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giovedì 24 gennaio 2013

Reagiamo o no? Che consapevolezza abbiamo di noi stessi?

Il precedente mio post (clicca QUA per leggerlo) voleva essere uno sfogo verso coloro che si accontentano, che non vedono la miseria culturale e sociale prima che economica in cui siamo caduti. 
Voleva essere uno sfogo per chi non si accorge che il mondo va avanti  e noi restiamo inesorabilmente indietro. 
Uno sfogo verso chi guarda e non vede, non capisce, non riesce ad immaginare che può essere diverso, che in altri paesi è diverso. 
Chi, come dice un amico, si accontenta di avere il letto caldo e non sta a domandarsi perchè e cosa abbia reso caldo il suo letto, non si pone domande, non cerca risposte.
Quello sfogo ne ha sollecitato un altro da parte di un lettore, uno sfogo che è anche un grido di dolore, un invito, un richiamo a capire, a conoscere, a riflettere per reagire.
Ringrazio il lettore per il suo contributo che riporto qua di seguito:

L'Italia è stata saccheggiata, il termine sembra il più giusto, da scorribande di politici e affaristi che non avevano nulla a che fare con la cosa pubblica, a destra, a sinistra, al centro. Tutti, chi più chi meno, ne hanno approfittato per occupare poltrone, piazzare gli amici, i parenti. Il governo ed il parlamento sono, in grande, ciò che vediamo ogni giorno, in piccolo, nei nostri miseri territori e comuni. Nessuno, localmente o nazionalmente, si sta rendendo bene conto delle migliaia di aziende che chiudono per la crisi, per la mancanza di credito, per i costi esagerati (a partire dalle tasse insulse come l'Irap, calcolata sul monte stipendi!!). Per lavoro viaggio e viene il magone vedere zone industriali semi deserte nell'area più produttiva dell'Italia e quasi anche dell'Europa: la pianura padana! Solo pochi anni fa facevamo parte delle 4 aree più porduttive, industrializzate e ricche d'Europa. Organizziamo qualche gita "forzata" per i poltici che straparlano e portiamoli a visitare quelle che erano zone felici sonlo fino a 5/10 anni orsono! La politica industriale non è solo a carico degli industriali (che ormai sono finanzieri) e della miriade di piccoli produttori/artigiani, la via deve essere indicata dall'alto con leggi adeguate ai tempi, alla globalizzazione, alla civilizzazione. C'è solo l'Italia dove ogni lavoratore ha diritto a quasi due mesi tra ferie e permessi (37 gg. lavorativi, nella mia PMI), però ci lamentiamo solo del basso stipendio e della valanga di tasse, trattenute (da me un operaio da 1200 € netti ne costa 2600€ al mese, se tutto fila liscio). Con chi crediamo di poter competere?? Nemmeno con l'Africa, ma nemmeno con Paesi civilizzati ed evoluti come il nostro dove, a fronte di stipendi netti più alti, la quota allo stato è inferiore ed i servizi funzionano a dovere!! Scusate lo sfogo ma siamo presi per il ... culo.. da ogni trasmissione in cui vi siano dei politici, nessuno di loro risponde personalmente come succede in altri Stati civili, l'importante è buttare la palla nel campo avversario e ribattere, fregandosene se si raccontano palle, piccole o grosse. E' sempre la famiglia, il pensionato (non quello derivante dall'era Berogno però) ed il lavoratore con busta paga che rispondono in tutto e per tutto. Per recuperare l'evasione basterebbero un paio di mosse, ma chi siede in parlamento è il primo a non volerle (rappresentano la casta degli avvocati, dei notai, dei medici, degli affaristi...). Non ho mai pensato alla rivoluzione ma da alcuni mesi qualche barlume in un angolo remoto del cervello si fa notare. Se con la ragione non si riesce a cambiare, servirà forse una dimostrazione di forza, di obiezione fiscale, di ribellione?

4 commenti:

  1. Certamente la classe politica non ha messo e non mette le aziende nelle condizioni ideali per poter crescere e competere sui mercati internazionali.
    E' altrettanto vero però che nemmeno gli imprenditori hanno svolto appieno il loro compito o quantomeno la maggior parte di essi.
    A titolo di esempio chiedo: come mai gruppi come Campari o Luxottica, con le medesime condizioni al contorno sono riusciti a competere e primeggiare nei rispettivi mercati?

