Oggi ricorre il ventennale dell'arresto di Mario Chiesa, il "mariuolo" nelle parole di Craxi , arresto che convenzionalmente segna l'inizio della stagione di "Mani Pulite".
Non sto a parlare della cosa poiché tutti ne siamo abbondantemente informati.
Segnalo un post del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, su facebook: dopo solo sei (6) minuti che era on line aveva già avuto 586 "mi piace". Forse qualche sindaco nella nostra zona dovrebbe meditare su ciò che viene scritto.
Questo il testo:
Ho profondo rispetto per i defunti e credo che la ‘pietas umana’ sia un valore importante per Firenze e per i fiorentini. Ma finché io sarò sindaco non ci sarà nessuna via Bettino Craxi nella mia città. Le nuove strade che intitoleremo saranno dedicate a personaggi del ‘900 in grado di lasciare un messaggio di bellezza, legalità, educazione per le nuove generazioni. Se poi i socialisti sfogano le loro inquietudini insultandomi ce ne faremo una ragione…
- Dal Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana Devoto Oli.
Conformismo, abitudinaria, acritica, piatta adesione e deferenza nei confronti della maggioranza o del potere.
- Dal Dizionario Italiano Ragionato D'Anna Sintesi
Conformare, dal latino conformare composto di cum "con" e formare, da forma "forma". Rendere simile ad una determinata forma, adeguare ad una forma, ad un modello preesistente, specialmente riferito al costume o alle idee. Per quanto si possa in teoria , conformare la propria vita ai principi più alti, è più facile che si realizzi un adeguamento alla media, alla norma, con la rinuncia alla propria individualità (di qui quel tanto di connotazione negativa che è nell'uso del verbo). Sopattutto nella forma riflessiva Adeguarsi al volere o alle direttive altrui, alle necessità imposte dalla situazione.
Conformismo Adeguazione del comportamento e delle idee a quelle prevalenti in un gruppo. Il termine è fortemente negativo perchè non indica tanto una mancanza di idee proprie, quanto la rinuncia ad averne e l'accettazione di quelle altrui per pigrizia morale.
.... tutto ciò premesso ...
Ho recentemente assistito al discorso di un uomo politico, ricco di esperienza ed incarichi, durante il quale è stato tutto un susseguirsi di banali ovvietà, di conformistiche osservazioni, di buonismo politically correct.
Ne sono restato francamente disturbato sia per il tempo rubato ad interventi più meritevoli, sia per la constatazione che il personaggio, piovuto in quel momento, non sapeva bene dov'era e cosa doveva fare e quindi si ingegnò a "menare il can per l'aia".
Aldilà tuttavia di questi "alti" esempi che irrobustiscono sempre più l'istanza per un radicale cambiamento fra i rappresentanti nelle istituzioni, trovo che il conformismo è comportamento assai radicato in tantissima parte della popolazione. Il quieto vivere, il desiderio di non esporsi fanno da tappo alla capacità in ognuno di elaborare idee, sentimenti, volontà partecipative.
Il pericolo è che il conformismo possa portare alla atrofizzazione delle idee, della nostra identità, del nostro essere umani e possa portare anche a dare la propria fiducia e simpatia proprio a coloro che, a sommo studio, tengono comportamenti conformisti e quindi banali, poveri di idee, superati ed inefficaci.
Tutti abbiamo letto in questi giorni del senatore Luigi Lusi, tesoriere della Margherita, che si è fregato (reo confesso) 13 milioni dalle casse del partito, che è disposto a renderne solo 5 e che ha pure fruito dello Scudo.
In qualità di senatore prende un ottimo stipendio, diciamo 20mila euro. Sono troppi ? direi di no, che non è il problema di troppi e di pochi, il problema è che dovrebbe stare in prigione. Basta.
Allora penso che il problema è di avere amministratori pubblici onesti e capaci e per attirarli a quell'incarico si deve essere disposti a dare dei buoni stipendi.
Ma si deve anche essere duri ed inflessibili nel reprimere ogni forma di disonestà e pronti a sostituire in caso di incapacità.
Tanto per vedere come taluni abbiano la faccia di bronzo (diciamo così), propongo un video tratto da una trasmissione di Report con intervista al senatore Lusi.
Leggo su corriere.it di un nuovo passo avanti nella lotta all'evasione fiscale. I Comuni hanno bisogno di soldi? Segnalino chi evade e riscuoteranno "una taglia" che per i primi 3 anni sarà il 100% delle somme recuperate. L'articolo:
ROMA - Tempi duri per gli evasori fiscali. Non bastassero la stretta sulla riscossione, il nuovo redditometro, i continui blitz dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza, sui furbetti delle tasse sta per accendersi un nuovo gigantesco riflettore, il controllo dei Comuni. L'accordo con il governo e l'Agenzia delle entrate è stato firmato appena ieri e prestissimo arriveranno le istruzioni operative: i sindaci segnaleranno nomi e cognomi dei possibili evasori, e in cambio riceveranno dallo Stato, a regime, il 50% di tutte le somme recuperate. E in questi primi tre anni, dal 2012 al 2014, per far decollare la collaborazione e nello stesso venire incontro alle esigenze dei bilanci municipali, i Comuni otterranno l'intero bottino sottratto agli evasori grazie alle loro indicazioni.
Non basta il sospetto. L'intesa sulle modalità operative della collaborazione tra Agenzia delle entrate, Agenzia del territorio, Inps e i Comuni è stata raggiunta ieri in Conferenza unificata. E da domani i sindaci potranno iniziare a trasmettere le loro segnalazioni. Certo, il premio in ballo comporta un impegno serio da parte dei Comuni. Non basterà un semplice «sospetto», ma dovranno dare indicazioni precise e puntuali di nomi, fatti e operazioni che testimoniano un'evasione effettiva delle tasse o dei contributi sociali. Le informazioni dei Comuni, che dovranno essere trasmesse per via telematica all'Agenzia delle entrate, alla Guardia di Finanza e all'Agenzia del territorio, dovranno infatti essere «suscettibili di utilizzo ai fini dell'accertamento dei tributi statali e dei contributi attraverso segnalazioni qualificate, intendendosi per tali le posizioni soggettive in relazione alle quali sono rilevati e segnalati atti, fatti e negozi che evidenziano, senza ulteriori elaborazioni logiche, comportamenti evasivi e/o elusivi» si legge nel testo dell'accordo.
