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martedì 4 settembre 2012

Lotta ai rumori: la licenza a punti?

Riporto qua di seguito un articolo tratto da La Repubblica, lo trovi cliccando QUA.
Leggendolo, a prima vista, sembra una cosa molto forte, direi quasi rivoluzionaria.
Poi, ripensandoci bene, diventa cosa più che ragionevole. 
Ricordate la storia dei due porcospini che decidono di dormire assieme per riscaldarsi: se stanno troppo lontani soffrono il freddo, se troppo vicini si bucano; c'è una distanza che concilia il massimo riscaldamento con la minima bucatura. Così nella società civile è importante trovare soluzioni che riescano a conciliare il massimo rispetto per tutti i suoi componenti. 
Nel nostro paese di Godiasco, e a Salice Terme in particolare, molti si lamentano perché, in estate, c'è troppo rumore proveniente dai locali, da mercatini, da festeggiamenti vari spesso anche con fuochi artificiali (cliccando sullo scritto precedente alcune considerazioni operative). Ed il rumore è bello e piacevole quando uno se lo va a cercare, ma quando gli entra, non inviato, in casa e in particolare in camera da letto, a certe ore, è assai fastidioso. 
Il comune può redigere un "Piano Acustico" (clicca QUA per quello di Voghera) che preveda i decibel tollerabili nelle varie ore, ma normalmente è cosa molto rigida (se si fanno i controlli). 
Possono essere previste delle multe, ma se sono leggere non ottengono lo scopo, se sono molto severe rischiano di fare grande danno per una sola infrazione.
In alcune città è stata ideata una "licenza a punti" per i locali: per ogni infrazione, a seconda della importanza, viene tolto un certo numero di punti. Se per un certo tempo non vi sono infrazioni, i punti crescono, a premio della buona condotta.
Il vantaggio di questo sistema è che risulta duttile e si presta anche per infrazioni diverse dal produrre rumore come ad esempio dare contenitori in vetro dopo una certa ora, prolungare l'orario oltre il consentito, non togliere la sporcizia prodotta ecc.
Mi sembra una cosa da valutare con molta attenzione e sulla quale mi piacerebbe sentire il parere dei lettori.

Ringrazio l'affezionato lettore che mi ha segnalato l'articolo in questione

Movida, la nuova ricetta delle città

"Patente a punti per i locali del centro"

Dopo Torino e Firenze arrivano Bari e Palermo. E anche Napoli ci pensa. "Chi sgarra chiude". Le sanzioni ma anche gli incentivi. "La gente
deve poter prendere casa sapendo che vale la regola del diritto al riposo"

di CRISTIANA SALVAGNI Prima è stata adottata a Torino, poi a Firenze. Adesso anche Palermo e Bari ne stanno studiando l'attuazione, mentre a Brescia, Napoli, Catania, Udine, Pisa e Roma si fa largo l'ipotesi di introdurla. È la patente a punti dei locali pubblici: un'intesa nata tra gestori e Comuni per frenare il rumore e la sporcizia nei quartieri della movida.

Questo a fronte di un aumento dell'80% degli interventi della polizia locale legati alla vita notturna negli ultimi tre anni. "La gente deve poter prendere casa sapendo che c'è rispetto del riposo" dice Giuseppe Barbera, assessore all'Ambiente del Comune di Palermo, dove a ottobre sarà presentato un regolamento con un sistema a punti: preparato dal gruppo di lavoro Agenda21, dovrà essere approvato dal consiglio. "Un progetto su cui discutere subito" secondo Franco Albore, assessore al Commercio di Bari, che vorrebbe introdurre la patente a punti nel borgo antico della città.

Come funziona? Il modello ricalca quello della patente di guida. Ogni locale parte con una dotazione di venti punti: chi sgarra perde punti, chi si comporta bene li guadagna. A Firenze, per esempio, chi azzera il proprio bonus rischia grosso: oltre alle sanzioni la sospensione dell'attività fino a cinque giorni e, per i casi gravi, la chiusura del locale. Le condotte colpevoli? Dice addio a cinque punti chi fa arrivare la musica all'esterno dopo le 23 o chi mette in offerta le bevande alcoliche, chi non ha gli steward con la pettorina ad assistere i clienti e chi non mantiene pulito fuori dal locale. Si gioca tre punti, invece, chi non mette a disposizione il kit per il test alcolemico e chi non ha i bidoni per i rifiuti. Colleziona però quattro punti chi non commette infrazioni per quattro mesi, mentre chi tiene la retta via per un anno ha accesso ai benefit, che vanno dal patrocinio del Comune e agli sgravi per le iniziative commerciali al permesso di tenere aperto più a lungo.

Un meccanismo che nel capoluogo toscano non ha accontentato tutti: "Non funziona perché si colpisce solo l'imprenditore senza punire il comportamento incivile del singolo" spiega Lorenzo Segre, titolare del frequentatissimo Moyo, a pochi metri dalla basilica di Santa Croce. "Se chi sta per strada compra alcolici al minimarket e orina sul marciapiede -continua- i gestori dei locali che ci possono fare?".

Ma un sistema che diverse città pensano di ricalcare. A Brescia è al vaglio un "patto di civiltà" tra titolari dei locali, Comune e residenti del quartiere del Carmine, promosso dall'assessore al Centro Storico Mario Labolani "per responsabilizzare sui problemi di rumore, traffico, sporcizia". Mentre valuta il progetto l'assessore partenopeo alle Attività produttive Marco Esposito: "Tra Napoli e Firenze - spiega - c'è già un accordo di scambio di idee". La patente a punti potrebbe diventare "uno strumento di agevolazione per chi si comporta bene" secondo il sindaco di Catania Raffaele Stancalli.

E se a Pisa il Comune valuta l'ipotesi, a Roma a proporre maggiore compartecipazione alla regolamentazione della movida è la Federazione italiana pubblici esercizi: "Saremmo d'accordissimo a stringere accordi con l'amministrazione comunale - dice il presidente Nazareno Sacchi - i problemi non si risolvono con delibere su delibere". Stessa storia a Udine, dove l'idea della Fipe locale è stata raccolta dal consigliere comunale di Sel Federico Pirone, che pensa a un codice di autoregolamentazione.

2 commenti:

  1. ma dai! ci manca solo la patente a punti per i locali.
    Se Voghera ha un Piano Acustico dovrebbe averlo anche il nostro comune.
    Lei si è già informato se lo abbiamo? perché se c'è è lì che ci sono le regole per far rispettare il livello di rumore o i decibel da rispettare.
    da una rapida ricerca su internet pare che i decibel da rispettare sono 40 per la notte e 50 per il giorno. Ma come si fa a calcolarli?
    Lele

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  2. Se funziona dalle altre parti perchè non adattarlo anche da noi. Oltre ai residenti ne beneficerebbero i possessori di seconde case, i turisti e quindi le terme e tutto l'indotto.
    I limiti imposti dalla legge sono largamente superati dalla maggioranza dei locali notturni che consapevolmente sanno di infrangere le norme.
    La prima cosa da fare sarebbe organizzare un incontro fra i gestori di questi locali e i daneggiati in modo da poter trovare civilmente una soluzione. Ma questa è solo una proposta e non mi sembra che il sindaco sia molto favorevole a questi approcci democratici...

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