoli fiori. E per riportare alla luce quei percorsi battuti dalla gente del posto fin dalle epoche più antiche, come testimoniano i documenti ritrovati da don Mario, abbiamo voluto organizzare una serie di sentieri che permettono di addentrarsi nel bosco e scoprirne le presenze arboree e floreali». Sono quattro i sentieri realizzati a partire dal più importante, ovvero il «sentiero di San Colombano», solo 800 metri di tragitto, suggestivo e lastricato grazie anche al contributo che dieci anni fa venne erogato dalla Regione Lombardia e che collegando la frazione Caseo al Monte. Tracciato che ripropone una parte del percorso seguito dal corteo funebre con le spoglie dell’abate dirette a Pavia: un percorso di enorme rilievo poiché proprio qui avvenne l’unico miracolo che permise all’abate Colombano di diventare poi santo: un bimbo muto dalla nascita riacquistò la parola. Un altro percorso é quello «delle pietre strette» e come spiega il vicesindaco, il nome era dato per la presenza di tre massi rotolati in antico dalla cima cimadel monte creando un passaggio ristretto attraverso il bosco. Altri due sentieri sono quello «del vasciò» con un’imponente macigno, e il «sentiero della preda» con una sorgente di acqua freschissima anche nei giorni più torridi. «Il bosco attraversato da questi sentieri, presenta ogni tipologia arborea tipica dell’Oltrepo come la flora spontanea dell’Appennino - spiega Chiesa - e si va dal frassino al castagno, dal rovere al pioppo, dall’ontano al maggiociondolo, piante particolari e a volte rimaste solo qui; ma ci sono anche tantissimi fiori e un’ampia presenza di piante medicinali». E proprio in questo campo, il Comune aveva realizzato un progetto che per ora resta ancora nel cassetto per mancanza di fondi. Erbe preziose. «Visto l’interesse crescente per le erbe officinali, si era pensato di rivalutare una nostra essenza tipica, ovvero l’assenzio, per promuovere il territorio con un prodotto tipico diverso dai soliti - aggiunge Chiesa - Ancora una volta infatti, don Fara ha ritrovato fra i documenti del canonico don Grassi parroco qui dal 1908 al 1961, una antica ricetta rimasta segreta per preparare l’assenzio». Don Grassi era in rapporti con l’Ambrosoli per la produzione di caramelle al miele e con la Carlo Erba per le piante officinali e quindi la sua ricetta potrebbe essere utilizzata per un altro prodotto che potrebbe essere denominato l’«amaro di Canevino». «Questo era infatti il nome ed il progetto - racconta Chiesa - ma finora é stato impossibile realizzarlo per mancanza di finanziamenti. Ciò che per ora abbiamo potuto realizzare per incrementare anche il turismo, é stato il potenziamento delle attività sportive sia quelle del centro sportivo che quelle legate alla mountain bike, ed il potenziamento degli agriturismi».MiriamPaola Agili

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