Ai Comuni le tasse dello Stato. Per segnalare casi specifici e concreti di evasione delle imposte, i sindaci hanno armi a sufficienza. E oggi, con la prospettiva di incassare tutto il maltolto, hanno anche un bell'incentivo economico. Possono incrociare le dichiarazioni dei redditi dei singoli contribuenti con i dati dell'Ici, fare lo stesso con i contratti di affitto, quelli sulle compravendite immobiliari, i dati catastali, le utenze domestiche, le licenze per l'esercizio delle attività commerciali. Le linee guida dell'intesa, già operativa in alcuni Comuni che hanno fatto accordi bilaterali con l'Agenzia delle entrate, indicano come possibili obiettivi delle segnalazioni i settori del «commercio», «le professioni», «l'urbanistica e il territorio», «la proprietà edilizia e il patrimonio immobiliare», «le residenze fittizie all'estero», ma anche «la disponibilità di beni indicativi di capacità di reddito». Se fino a ieri un nullatenente non aveva alcun bisogno di nascondere ai suoi compaesani la Ferrari o il Suv, perché nessuno aveva un interesse concreto a denunciarlo, da oggi sappia che non è più così. È vero che un accordo quadro di collaborazione tra sindaci e Agenzia delle entrate esiste già, ma è su base volontaria e prevede un premio più basso, pari al 30% delle somme recuperate. Fatto sta che non è mai decollato: se in alcune aree del Paese sta pure dando ottimi risultati, in altre parti, soprattutto al Sud, il numero dei Comuni che hanno aderito alla convenzione si conta sulle dita di una mano. Certo, il nuovo accordo non risolve il problema politico, perché soprattutto nei piccoli Comuni non è facile per un sindaco denunciare un proprio concittadino e potenziale elettore. Ma dopo i tagli massacranti operati dalle ultime leggi finanziarie le casse di quasi tutti i Comuni italiani sono quasi prosciugate e la prospettiva di mettere le mani sul tesoro nascosto dagli evasori diventa una prospettiva non solo allettante, ma di necessità.
Faro su immobili e commerci A finire al centro del mirino, in questa prima fase operativa dell'accordo, saranno il settore del commercio e quello immobiliare. ....... continua a leggere on line
nella edizione cartacea del giornale alcuni dati mostrano la eccezionale situazione. Ad esempio:
- nel 2010 sono state vendute in Italia 206.000 auto di lusso (prezzo medio 103mila euro), mentre i soggetti che dichiaravano redditi superiore ai 200mila euro (congrui per acquistare un'auto lussuosa) erano solo 72.000;
- il 42,4% delle barche di lusso è intestato a soggetti che dichiarano redditi inferiori ai 20mila euro annui.
Il nostro Comune si impegnerà? vincerà il bisogno di fondi, il senso civico o il desiderio di non essere visti come una sanguisuga (e conseguente penalizzazione elettorale)? E nei comuni vicini, magari a Rivanazzano Terme vicina alle elezioni, come si dichiareranno le varie liste in lizza? Favorevoli o contrarie? E' maturata nella popolazione la convinzione che chi evade è un ladro o esiste ancora, magari inconscio, il convincimento che denunciare qualcuno equivale a "fare la spia"?
Un argomento molto di moda sono i costi della politica.
Non sono molto d'accordo. A mio avviso il costo dice poco o nulla.
Quando si acquista un bene o un servizio, quello che importa a mio avviso non è il costo, ma il rapporto fra la qualità ed il prezzo.
Se la qualità è alta, anche un prezzo alto può essere tollerabile, ma se la qualità è talmente scadente da rendere non utilizzabile il bene, anche il calare fortemente il costo può non bastare.
Anche se un bel paio di scarpe costa 150/200 euro, per un paio di finta pelle con suola di plastica mal incollata lo spendere solo 30 euro può essere lo stesso una fregatura perchè poi si è costretti a non indossarle e a buttarle via.
Allora io penso che quando ci si lamenta di (tanta) parte della classe politica e si invoca un dimezzamento del loro stipendio si compia un grossolano errore. Se un parlamentare è un farabutto, non è che pagandolo meno diventa meno farabutto, meno pericoloso, più produttivo, più attento all'interesse pubblico: farabutto era e farabutto resta. A noi cittadini interessa pagare meno i farabutti o essere rappresentati da galantuomini competenti e ben pagati? La risposta mi sembra ovvia. Allora è un problema di qualità delle persone, non semplicemente di costi. Per di più vorrei notare che tutti coloro che sono nelle istituzioni e ci fanno rabbrividire solo a guardarli, li abbiamo mandati noi con il nostro voto e, prima, sono stati designati ad entrare nelle liste elettorali scelti arbitrariamente da potenti capi partito: essi che sono tali (potenti ed incontrollati) perchè i cittadini disdegnano di entrare nei partiti a sorvegliare cosa stanno facendo, a dire la loro, a spronare, controllare, censurare, cacciare.
Inoltre non capisco bene come mai ci sia tanta animosità (spesso giustificata) verso i costi della politica, ma non vi sia altrettanta attenzione verso la razionalizzazione di quei costi. Esempio: nella nostra zona potremmo fondere 5 comuni facendone uno solo. Si risparmierebbero 4 sindaci su 5, una quindicina di assessori, qualche decina di consiglieri comunali, 4 su 5 revisori dei conti ecc ecc.
Stranamente questo interessa poco: mah, mistero.
Questo premesso, noto anche che spesso viene fatta, come spesso succede, di ogni erba un fascio.
Tutti coloro che occupano una qualche carica elettiva sono dei tipi profumatamente pagati: non sempre è vero. Oggi ho ricevuto lo "statino dello stipendio" che mi spetta nella qualità di consigliere comunale nel Comune di Godiasco, per l'intero anno 2011.
Queste le voci:
Indennità di presenza 2011: euro 113,89
Irpef netta 26,19
Addizionale regionale 1,40 Netto da percepire 86,30
Ovviamente le ritenute sono in acconto e devo inserire il tutto in dichiarazione dei redditi.
Se siamo convinti che l'evasione fiscale sia un problema molto grave e che si risolva in un notevole danno per la stragrande maggioranza dei cittadini, allora possiamo fare qualcosa.
Esiste un sito internet, www.evasori.info che nella home page si presenta con queste parole:
"Noi italiani ci lamentiamo dell'evasione fiscale, eppure
spesso chiudiamo un occhio. Segnala l'evasione o
tentata evasione, per esempio se un commerciante non fornisce lo
scontrino o un professionista esige un prezzo maggiore per la ricevuta fiscale:
è facile (anche da iPhone/Android!) e anonimo, anche per l'evasore.
Mettiamo in luce questa piaga sociale!"
Siamo disposti a dare un'occhiata a come funziona e magari anche a segnalare qualche odioso episodio?
Taluni parlano di delazione. Direi proprio di no. L'evasione fiscale è un reato paragonabile al furto, forse addiruttura più odioso perchè colpisce la totalità dei cittadini e maggiormente i più deboli. Il buon cittadino, se assiste ad un furto, non ha il sacrosanto dovere civico di denunciarlo? Se io vedessi qualcuno che sta rubando a casa vostra gradireste che tiri avanti senza far nulla, o che chiami le forze dell'ordine? Direi che per l'evasione fiscale il concetto è lo stesso.
