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giovedì 2 febbraio 2012

I costi della politica

Un argomento molto di moda sono i costi della politica.
Non sono molto d'accordo. A mio avviso il costo dice poco o nulla.
Quando si acquista un bene o un servizio, quello che importa a mio avviso non è il costo, ma il rapporto fra la qualità ed il prezzo.
Se la qualità è alta, anche un prezzo alto può essere tollerabile, ma se la qualità è talmente scadente da rendere non utilizzabile il bene, anche il calare fortemente il costo può non bastare.
Anche se un bel paio di scarpe costa 150/200 euro, per un paio di finta pelle con suola di plastica mal incollata lo spendere solo 30 euro può essere lo stesso una fregatura perchè poi si è costretti a non indossarle e a buttarle via.
Allora io penso che quando ci si lamenta di (tanta) parte della classe politica e si invoca un dimezzamento del loro stipendio si compia un grossolano errore. Se un parlamentare è un farabutto, non è che pagandolo meno diventa meno farabutto, meno pericoloso, più produttivo, più attento all'interesse pubblico: farabutto era e farabutto resta. A noi cittadini interessa pagare meno i farabutti o essere rappresentati da galantuomini competenti e ben pagati? La risposta mi sembra ovvia. Allora è un problema di qualità delle persone, non semplicemente di costi.  Per di più vorrei notare che tutti coloro che sono nelle istituzioni e ci fanno rabbrividire solo a guardarli, li abbiamo mandati noi con il nostro voto e, prima, sono stati designati ad entrare nelle liste elettorali scelti arbitrariamente da potenti capi partito: essi che sono tali  (potenti ed incontrollati) perchè i cittadini disdegnano di entrare nei partiti a sorvegliare cosa stanno facendo, a dire la loro, a spronare, controllare, censurare, cacciare.
Inoltre non capisco bene come mai ci sia tanta animosità (spesso giustificata) verso i costi della politica, ma non vi sia altrettanta attenzione verso la razionalizzazione di quei costi. Esempio: nella nostra zona potremmo fondere 5 comuni facendone uno solo. Si risparmierebbero 4 sindaci su 5, una quindicina di assessori, qualche decina di consiglieri comunali, 4 su 5 revisori dei conti ecc ecc.
Stranamente questo interessa poco: mah, mistero.
Questo premesso, noto anche che spesso viene fatta, come spesso succede, di ogni erba un fascio.
Tutti coloro che occupano una qualche carica elettiva sono dei tipi profumatamente pagati: non sempre è vero.
Oggi ho ricevuto lo "statino dello stipendio" che mi spetta nella qualità di consigliere comunale nel Comune di Godiasco, per l'intero anno 2011.
Queste le voci:

Indennità di presenza 2011: euro 113,89
Irpef netta                                     26,19
Addizionale regionale                       1,40
Netto da percepire                      86,30
Ovviamente le ritenute sono in acconto e devo inserire il tutto in dichiarazione dei redditi.

Direi che non mi sono arricchito.

venerdì 20 gennaio 2012

Anche questi sono "costi della politica" ....

Un interessante articolo apparso su La Voce su di un argomento che raramente viene toccato. 
Quanto spendono in un anno gli enti pubblici per patrocinare/ sponsorizzare fiere, feste e altri eventi?
Che procedure vengono seguite? Che rendiconti sono presentati a posteriori?
Sono queste domande che nessuno si è mai posto nei periodi di "vacche grasse", ma ora la cosa è diversa.
Taluni enti poi organizzano eventi senza rimorsi sostenendo che non loro hanno speso, ma un altro ente pubblico che materialmente ha finanziato l'iniziativa; dimenticano forse che il denaro proviene sempre e solo dalle tasse e dalle imposte pagate dai cittadini (quelli che le pagano).

SE UN PATROCINIO NON SI NEGA A NESSUNO
di Luigi Oliveri
Dalla sagra strapaesana alle ricerche di mercato più improbabili: comuni, province e Regioni non lesinano denaro in sponsorizzazioni, patrocini e contributi. La normativa prevede la pubblicazione successiva della spesa sostenuta, ma non esiste una rilevazione nazionale del volume delle risorse erogate. E finora i tentativi di limitare le spese di rappresentanza hanno solo creato grandi polveroni. Eppure un totale divieto permetterebbe di risparmiare centinaia di milioni di euro. A quanti punti di pressione fiscale locale in meno potrebbero equivalere?
Negli ultimi mesi, di tagli alle spese si è parlato molto, ma fatto ben poco. La manovra-Monti ha operato prevalentemente sul lato delle entrate. Scelte connesse a riduzioni di spese improduttive se ne sono viste ben poche. Anche perché occorre, ovviamente, autonomia di giudizio e coscienza nel riconoscere come tali quelle dalle quali, molto spesso, derivano consensi e voti. E delle quali la politica non riesce a fare a meno. Nonostante la presenza di un governo “tecnico”.