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    1. Si è vero che molti presunti industriali hanno fatto cassa, soprattutto quando alle spalle c'erano politici da utilizzare per contributi e per farsi usare per sponsorizzazioni di campagne elettorali. Il problema che ho sollevato è la difficoltà delle PMI (nel mio caso fino a pochi mesi eravamo 13 persone, ora 10, e non so fino a quando). Giusto per fare l'esempio di prima mano. Abbiamo sviluppato, e stiamo ancora tentando di proesguire, prodotti innovativi nel campo della sicurezza ma siccome non siamo una multinazionale in monopolio e migliaia di dipendenti da usare come merce di scambio ci siamo trovati a "spendere" denaro (specialmente in stipendi di alto livello) a partire dal 2008, sfortunatamente in quasi concomitanza con l'inizio della crisi. La fortuna ha voluto che fino al 2010 non abbiamo avuto gravi disagi ma l'investimento continuava, non ci si poteva fermare a metà dell'opera. Risultato: da inizio 2011 l'azienda ha iniziato le vendite ma scalfire le abitudini dei clienti non è facile, in tempi come questi. Abbiamo partecipato a varie fiere (Milano, Parigi, Birmingham, Dubai, Madrid,...) ovviamente senza aiuti di stato (solo un contributo di circa 1000€ da lla camera di commercio x evento, a fronte di spese per oltre 15000€ cadauna) ed avviato l'attività di marketing sull'estero, spingendo per quanto potessimo. Il nostro compito l'abbiamo fatto ma nel 2012 le banche con cui lavoriamo (un paio da oltre 40 anni, senza mai un protesto o un pagamento respinto) hanno iniziato a chiedere di ridurre gli affidamenti (utilizzati ovviamente). Ebbene siamo stati costretti a ridurre 3 persone per riuscire a pianificare un budget che piacesse alle banche, oltre ad avere ipotecato l'immobile per 15 anni (con tassi di interesse oltre il 6%, per colpa dello spread applicato alla loro raccolta di denaro sul mercato...), immesso denaro proprio per sostenere l'attività!! Poi però dobbiamo fare i conti con concorrenti cinesi (quasi solo loro nel mercato)i quali escono con prezzi dimezzati, pur non avendo l'identica qualità ed appeal ma tant'è che a rischiare siamo noi, in primo luogo i miei dipendenti, perchè se all'improvviso i cordoni si chiudono la prima azione richiesta dai banchieri è ridurre le spese (proprio come succede alla nostra cara nazione, una volta forse con la lettera maiuscola). Ed in più ci si mette l'agenzia delle Entrate che presuppone una rotazione molto bassa del mio magazzino, se rapportata alla media di categoria (chissà poi quale categoria, forse quella degli orafi o artigiani che fanno il nero)?? Forse non sanno che non è più possibile produrre in piccoli lotti presso terzisti italiani (hanno chiuso quasi tutti) ma dobbiamo produrre anche noi nel Far East, ma lotti per un anno (altrimenti non veniamo degnati), con evidenti ricadute su merce che rimane a magazzino!! Ma non lo capiscono...

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  2. REAGIAMO O NO ? A mio giudizio non reagiamo e non siamo in grado di reagire perche siamo un popolo di “pecoroni”. Infatti le previsioni indicano che il popolo darà il voto ad uno dei due maggiori partiti, destra o sinistra, che da anni si alternano alla guida (ubriachi) del nostro paese. Infatti i politicanti di questi ultimi vent’anni sono stati scelti dal voto del popolo. Non penso di essere un genio e nemmeno di manifestare l’idea geniale che risolva tutti i problemi. Ma, se tutti votassimo i PICCOLI PARTITINI (naturalmente sconsigliati da destra,centro e sinistra) non manderemmo al parlamento dei nuovi personaggi che fino ad oggi non hanno fatto politica ? Fra costoro non ci potrebbero essere delle persone oneste che cambierebbero il corso dell’attuale politica e che possano anche cambiare le regole del funzionamento del parlamento? Continuiamo a votare i soliti partiti e fra un anno, oltre ad essere in bancarotta dovremo tornare a votare. Ho espresso una opinione dell’uomo della strada che forse potrebbe essere interessante. Cosa ne pensate? Saluti . Giancarlo

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    1. Io ho provato a reagire votando, nei vari casi, quasi tutto l'arco costituzionale (tralasciando gli estremi) ed ho sempre più la convinzione che forse sarebbe più utile dare uno scossone potendo non votare (tutti però)! So che è irrealizzabile. Concordo che farebbe più casino Grillo che non i vari impresentabili che sono in Parlamento chi da 20 chi da 30 chi da 40 anni!! Renzi, che in parte avrebbe potuto imitare Grillo, ma in meglio, ci ha provato ma facendo parte di una partito che ha il suo bel compito a mantenere le posizioni acquisite è stato ammutolito e come consolazione gli verrà dato uno scranno in parlamento, a condizione che faccia il bravo, come a scuola. Poveri noi...

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