Leggo sul sito di SOSimpresa, associazione della Confesercenti, un preoccupato allarme sull'invasione del crimine organizzato nel mondo delle imprese.
Nel nostro Oltrepò ci sentiamo tranquilli?
Sos Impresa: "Mafia Spa è la prima banca d'Italia"
La mafia si conferma "il più grande agente
economico del paese in grado di muovere un fatturato che si aggira
intorno ai 140 miliardi di euro con un utile superiore ai cento
miliardi". E' quanto emerge dal rapporto di Sos Impresa (l'associazione
Confesercenti nata per difendere gli imprenditori), “Le mani della
criminalità sulle imprese”, che sottolinea: "Mafia spa è la prima banca
d'Italia, con 65 miliardi di euro di liquidità”.
"In questo momento
di crisi mafia Spa è l'unico soggetto economico-imprenditoriale in grado
di fare investimenti", ha detto il presidente di Confesercenti, Marco
Venturi, sottolineando che "oggi, complice la crisi, si è determinato un
rapporto di complicità e collusione tra alcuni limitati pezzi della
finanza e dell'imprenditoria e la criminalità organizzata".
"La
vicinanza alle organizzazioni criminali, giungere a patti con esse,
conviverci, - precisa Venturi - può fare la differenza fra essere
espulsi definitivamente dal mercato o poter continuare ad operare,
magari vedendo aumentare il proprio fatturato". Dal rapporto SOS Impresa
emerge che "è proprio grazie alla connivenza collusiva con il mondo
politico e amministrativo e di professionisti compiacenti, che le mafie
si sono insediate nel Centro e nel Nord Italia; controllano la quasi
totalità del mercato del gioco d'azzardo, anche lecito, dello
smaltimento dei rifiuti, specialmente quelli tossici e nocivi, del ciclo
delle costruzioni".
I suoi interessi si sono spostati anche in
settori nuovi e per certi versi imprevedibili: nel comparto sanitario,
nello sport, nell'autotrasporto e nella logistica, nei servizi di
vigilanza dei locali notturni.
In questo blog si è parlato spesso di questione morale. Ritengo che il pesantissimo problema dell'evasione, presente ovviamente anche nella nostra zona, sia una delle componenti principali del problema. Come chi ruba un oggetto è un ladro a prescindere dal valore e dalla facilità del furto, così chi evade scientemente il fisco è un ladro (e profittatore) verso la collettività. Riceve (ruba) servizi che costano come i carabinieri, l'esercito, i magistrati, gli ospedali, le scuole, le pensioni ecc. Per questo ritengo che lo Stato dovrebbe veramente e finalmente impegnarsi per risolvere questo annoso problema che sottrae annualmente moltissimi miliardi di euro alle casse statali e costringendo così i governi a tassare in modo più pesante coloro che non possono sfuggire. Sono quindi solidale con l'azione intrapresa a Cortina dagli uomini dell'Agenzia delle Entrate, azione clamorosa e dimostrativa che serve anche a rilanciare il grave problema verso l'attenzione pubblica. Sono convinto che una vera e seria lotta all'evasione abbia già tante frecce al suo arco, se solo si decidesse di adoperarle con sistematicità. I controlli incrociati resi possibili dai moderni computer possono dare una mano risolutiva al problema. Riporto qua di seguitol'articolo de La Stampa sul discorso di Monti a Reggio Emilia durante la festa del Tricolore.
Il premier frena le accuse contro Finanza e Agenzia delle Entrate: "Inammissibili chiedere sacrifici se poi c'è chi non paga le tasse"
reggio emilia
«Alcuni italiani mettono le loro mani nelle tasche
di altri italiani: sono gli evasori». Appena rientrato da Parigi, prima
tappa del lungo tour europeo per convincere i partner europei delle
rinnovata solidità italiana, Mario Monti si tuffa nelle questioni
interne e annuncia «nuove misure» nella lotta all’evasione fiscale ed
una «scossa con una potente accelerata contro la corruzione».
A
Reggio Emilia per il 215esimo anniversario del Tricolore il capo del
governo nella sua prima visita ufficiale in una città italiana rivolge
un appello alla coesione del Paese: «Unita - dice - l’Italia è più forte
in Europa e nel mondo». È un omaggio allo «straordinario» impegno del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che partì proprio da
Reggio Emilia lo scorso anno per celebrare i 150 anni dell’Unità, «un
messaggio che gli italiani - sottolinea Monti- hanno accolto con
entusiasmo» e «con i tricolori appesi alle finestre». Tra Quirinale e
Palazzo Chigi sembra esserci completa condivisione di vedute. Il capo
dello Stato invia un messaggio a Reggio Emilia ed invita tutti ad
«affrontare la crisi con coesione ed equità». Ma equità non può esservi
se c’è chi non paga le tasse.
Monti promette interventi: «È
inammissibile - spiega - che i lavoratori subiscano sacrifici mentre una
parte importante di ricchezza fugge alla tassazione, accrescendo così
la pressione tributaria su chi non può sottrarsi al fisco». Il premier,
indirettamente, interviene sulle polemiche degli ultimi giorni per il
blitz della Finanza a Cortina d’Ampezzo e difende «uomini e donne della
Guardia di Finanza». Nessun riferimento diretto a chi, soprattutto nel
Pdl, critica l’intervento degli uomini della Finanza nella rinomata
località sciistica ma non è certo passato inosservato che Monti abbia
espresso scetticismo sulla «espressione mani in tasca"» utilizzata
spesso da Silvio Berlusconi. «Non mi ha mai persuaso e comunque è
incompleta per indicare la tassazione - dice - perchè ci sono altri atti
di mani che entrano nelle tasche degli italiani: sono gli evasori».
Monti intende proseguire lungo la strada tracciata. Tra le misure in
cantiere ci sono anche quelle che riguardano le liberalizzazioni. «Nella
fase due» del governo ci sono «equilibrate e pragmatiche, ma non
timide, liberalizzazioni»: «Ogni settore - spiega il primo ministro - dà
il proprio contributo che è più equo se avviene in regime di libera
concorrenza». Il governo intende colpire «privilegi e rendite di
posizione», che «spesso» sono nati «a seguito di provvedimenti pubblici
del governo centrale o dei governi locali che mantengono inciampi al
gioco della concorrenza del mercato».
Il capo del governo a
Reggio Emilia incontra anche Romano Prodi che saluta affettuosamente ed
il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Con quest’ultimo ha un breve
incontro nel corso del quale i due si sono dati appuntamento a breve per
discutere dell’azione di governo. Sul tavolo sono aperti molti dossier.
