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giovedì 13 settembre 2012

Licenza commerciale a punti: non è una novità

Ho scritto alcuni giorni or sono della ipotesi di legare la licenza commerciale ad un punteggio da conservare, sulla falsa riga della patente di guida a punti.
L'ipotesi ha suscitato alcuni commenti, i più interessanti pubblicati, a favore e contrari.
Da un articolo de La Provincia apprendo che l'ipotesi è allo studio anche dell'amministrazione di Pavia.
Questo l'articolo (per leggerlo sul sito clicca QUA)



La patente dei bar: troppe infrazioni e si rischia lo stop

Il Comune prevede di assegnare bonus iniziale di 25 punti. Una volta azzerato può scattare la chiusura temporanea




    di Gabriele Conta
    PAVIA. Divieto di offerte speciali sulle bevande alcoliche. Obbligo di pulizia anche fuori dal locale. E sanzioni che possono arrivare fino alla sospensione dell’attività. Queste sono soltanto alcune delle misure allo studio dell’amministrazione comunale, che vorrebbe introdurre la patente a punti per i bar del centro storico. «L’obiettivo è farla partire prima della prossima primavera», dice Pietro Trivi, assessore al commercio che ha lanciato l’iniziativa.
    Sono ancora una bozza le dieci pagine allo studio della giunta per arrivare a una patente a punti dei locali. E tutti i dettagli presenti nel documento di dieci pagine chiamato “Patto per la sicurezza” potrebbero essere stravolti al tavolo del confronto con le associazioni di categoria. Ma l’amministrazione comunale sembra davvero intenzionata ad arrivare a un regolamento con punizioni per chi non rispetta le regole. «A ciascun esercizio è attribuito un punteggio iniziale di 25 punti», si legge nel documento.
    Ma come si possono perdere questi punti? Ad esempio praticando prezzi non in linea con «le medie applicate nella zona interessata dal patto e in generale nel centro cittadino». Oppure praticando «offerte speciali di bevande alcoliche, e pubblicizzando le stesse con qualunque modalità e con finalità di attrazione presso il locale». Secono la bozza di documento, gli esercenti che aderiscono al patto dovrebbero impegnarsi in un «servizio di pulizia aggiuntiva immediatamente dopo l’orario di chiusura». E dovrebbero anche predisporre un servizio di «assistenza alla clientela», che dovrà «invitare gli avventori a cessare le condotte contrarie alla civile convivenza, quali schiamazzi, urla, abbandono di rifiuti, eccetera».
    Queste sono soltanto ipotesi, che potrebbero venire riviste dopo gli incontri tra Comune e associazioni di categoria. Ma mentre emergono i primi dettagli sul progetto patente a punti per i locali, i commercianti esprimono tutte le loro perplessità. «Mi sembra che sul tema movida ci siano alcune contraddizioni», dice Mariano Iovine, titolare del “Bar del Turista” e responsabile dei rapporti con i pubblici esercizi per Confesercenti. «L’unica cosa certa fin’ora – aggiunge il presidente Romeo Iurilli – è che i commercianti hanno tirato fuori dei soldi di tasca loro per pagare i vigilantes».
    Perché la movida va bene, ma soltanto se vengono rispettati i diritti dei residenti. E’ questo il senso che emerge dalla bozza di documento che dovrebbe disciplinare la patente a punti dei locali. «Alcune cose non mi convincono – sottolinea ancora Iovine –. Ad esempio: se io vendo birra, come posso non pubblicizzarla? O ancora: personalmente non adotto prezzi più bassi e sconti nelle sere della movida, ma non condanno chi lo fa perché commercialmente è legittimo praticare i prezzi che si vuole, una volta dichiarato tutto e pagate tutte le tasse del caso». Insomma, prima di arrivare a una patente a punti ci vorrà parecchia diplomazia.

    Spero che scuserete il giornalista per l'inserimento nell'articolo della banalità "Perché la movida va bene, ma soltanto se vengono rispettati i diritti dei residenti".
    Banalità?

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