Tecnologia e senso civico nel primato di Belluno
Claudio Pasqualetto BELLUNO
Sarà l'aria di montagna. Da qualche anno i capoluoghi alpini del Nordest sono stabilmente al vertice di tutte le classifiche relative alla qualità della vita e dell'ambiente. Ieri Belluno ha ricevuto, per il secondo anno consecutivo, il riconoscimento di Legambiente per il miglior ecosistema urbano. Solo cinque anni fa era appena in 42a posizione in questa speciale classifica eleborata in collaborazione con Il Sole 24 Ore e basata su oltre trenta diversi indicatori.
Sul fronte della qualità della vita la stessa città sta, da tre anni, nella top ten nazionale con un terzo, un nono ed un quarto posto assoluti. La partita è quasi casalinga visto che Bolzano si è aggiudicata la prima posizione per l'ambiente nel 2006 e che Trento ha primeggiato nella qualità della vita nell'ultima edizione. Il tutto senza che mai le tre città siano uscite dal ristrettissimo gruppo dei migliori.
Antonio Prade, sindaco di Belluno, una sua spiegazione ce l'ha: «È il frutto di valori condivisi, di senso civico, di abitudine al fare e a quello che oggi viene definito come gioco di squadra». Sicuramente dietro a questi risultati ci sono anche precise scelte politiche ed amministrative e qui le strade fra le tre città si dividono. Se, infatti, Trento e Bolzano, grazie all'autonomia di cui godono, non hanno grandi problemi di risorse economiche, Belluno è da sempre costretta a fare le nozze con i fichi secchi. Non solo. Deve anche fronteggiare la concorrenza proprio del vicino Trentino Alto Adige sulla sua più importante risorsa, vale a dire il turismo. Eppure nel gruppo di testa continua ad esserci stabilmente e, dopo avere varato già negli uffici comunali una sorta di decalogo dei comportamenti virtuosi che vanno dal ricordarsi di spegnere le luci all'uso oculato di carta e stampanti, quest'anno ha trovato le risorse pure per avviare una campagna autonoma di rottamazione degli impianti di riscaldamento più obsoleti, costosi ed inquinanti.
A livello provinciale è il presidente di Confindustria Valentino Vascellari a elencare i numeri che danno l'esatta misura di una "questione montagna" da affrontare con determinazione.
Nelle vallate bellunesi vivono poco più di 212mila persone con gli indici di fecondità, natalità e nuzialità più bassi del Veneto. Proseguendo l'attuale trend demografico, l'area avrà nel 2016 un deficit di forza lavoro di almeno 8mila unità, che raddoppierà nel quinquennio successivo. Tutto questo in una provincia che vanta uno dei tassi di disoccupazione più bassi d'Italia, poco sopra il 2%; che come crescita in valore aggiunto è seconda solo a Vicenza, a livello regionale; che è al settimo posto in ambito nazionale per valore di export pro capite; e che, sempre a livello regionale, ha la percentuale più alta di Comuni ad elevato tasso di tecnologia e conoscenze.
L'altra faccia della medaglia è una pesantissima 95a posizione su scala nazionale per dotazione di infrastrutture sociali ed economiche, dalle strade alle strutture sanitarie, dalle scuole alle reti per le comunicazioni.
In tempi di referendum per passare con le vicine Province o Regioni autonome, Vascellari ha posto la questione direttamente al governatore del Veneto Giancarlo Galan proponendo una via breve rispetto a scelte di più lungo respiro basate sul federalismo. «Questo territorio - dice - è un campione di eccellenze ma non può continuare ad essere dimenticato e a doversi arrangiare. Proprio quello che abbiamo costruito fino a oggi aumenta l'appeal per investitori intenzionati a lavorare accanto a noi ad un progetto di sviluppo sostenibile».
«Non chiediamo soldi pubblici né assistenzialismo di alcun tipo - precisa Vascellari - ma piuttosto la creazione di una Agenzia estesa a tutta la montagna veneta. Una struttura snella, una sorta di Commissariato che crei corsie preferenziali, che abbatta la burocrazia, che abbrevi i tempi, che dia sicurezze, che sgomberi la strada, in definitiva, a quella progettualità che siamo in grado di esprimere e di richiamare su tutti i fronti, a cominciare da un moderno turismo».
L'INCHIESTA Sul «Sole 24 Ore del lunedì» la classifica sugli ecosistemi urbani. La rilevazione è basata su trenta indicatori diversi
giovedì 30 ottobre 2008
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