C’è anche quello della riforma del lavoro. Il premier è convinto che il
«il dialogo che si sta per aprire dovrà favorire investimenti e
occupazione». Ma attenzione a dire sempre sì, ammonisce Monti: «I ’nò
comportano dei costi politici nel presente» ma «dire sempre sì comporta
dei costi sociali drammatici per chi ancora non vota e forse non è
nato». A tal proposito il professore sottolinea che «l’Italia che non
può fare a meno dell’Europa» ma anche che «l’Europa non può fare a meno
dell’Italia». «L’Italia sta facendo e continuerà a fare il suo dovere»
dice prima di rivolgere un ammonimento: « Nessun Paese è talmente forte
da poter pensare di andare avanti da solo ad affrontare l’economia
globale». Un riferimento, interpretano i più, all’intransigenza tedesca
con la precisazione che «anche l’Italia vuole un’Europa con i conti in
ordine e che sappia assicurare stabilità anche accettando meccanismi
severi». Ma non tutti accolgono con entusiasmo le parole di Monti. A
Reggio Emilia va in scena anche la contestazione nei confronti del
premier e del governo. In strada alcuni gruppo di Rifondazione Comunista
e della Lega Nord accolgono il premier con fischi e cartelli di
protesta contro la politica dell’esecutivo.
Nei prossimi giorni parlerò con il Segretario del nostro comune per chiedere quali iniziative sono state messe in atto per contribuire, nelle possibilità dell'ente, ad alleviare il problema. Questo blog è e sarà sempre più attento a questa importante tematica.
In questo blog si è parlato spesso di questione morale. La trasmissione "Gli intoccabili" che andrà in onda stasera su La7 alle 23.10 ce ne darà un esempio eclatante e dimostrerà quanto bisogno c'è della partecipazione di ognuno di noi alla amministrazione della cosa pubblica. E' forte l'urgenza di cacciare degli usurpatori che siedono indegnamente sui seggi prestigiosi di coloro che dovrebbero amministrare il paese. E' inutile fare sacrifici se poi le sorti del Paese devono essere determinate da personaggi del genere.
Riporto da corriere.it Il deputato-talpa filma il suk degli onorevoliVideo choc sulla presunta compravendita di voti alla Camera
Qualche sanguisuga, un po' di somari e una talpa: c'è anche questo, a Montecitorio. È il quadro desolante che esce da un micidiale reportage girato per la prima volta dentro l'aula. Tutto questo grazie a un deputato che si è prestato a registrare, con una micro-telecamera, le conversazioni con alcuni colleghi. Che sembrano avere un'ossessione: il vitalizio. Per il quale sono disposti a tutto. A partire, ovviamente, dalla vendita del proprio voto.
Potete scommettere che, alla vista della puntata di stasera de «Gli intoccabili», il programma su La7 condotto da Gianluigi Nuzzi, c'è chi farà un putiferio. Scatenando la caccia al deputato «traditore» che ha consentito di girare in presa diretta le chiacchierate che comunemente si svolgono, tra una votazione e una partita a carte sull'iPad, nel cuore stesso di Montecitorio, l'emiciclo dove siedono i rappresentanti del popolo. C'è chi dirà che certo, il «tempio della democrazia» dal 1871 ad oggi ne aveva già viste, come scrive Sabino Labia nel libro «Tumulti in aula / Il presidente sospende la seduta», di tutti i colori. Dal cosiddetto «discorso del bivacco» di Benito Mussolini («potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli...») alle scazzottate come quella che vide i commessi portare via un Francesco Storace urlante: «Quella checca di Paissan mi ha graffiato con le sue unghie laccate di rosso, io non l'ho toccato! Vi sfido a trovare le mie impronte digitali sul suo culo!». Mai, però, era accaduto che un deputato registrasse, segretamente, i colloqui con i colleghi là, nel luogo più protetto, dove i fotografi che stanno nelle gallerie sono obbligati a sloggiare appena c'è un tafferuglio perché «non sta bene» che gli italiani vedano quanto i loro delegati possano abbassarsi fino alla mischia da angiporto.
Non è stato, da parte di quel deputato, un gesto «onorevole»? Può darsi. Ogni censura è legittima. Ma guai se ancora una volta si guardasse il dito e non la luna. Perché le conversazioni «rubate» sono solo una parte del quadro ricostruito per «Gli Intoccabili» dall'inchiesta di Gaetano Pecoraro e Filippo Barone. C'è la copia di un modulo fatto firmare a un deputato del Pd che «si impegna a versare la somma di euro 50.000 quale contributo alle spese che il partito sostiene per la campagna elettorale». C'è un'intervista al deputato di Futuro e Libertà Aldo Di Biagio, che racconta di come una collega lo contattò per farlo rientrare nel Pdl: «Mi ha detto: "Noi ci aspettiamo coerenza da te. Ti consigliamo di aprirti una fondazione e ti faremo avere un contributo di un milione e mezzo da Finmeccanica o da un'altra società"». C'è la ricostruzione di come il dipietrista Antonio Razzi avrebbe contrattato la sua fiducia al governo Berlusconi, determinante in quel 14 dicembre 2010 di svolta nella legislatura, chiedendo tra l'altro l'istituzione del consolato onorario di Lucerna, finito poi a un suo amico. O ancora la rivelazione del finiano Luigi Muro: «L'onorevole Verdini mi ha detto: "Dimmi cinque cose che possono interessarti, cinque desideri e poi ragioniamo"». Meglio del genio della lampada di Aladino.
Ma certo, lo scoop sono le parole «rubate». Ed ecco un deputato, con la voce sfalsata e il volto oscurato elettronicamente per impedirne l'identificazione, sbuffare: «Sono l'unico che qui di benefit non ne ha. Pensione non ce l'ho, non c'ho un cazzo... Sono l'unico vero precario». Ecco una conversazione fra due «gentiluomini» illuminante: «Ormai è tutto... Tutto una tariffa, qua. È solo tariffa». «La tariffa tua quant'è?». «Al vostro buon cuore». «No, no, la tariffa la devi fare tu». «Al vostro buon cuore...». Ed ecco, agganciata dalla talpa, un'altra chiacchierata tra una sanguisuga e un somaro centrata sull'asfissiante richiamo alla pensione, il vitalizio. Così piena di parolacce, oltre agli strafalcioni, che dobbiamo chiedere scusa ai lettori: «Ma riuscite a fare tirare avanti questo governo? Ce la fate fino alla scadenza? Meglio anche per te. Così pigli pure tu la... Adesso devi fare quattro anni, sei mesi e un giorno. Perciò fatti nu poco li cazzi tua e non rompere più i coglioni a... E andiamo avanti. Così anche tu ti manca un anno...». «Meno di un anno!». «Meno di un anno e ti entra il vitalizio. Tu che cazzo te ne fotte, dico io? Tanto questi sono tutti malviventi. A te non ti pensa nessuno. Te lo dico io, caro amico. Che questi, se ti possono inculare ti inculano senza vaselina nemmeno». Una sola cosa ha in testa, qualcuno che magari davanti ai microfoni giura di fare politica «al servizio dei cittadini»: non uscire da quel guscio dorato. Anche perché, a volte, senza quella poltrona e quella possibilità di alzare il prezzo del suo voto, sarebbe rovinato: «Sono un reietto. Me ne sto da solo. Sono contento perché... Cioè, mi dispiace per la situazione economica dell'Italia che è andata così... Però... Per me sono contento perché il 14 dicembre c'è stato questo scombussolamento degli ex di An perché se non c'era questo scombussolamento io finivo qui. Cioè, basta, finito. Probabilmente finisco così lo stesso, però... Io ho bisogno di un posto di lavoro». «Perché, non hai nessun lavoro?». «Faccio il disoccupato». «E quindi qui ti eri sistemato...». Scambi di battute: «Lavori troppo, tu». «Eh, lavoro troppo». «Tu fai pure tu come Berlusconi? Otto a notte te ne fai?». «No, io me ne faccio di più!».
