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lunedì 10 marzo 2008

Recensione di LE BASI MORALI DI UNA SOCIETA' ARRETRATA

Vorrei recensire un libro che ho trovato molto interessante: "Le basi morali di una società arretrata" di Edward C. Banfield editore Il Mulino.
E' un interessantissimo studio sociologico svolto a metà degli anni '50 a Chiaromonte (ribattezzato Montegrano nella ricerca), in Basilicata, paese arretrato e povero. Scopo dello studio è quello di cercare di identificare le motivazioni dell'arretratezza economica e culturale degli abitanti.

Edward C. Bannfiel (1916 - 1999) consigliere di diversi presidenti americani, ha insegnato nelle Università di Chicago e Harvard.

Spigolando dal libro .. a pag 39 .... "Lostudio concerne un solo paese dell'Italia meriionale, la cui estrema povertà e arretratezza si possono spiegare in gran parte con l'incapacità degli abitanti di agire insieme per ilbene comune o, addirittura, per qualsivoglia fine che trascenda l'interesse materiale immediato della famiglia nucleare".

A pag 101 ..."L'ipotesi è che i montegranesi agiscono come se seguissero questa regola generale: Massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare; supporre che tutti gli altri si comportino nello stesso modo. Chiameremo familista amorale colui che agisce in base a questa regola" ... e quindi passa ad esporre i punti salienti che contraddistinguono il familista amorale:
" 1 - In una società di familisti amorali, nessuno perseguirà l'interesse del gruppo o della comunità, a menoche ciò non torni a suo vantaggio personale;
2 - In una società di familisti amorali soltanto i funzionari si occupano della cosa pubblica, perchè essi soltanto vengono pgti per questo. Che un privato cttadino si interessi seriamente a un problema pubblico e considerato anormale e perfino sconveniente;
3 - In una società di familisti amorali mancherà qualsiasi forma di controllo sull'attività dei pubblici ufficiali, poichè questo compito spetta soltanto ai superiori gerarchici;
4 - In una società di familisti amorali sarà molto difficile dare e mantenere in vita forme di organizzazione. I fattori che inducono la gente a prestare le loro energie in organizzaioni sono in larga misura atteggiamenti di altruismo e spesso non di ordine materiale. E' inoltre essenziale per la riuscita di una organizzaione che i membri abbiano fiducia reciproca e sirito di lealtà verso l'organizzaione stessa e inoltre, che vengano fatti piccoli o grandi sacrifici per il bene dell'organizzaione;
5 - In una società di familisti amorali, coloro che ricoprono cariche pubbliche, non identificandosi in alcun modo con gli scopi dell'organizzazione cui appartengono, si daranno da fare quel tanto che basti per conservare ilposto che occupano o per ottenere promozioni.
6 - In una società di familisti amorali, si agirà in violazione della legge ogni qual volta non vi sia ragione di temere una punizione.
7 - Il familista amorale, quando riveste una carica pubblica, accetterà buste e favori, se riesce a farlo senza avere noie, ma in ogni caso, che egli lo faccia o no, la società di familisti amorali non ha dubbi sulla sua disonestà.
8 - In una società di familisti amorali, i deboli sono favorevoli a un sistema in cui l'ordine sia mantenuto con la maniera forte;
9 - In una società di familisti amorali. il fatto che unindividuo o una istituzione dichiari di agire nel pubblico interesse piuttosto che per fini personali, verrà considerata una frode;
10 - In una società di familisti amorali, manca qualsiasi connessione tra astratti principi e il comportamento concreto nei rapporti di vita quotidiani;
11 - In una società di familisti amorali non ci sono nè leader, nè buoni gregari: Nessuno prende l'iniziativa di proporre una liea di azione, e d'altronde se qualcuno assumesse una posizione di leader, il gruppo non lo accetterebbe come tale per mancanza di fiducia;
12 - Il familista amorale si srve del voto per otenere il maggior vantaggio a breve scadenza. Per quanto egli possa avere idee ben chiare su quelli che sono i suoi interessi a lunga scadenza, o anche l'interesse pubblico, questi fattori non incidono sul voto, se gli interessi materiali e immediati della famiglia sono in qualche modo coinvolti;
13 - Il familista amorale apprezza i vantaggi che possono derivare alla omunità, solo se egli stesso e i suoi ne abbiano parte diretta: Anzi egli si opporrà a misure che possano aiutare la comunità ma non lui, perchè, anche se la sua posizione, in senso assoluto, resta immutata, egli ritiene di venirsi a trovare in una situazione peggiore se i suoi vicini migliorano la propria posizione. Così può accadere che misure di riconosciuto vantaggio generale suscitino le proteste di coloro che ritengono di non ricevere alcun beneficio, o di non riceverne in quantità sufficiente;
14 - In una società di familisti amorali l'elettore ha poca fiducia nelle promesse che gli vengono fatte. Egli dà il voto in cambio di benefici già ricevuti, piuttosto che per maggiori vantaggi promessi;
15 - In una società di familisti amorali esiste la diffusa convinzione che qualunque si il grupo al potere, esso è corrotto ed agisce nel proprio interesse;
16 - In una società di familisti amorali, i funzionari di partito vendono i loro servizi al miglior offerente. "

Credo che lo studio sociologico illustrato nel libro sia ancora molto valido, dopo 50 anni.
Consiglio caldamente la lettura del libro, assolutamente interessante.
Abbiamo tutti molto bisogno di riflettere su questi temi.

Cordialmente

Alberto

1 commento:

  1. Le tesi di Banfield sono quanto mai attuali...Consiglio anche la lettura del libro di Trigilia "Sviluppo locale. Un progetto per l'Italia" edito da Laterza nel 2005. Un "riassuntino" è reperibile all'indirizzo: http://www.sviluppovaldagri.it/akiris/articoli/29-002-06.pdf

    Insomma: familismo amorale versus distretti industriali e capitale sociale. Chi la spunterà?

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