Sfoghi lamentosi come quello di un deputato, par di capire, eletto dal Carroccio: «Però non è giusto che tutti i partiti prendono i soldi dai parlamentari. Non va bene così. Non è una cosa corretta. La Lega è diventato un partito d'affari. Fanno quello che fanno tutti. E ti fanno firmare un contratto eh? Ti fanno firmare l'impegnativa. Hanno voluto un assegno post datato di 25.000 euro...». Conclusione: «Ma piuttosto voi quanto gli date, di pizzo, ogni mese?». No, non può essere quello, il Parlamento. Ci rifiutiamo di accettare che sia «solo» quello. Sarebbe una schifezza. Un insulto alla democrazia. Un oltraggio alla politica perbene, generosa, nobile. A tutti quelli, a destra e a sinistra, che ci credono sul serio. Buttateli fuori, quei deputati insaziabili interessati solo a se stessi. Fuori. E ricominciamo da capo.
C'è chi la considera equa, c'è chi dice che a pagare saranno sempre i soliti. Una cosa è certa: costerà a tutti noi diversi sacrifici. La manovra serve a drenare un importo gigantesco, importo di cui lo Stato ha assoluto bisogno per non dichiarare bancarotta e trascinare con sè tutta l'Europa, lacerandola e ponendo la parola fine alla moneta comune. Senza questa manovra o, meglio, senza i denari raccolti con questa manovra, avremmo vissuto di persona la situazione drammatica dell'Argentina di qualche anno fa. Molti sono rimasti sorpresi dall'entità di questa e delle altre poste in essere nell'estate, il tutto per un valore complessivo di quasi 90 miliardi di euro (i vecchi 180mila miliardi di lire!!). Probabilmente sono quelle persone che si "divertivano" o comunque non si sentivano coinvolte quando assistevano ai vari sprechi segnalati dalle varie trasmissioni come Striscia, Report ed altre. Ospedali finiti e mai entrati in servizio, complessi sportivi mai terminati, autostrade che finivano nel nulla, truffe milionarie dell'IVA, privatizzazioni addomesticate, appalti truccati su lavori pubblici sembravano trovate per far passare in allegria la serata. E ancora: soldi contanti nascosti in pouf o in scatole varie, frane mai riparate, terreni miracolati da agricoli a edificabili, pensioni d'invalidità immeritate, assunzioni clientelari. Sembravano tutte cose che non ci toccavano, che riguardavano un altro mondo di incivili, non noi. E quindi non valeva la pena scandalizzarsi di volta in volta per ognuno di quei fatti. E quando nella zona avvenivano fatti del genere si pensava che c'erano dei farabutti in giro, ma questo non ci sconvolgeva, non toccava il nostro, i nostri conti correnti, i nostri risparmi, il nostro lavoro. Ora, come sempre succede, i nodi sono venuti al pettine e ci rendiamo conto che tutto il malaffare che negli anni abbiamo visto e tollerato con indifferenza ci tocca, ci costa, ci costa soldi nostri. Basterà questa lezione per farci capire che dobbiamo interessarci, che dobbiamo partecipare, che dobbiamo controllare perchè la "cosa pubblica" è anche nostra?
E ora nel mirino c’è la posizione di una ditta esterna che svolge svariati lavori per l’ex ditta municipalizzata di via Pozzoni, che negli anni si è aggiudicata diversi incarichi. Gli investigatori starebbero verificando la presenza di un parente o un amico di un dirigente di Asm proprio tra i vertici dell’azienda esterna.
Ulteriori indagini riguardano la costruzione di un parcheggio a Salice Terme. Sembra che quest’opera abbia portato all’assunzione in Asm di un parente di una persona coinvolta nella realizzazione. E non è tutto: pare che sia stato assunto il figlio di uno degli organizzatori della campagna elettorale di una parte politica vogherese. Gli inquirenti stanno verificando il tutto. Per ora non ci sono iscritti nel registro degli indagati.
Per quanto riguarda invece l’indagine sul biodigestore di Voghera, si stanno controllando tutte le autorizzazioni necessarie per poterlo usare, mentre riguardo al Cavo Lagozzo si aspettano gli esiti della perizia del tecnico geologo incaricato dalla Procura. Le analisi sono scattate la settimana scorsa: si tratta di una raccolta di campioni dei terreni che circondano il Cavo per valutare la presenza di metalli pesanti o altre sostanze pericolose. Le indagini, in questo caso, sono affidate alla Guardia Forestale di Rivanazzano.
LA 'NDRANGHETA AL NORD C'È di Michele Polo 22.11.2011
La sentenza del tribunale di Milano conferma il grado di penetrazione della 'ndrangheta in Lombardia, con un controllo del territorio e una capacità di influenza sulle amministrazioni locali che coinvolge una vasta area della Regione. Omertà e progressivo allentamento del rispetto della legge si nutrono di fenomeni di illegalità debole, spesso diffusi proprio nei settori di penetrazione delle cosche. Si tratta della più importante e pericolosa organizzazione criminale italiana, con un fatturato e disponibilità enormi. La capacità di coordinamento tra le diverse 'ndrine.
La ‘ndrangheta in Lombardia è una presenza capillare, consolidata e pervasiva. La sentenza del tribunale di Milano ha confermato le tesi della procura lombarda che, in collaborazione con quella di Reggio Calabria, poco più di un anno fa aveva chiuso la fase istruttoria rompendo il velo sulla presenza delle cosche calabresi in Lombardia. Il quadro che ne emerge conferma quanto magistrati, forze dell’ordine e studiosi hanno da tempo individuato come il sentiero di espansione delle organizzazioni criminali dentro le attività economiche legali. Con un effetto di contaminazione delle relazioni economiche e sociali e il progressivo controllo del territorio in molti comuni della Regione.
I REATI E L'OMERTÀ
Tra i condannati e nelle carte dell’inchiesta ritroviamo l’espansione nel campo dell’edilizia e del movimento terra, la gestione di esercizi commerciali e della distribuzione, di bar e ristoranti. L’usura come mezzo per raggiungere il progressivo controllo di imprese legali. E il pizzo per imporre e ottenere il riconoscimento delle cosche. La penetrazione nel campo delle forniture agli enti locali e alle strutture sanitarie. Tutti ambiti nei quali la capacità di esercitare la violenza, il controllo del territorio, la disponibilità di enormi quantità di liquidità dai traffici illeciti, la costruzione di reti di connivenze permettono agli uomini delle ‘ndrine di stabilire relazioni di collaborazione e contiguità con professionisti, imprenditori, esponenti politici, funzionari amministrativi. L’inchiesta Crimine giunta a sentenza insegna alcune cose importanti. Prima di tutto il grado di penetrazione della ‘ndrangheta in Lombardia, con un controllo del territorio e una capacità di influenza sulle amministrazioni locali che viene da lontano e coinvolge la cintura sud-ovest di Milano, comuni della Brianza come Desio, o del Varesotto come Lonate Pozzolo. In secondo luogo emerge dall’inchiesta un fenomeno inquietante di omertà che coinvolge imprenditori ed esercenti locali sottoposti alle prepotenze o oramai collusi e conniventi con le cosche, capaci di negare minacce e collaborazioni anche di fronte all’evidenza delle intercettazioni. Il progressivo allentamento del rispetto della legge sicuramente si nutre di fenomeni di illegalità debole come l’evasione fiscale e contributiva, spesso diffuse proprio nei settori di penetrazione delle cosche, che rendono necessaria anche a imprenditori inizialmente lontani da ogni contatto con le cosche la ricerca di strumenti di riciclaggio dei proventi in nero, l’adozione di forme di contabilità opache. Tutti terreni di incontro e di contiguità che facilitano il contatto, che rendono ricattabili.
LA NOVITÀ DEL COORDINAMENTO TRA ‘NDRINE
Un terzo elemento che si ritrova nelle carte dell’inchiesta riguarda le dinamiche interne delle cosche calabresi in Lombardia e nei rapporti con le zone di radicamento tradizionale in Calabria. Tra le vicende al centro dell’inchiesta si ritrova anche la storia di Corrado Novella, boss emergente che si illuse di poter guadagnare una autonomia nella gestione degli affari lombardi allentando il controllo delle famiglie calabresi e pagò con la vita e un messaggio per tutti gli affiliati che rimarca il legame indissolubile tra i centri calabresi e le ramificazioni negli altri territori. Inoltre, dalle carte dell’inchiesta milanese emerge una struttura organizzativa molto più coordinata tra le diverse ‘ndrine rispetto a quanto tradizionalmente si pensava della ‘ndrangheta. Il coordinamento tra cosche, verificato per Cosa Nostra sin dalla collaborazione di Tommaso Buscetta e dalle inchieste del giudice Falcone, sembra ritrovarsi anche per le cosche calabresi. La riunione dei rappresentanti delle famiglie lombarde nei locali di Paderno Dugnano intitolati a Falcone e Borsellino per festeggiare il nuovo rappresentante per la Lombardia mal si adatta alla convinzione tradizionale di un insieme di gruppi slegati e brutali, radicati in una cultura pastorale feroce, ma arcaica. La ‘ndrangheta che emerge nell’inchiesta coordinata da Ilda Boccassini e Giuseppe Pignatone rappresenta la più importante e pericolosa organizzazione criminale italiana, uno degli attori principali nel traffico mondiale della cocaina, con un fatturato e disponibilità enormi. Da qui possiamo immaginare i prossimi capitoli che ancora le inchieste milanesi non hanno potuto completamente svelare. Perché tra le forme di reinvestimento dei proventi illeciti la finanza rappresenta uno dei canali fondamentali, capace di garantire, una volta riciclate le somme illecite, una mobilità e anonimità che gli investimenti immobiliari e nelle attività produttive lecite non consentono. Per un quadro completo manca insomma ancora il Sindona della ‘ndrangheta.
.... ma naturalmente la valle Staffora è un'isola felice ....
3-6 ottobre 2011 “Mafie 2011: legalità e istituzioni”
Ilda Boccassini sarà a Pavia lunedì 3 ottobre alle ore 21, nell’Aula Magna dell’Università (Largo La Pira) per la serata inaugurale della rassegna “Mafie 2011: legalità e istituzioni”, organizzata dagli studenti. Nel corso di questo primo incontro, il Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, nonché coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia, dialogherà con Silvia Buzzelli (docente di Procedura penale europea e sovranazionale nell’Università di Milano-Bicocca) sul tema “Le mafie, lo Stato e il coraggio di rischiare”.
Durante la seconda serata, martedì 4 ottobre alle ore 21 presso il Teatro Fraschini di Pavia, verrà messo in scena lo spettacolo teatrale di Luigi Galluzzo “La solitudine dell’onestà – Giorgio Ambrosoli, cronaca di un omicidio annunciato”, interpretato dall’Officina Teatrale degli Anacoleti per la regia di Antonello Capodici.
La terza serata, mercoledì 5 ottobre alle ore 21 in Aula Magna, vedrà ospite Raffaele Cantone, attualmente giudice della Suprema Corte di Cassazione e già Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che interverrà sul tema “Uomini d’onore e colletti bianchi”, presentando il suo ultimo libro “I Gattopardi” (Mondadori, 2010). L’incontro sarà moderato da Paolo Biondani, giornalista de L’Espresso.
Nella serata conclusiva di giovedì 6 ottobre, alle ore 21.00 nell’Aula Magna, sarà proiettato il filmato-documentario “’Un pagamu – La tassa sulla paura”, di Nicola Grignani, Claudio Metallo e Miko Meloni. A seguire, Jole Garuti (direttrice dell’Associazione e del Centro Studi Saveria Antiochia Omicron) modererà il dibattito sul tema “Storie di ribellione al pizzo”, a cui interverranno Gianni Speranza (sindaco di Lamezia Terme), Armando Caputo (presidente dell’Associazione Antiracket Lamezia), Rocco Mangiardi (imprenditore) e lo stesso Claudio Metallo, autore del filmato.
Per tutte le iniziative l’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
Per informazioni o contatti: osservatorioantimafiepavia.udu@gmail.com
Riporto un articolo scritto dalla redazione palermitana deLa Repubblica. Troppo "divertente" per non proporvelo .... Palermo paga i dipendenti per spalare neve a luglio Il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c'è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti. Fino a quando qualcuno in Provincia ha bloccato i pagamenti di SEBASTIANO MESSINA
PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell'isola del sole c'è la neve.
Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale? Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per "spalamento neve".
Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.
Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi). Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava. Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto, l'apice dello sforzo: duecento ore.
Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).
Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro. (29 settembre 2011)
Durante il consiglio comunale del 25/8/11 fu messa in votazione, fra le altre cose, una operazione immobiliare che vede come protagonista il nostro vice sindaco Fabio Riva. Come avevo preannunciato su questo stesso blog, ho ritenuto doveroso svolgere alcune osservazioni. Riporto qua di seguito la prima parte del verbale del consiglio stesso redatto dal Segretario Comunale:
"Consiglio Comunale n. 45 DEL 25.08.2011
OGGETTO: Approvazione piano integrato di intervento denominato “ Riva – Zuffada “ in Salice Terme – Soggetti proponenti . Società RIVA IMMOBILIARE – FABRI MARZIO – ZUFFADA GIUSEPPE – BARBIERI CARLO E STEFANO .
Illustra la pratica il Sindaco
Interviene il Consigliere Sorrentino Alberto che richiama l’attenzione su quello che è stato detto nel consiglio del 25.06.2009 immediatamente successivo all’insediamento del presente consiglio comunale: le due minoranze rilevammo che a ns. avviso era assai impropria la presenza di un membro di maggioranza e anche assessore che si occupava di operazioni immobiliari. Voi ne avete preso atto. Il 29.06.20009 il sottoscritto e l’allora consigliere di minoranza Zelaschi Graziella presentammo delle osservazioni di legge sull’argomento che consegna la segretario Comunale e che riepiloga (nota allegata alla presente deliberazione). La presenza nella maggioranza e nella giunta dell’Assessore Riva è molto problematica
Risponde il Sindaco dicendo che l’assessore Riva per legge può fare l’assessore ma non può avere deleghe in materia urbanistica edilizia, la vicenda in allora era già stata chiarita; il Vicesindaco per evitare discussioni neanche ci passa dall’ufficio tecnico. Questo comunque è un progetto vecchio antecedente a questa amministrazione.
Interviene il Consigliere Pedemonte Eraldo dicendo di essere d’accordo in linea di principio con il Consigliere Sorrentino, di essere d’accordo che era da evitare dare questi incarichi all’Ass. Riva. Ritengo in ogni caso che l’interpretazione giuridica giusta è quella del Sindaco. Io, comunque, non sono contrario alle operazioni urbanistiche, nel caso di Riva era meglio che non avesse avuto l’incarico di Assessore ma non posso dire altro.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso
a) Che i Sigg.ri Riva Geom. Fabio, Amministratore Unico della Società Riva Immobiliare Srl, con sede in Salice Terme – Via Taramelli; Fanti Marzio residente in Canneto Pavese, Via Cavè; Zuffada Geom. Giuseppe, Amministrarote Unico dell’Impresa Edile Zuffada Giuseppe con sede in Rivanazzano Terme - Via Colombo 35; Barbieri Carlo e Barbieri Stefano residenti in Godiasco –Montealfeo 3, in data 22 marzo 2010 - Prot. n. 1524, nella loro qualità di aventi titolo hanno presentato al Comune di Godiasco un progetto di Programma Integrato di Intervento - P.I.I. – predisposto ai sensi dell’art. 87 e seguenti della l.r. 12/2005 e s.m.i. - denominato “ Riva -Zuffada ”, non avente rilevanza regionale ai sensi dell’art. 92, comma 5 della citata l.r. 12/2005 e s.m.i., ma comportante variante al vigente P.R.G., relativamente agli immobili posti in Comune di Godiasco, località Salice Terme – Via Don Perosi e Via Mancinelli, individuati al C.T. del Comune di Godiasco - Fg.1, mappali n.179 -180 -181 e Fg. 2 mappali n. 293 - 37 - 38 e 39, richiedendone l’approvazione ...... "
Per inciso mi chiedo che razza di efficacia amministrativa si possa avere con "il Vicesindaco per evitare discussioni neanche ci passa dall’ufficio tecnico".
A seguire riporto la lettera a suo tempo indirizzata dalla (ex) consigliera Graziella Zelaschi e da me al Sindaco:
Professoressa ANNA GORBI GUADO Sindaco del Comune di 27052 GODIASCO - Salice Terme, 29 giugno 2009
Oggetto: Osservazioni circa l'art. 78 c. 3 del T.U. degli Enti Locali.
Come è stato osservato nel corso del consiglio comunale del 25/6/09, desideriamo sapere come ella abbia provveduto ad ottemperare al dettato dell'art. 78 comma 3 del T.U. sugli Enti Locali. Tale articolo recita: "I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall'esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato". Desideriamo sapere se, nel caso del geometra Fabio Riva, Assessore allo sport e turismo e Vicesindaco, siano state recepite assicurazioni atte a rispondere alle esigenze evidenziate dall'articolo suddetto oltre che alle più elementari cautele per evitare conflitti di interessi. E' ovvia la considerazione che il trascurare tali aspetti potrebbe ingenerare pesanti momenti di sfiducia della cittadinanza circa la trasparenza degli atti posti in essere dall'amministrazione. Giova ricordare che durante questo mandato si porrà l'importante momento della approvazione del PGT, occasione principe per le argomentazioni di cui all'articolo citato. Gradiremmo una sua cortese risposta scritta. Voglia gradire i nostri più cordiali auguri di buon lavoro. Alberto Sorrentino Graziella Zelaschi
Franca Biglio, Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni e Sindaco di Marsaglia (CN).
... Prendete il caso della Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni (ANPC), Franca Biglio, Sindaco di Marsaglia, in provincia di Cuneo.
E' sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo dare battaglia dopo la notizia che i comuni sotto i 1000 abitanti verranno aboliti per effetto della manovra economica preannunciata dal governo.
E' sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo escogitare iniziative originali per fare clamore, come ad esempio appendere per le vie del paese un manifesto di lutto cittadino per la prossima scomparsa del proprio comune o organizzare la marcia su Roma dei piccoli comuni.
Ed è sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo tentativo (riuscito) di sfruttare ogni spazio mediatico utile per combattere la battaglia dei piccoli comuni in via di estinzione. Motivo per cui il Sindaco Biglio, in queste ultime settimane, è apparsa un po' ovunque: piazze, radio, televisioni, stampa...
Niente di male, insomma: il momento sicuramente lo richiedeva.
... a me piacerebbe vivere in un paese in cui quando sentiamo parlare la Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni non capiti di essere assaliti dal benché minimo dubbio sulla sua trasparenza di intenti e sulla schiettezza dei propositi espressi.
.....
Non so come la vedete voi, ma se come Sindaco del mio paese mi capitasse ciò che è capitato a Franca Biglio, cioè di essere rinviato a giudizio per truffa aggravata ai danni del mio comune (e della Comunità Montana “Alto Tanaro Cebano e Monregalese” di cui fa parte) per via di svariati rimborsi spesa pompati per viaggi e trasferte - alcune delle quali addirittura non sarebbero neppure state effettuate - io mi dimetterei, anche con una qualche vergogna. E a maggior ragione mi dimetterei se avessi già restituito al mio Comune (col voto favorevole dei Consiglieri di maggioranza e contrario di quelli di opposizione) oltre 25.000 euro evitando così che il mio Comune si costituisse parte civile.
Badate bene: mi dimetterei con una qualche vergogna anche se fossi convinto della mia innocenza, sia ben chiaro. Perché la vergogna dipende anche dal sospetto, mica solo dalla colpevolezza.
E oltre a questo sapete perché mi dimetterei? Perché sono fermamente convinto che un politico, per poter andare avanti, non debba mai chiedere ai propri elettori un atto di fede sulla sua onestà.
Nessun politico che si rispetti dovrebbe mai mettere il proprio elettore in condizione di pensare "mi pare che tutti gli indizi siano contro il mio referente politico: ora che faccio? Gli credo o non gli credo?". .....
Niente atti di fede. Solo dimissioni.
L'unico atto sicuramente comprensibile, anzi doveroso.
Quello che Franca Biglio, colpevole o innocente che sia, non è riuscita a fare.
E in ogni caso la domanda sorge spontanea: perché mai nessuno glielo ha chiesto?
E perché mai nessuno parla di quel piccolo dubbio sulla trasparenza del suo operato da Sindaco?
Stampa, televisioni, radio, piazze, sempre in rappresentanza dei piccoli comuni italiani.
Possibile che a nessuno venga in mente che l'etica della politica richiederebbe quantomeno una qualche morigeratezza mediatica?
Che sarebbe sicuramente comprensibile.
Anzi, doverosa.
Ho assistito ieri sera al consiglio comunale di Voghera per la curiosità su due punti all'OdG: la messa in liquidazione dell'aereoporto di Rivanazzano e l'illustrazione delle vicende giudiziarie del sindaco Barbieri. La vicenda aereoporto è scivolata via nell'indifferenza di tutti i consiglieri, non ci sono stati interventi per denunciare le colpe (che pur ci saranno state visto i capitali volatilizzati), le incapacità, la gestione approssimativa che ha portato al disastro economico. Nulla. Tutti hanno votato a favore della messa in liquidazione salvo uno per motivi, se ho ben capito, procedurali e non di merito. La vicenda del sindaco ha segnato il vertice di una riunione dove la politica (con la P minuscola) l'ha fatta da padrona. E' stato un susseguirsi di argomentazioni che con le vicende giudiziarie, con l'onore, con la questione morale, con il rispetto per le istituzioni non avevano nulla a che fare: uno si lagnava di possibili rappresaglie politiche, l'altro degli ex compagni di lista, molti dell'ASM che non funziona, uno dell'ASM che è un gioello incompreso, un altro che i reati contestati, comunque da provare, erano relativi a quando l'attuale sindaco non era tale e quindi sarebbero ininfluenti per il comune ... e via annoiando. Solo uno ha invitato chiaramente il sindaco a dimettersi, gli altri, campioni di delicatezza e bon ton, han cercato di farglielo capire senza procurargli eccessiva angustia. Il candidato sindaco del centrosinistra, Garofali, era addirittura assente per ferie ! In diversi interventi (mi sembra del PD) è stato però detto che era ovvio il dover chiedere a Marchese, co indagato con Barbieri, di dimettersi dalla carica di revisore del comune di Voghera. Magari gli stessi consiglieri (del PD) potrebbero farsi portavoce della stessa istanza in Provincia (amministrata dal centro sinistra) dove il Marchese ricopre lo stesso ruolo. Per la cronaca lo ricopre anche in diversi comuni a noi vicini, vedi elenco dal suo sito internet. Tutto ciò nonostante il momento più pietoso della serata è stato lo scontro fisico fra i consiglieri del Movimento Voghera 5 Stelle Rubiconto Francesco - Vice Capogruppo e Marfi Antonio - Capogruppo: una scena veramente indecente. Spesso si dice che i cittadini hanno perso la fiducia nella politica per il pessimo esempio che darebbero alcuni dei nostri rappresentanti a Roma: credo che il problema inizi assai più vicino a noi ....
Convocazione Consiglio Comunale in seduta straordinaria IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO VISTO l’art. 39 D. Lgs. 18.08.2000, n. 267; VISTO l’art. 12 dello Statuto comunale; VISTO l’art. 6 del Regolamento sul funzionamento e l’organizzazione del Consiglio comunale; D I S P O N E La convocazione del Consiglio Comunale, in seduta straordinaria, per il giorno di MERCOLEDÌ 03 AGOSTO 2011, alle ore 21.00, in prima convocazione, per trattare il seguente: ORDINE DEL GIORNO
1. Comunicazioni del Presidente del Consiglio e del Sindaco. 2. Interpellanze e interrogazioni. 3. Società Aeroporto della Provincia di Pavia – Rivanazzano S.r.l. – Scioglimento anticipato della Società con messa in liquidazione. 4. Adozione Piano di Lottizzazione residenziale ad iniziativa privata ATR/PE 3 denominato “Verdecentrale”, in Voghera – Strada Casalnoceto. 5. Adozione Piano di Lottizzazione residenziale ad iniziativa privata ATR/PA 15 in Voghera – Laterale est di Via Barbieri. 6. Chiarimenti politico-amministrativi alla luce delle vicende giudiziarie che hanno, in questi giorni, coinvolto il Sindaco. (Argomento richiesto in data 15.07.2011 da n. 7 Consiglieri comunali – P.G. n. 21187).
Non ho mai dato notizia di consigli comunali diversi da quelli di Godiasco, ma credo che questa volta sia un po' particolare. Certamente il punto 6 stimola la pubblica curiosità e sarà certamente interessante sentire dalla viva voce del sindaco Barbieri il racconto delle sue recenti traversie giudiziarie. Non da meno, tuttavia, sarà il punto 3 con la proposta di deliberare la messa in liquidazione volontaria dell'aereoporto di Rivanazzano su cui recentemente ci siamo intrattenuti. Finirebbe così la velleitaria avventura di un'impresa nata con soldi pubblici, idee tanto grandiose quanto vaghe, capacità imprenditoriali che si commentano da sole. Bruciati in questa avventura un sacco di soldi pubblici, quindi nostri, quelli che andremo a dare nuovamente sotto forma di ticket, blocchi salariali, decurtazioni alle pensioni, aumenti tariffari, minori servizi pubblici. La prossima volta impariamo a informarci meglio, a partecipare di più, a protestare prima che la stalla sia vuota.