IL FLUORILEGIO DEI CONTRIBUTI

Una recente inchiesta dell'Espresso, intitolata “Cento caste, uno spreco”, riporta un florilegio di decine e decine di esempi di contributi erogati da Regioni, province e comuni per le finalità più criticabili. (1) Soprattutto in tempi di grave crisi. L’articolo cita situazioni che agli operatori degli enti locali sono, purtroppo, ben note: dal contributo per la sagra strapaesana, all’erogazione finanziaria per ricerche di mercato o iniziative di comunicazione, dal sostegno al raduno, al finanziamento di eventi culturali improbabili, fino ai contributi a manifestazioni cittadine o da strapaese con bancarelle espositive e di vendita.
L’entità dei contributi è la più varia: dalle poche alle centinaia di migliaia di euro, spese senza alcun effettivo controllo non tanto del processo di spesa, quanto dell’utilità della stessa.
Unico “baluardo” per controllare questo fiume di denaro che gli enti territoriali continuano a spendere in lungo e in largo sarebbe l’articolo 12 della legge 241/1990, norma annoverabile tra le più inefficaci e inutili mai emanate dal legislatore, secondo la quale occorre pubblicare in via preventiva i criteri e le modalità per erogare i sussidi pubblici. Tuttavia, spessissimo tali criteri non risultano esistere o si limitano ad attribuire agli organi politici la piena discrezionalità nello scegliere se, a chi e per quale somma erogare i contributi: il che equivale all’assenza effettiva di qualsiasi criterio.
Nonostante la normativa preveda la pubblicazione successiva della spesa complessivamente sostenuta, non risulta esistere una rilevazione nazionale del volume delle risorse erogate per contributi. Insomma, nessuno è in grado di stabilire quanto gli enti territoriali (ma anche lo Stato) spendano in un anno a questo titolo.
In merito, legislatore e Corte dei conti hanno dimostrato di avere le idee estremamente confuse. L’articolo 6, commi 8 e 9, del decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2011, ha provato a mettere il naso sulla questione: la spesa per “relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza” è limitata al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009 per le medesime finalità e si vieta del tutto la spesa per sponsorizzazioni.
La norma è servita solo a creare un immenso polverone. Le sezioni regionali della Corte dei conti hanno dimostrato di avere concezioni diverse e inconciliabili del concetto di sponsorizzazione e di spese per relazioni pubbliche, creando con i loro pareri un inestricabile reticolo interpretativo che, alla fine, consente di effettuare in ogni caso le spese per contributi, visto che sostanzialmente per “sponsorizzazioni” pare debba intendersi il vero e proprio contratto privatistico, col quale, nei fatti, mai si regolano le erogazioni a fini di contributi.
Sfugge del tutto, dunque, un controllo generale sull’efficacia della norma che avrebbe voluto tagliare dell’80 per cento la spesa.
È possibile provare a stimare molto all’ingrosso il volume di spesa come emerge dalla seguente semplice tabella:

Anche rimanendo estremamente prudenti sulla media delle spese per contributi, si arriva facilmente a superare il miliardo di euro, la gran parte dei quali ricadente sul sistema degli enti locali e, in particolare, dei comuni. Probabilmente, la spesa globale per contributi relativi a iniziative come quelle esemplificare da L’Espresso è anche significativamente più ampia.

LE TASSE DEI COMUNI

Alcune considerazioni, allora, si impongono. Nel rapporto costi-benefici, occorrerebbe chiedersi quanto negativamente incida sulla comunità l’incremento di tasse regressive, che cioè colpiscono di più i redditi più bassi, come Iva e accise sulla benzina, rispetto all’eventuale diminuzione o eliminazione della spesa per contributi tipo sagra della pizza.
Sarebbe da tenere in altissima considerazione la possibilità di risparmiare centinaia di milioni di euro, se non miliardi, rinunciando del tutto anche se per un breve periodo, diciamo tre anni, a spese di questo genere, modificando le disposizioni dell’articolo 6, commi 8 e 9, della legge 122/2010 spiegando chiaramente il totale divieto di contributi e patrocini, oltre che di sponsorizzazioni, salvo che per eventi di rilevanza storica, culturale e internazionale paragonabili al Palio di Siena. Gli enti locali dovrebbero essere contestualmente obbligati a tracciare il risparmio forzoso di queste spese, investendo la media di quanto dedicato nei tre anni precedenti a tale titolo al rimborso dei prestiti accesi, così da ridurre effettivamente l’indebitamento. Obiettivo che dovrebbe essere primario e fondamentale.
I sindaci dei comuni saranno a breve chiamati a riattivarsi per introitare la nuova Imu anche sulla prima casa, con costi molto più alti per effetto della rivalutazione delle rendite catastali. Probabilmente, per ottenere effettivi benefici per le casse comunali dovranno alzare il livello medio di imposizione dello 0,4 per cento. Sarebbe opportuno chiedersi, in vista di manovre tributarie di questo genere, quanti punti di pressione fiscale locale potrebbero essere risparmiati col contenimento di costi per contributi di discutibilissima utilità che, pure, si continuano a spendere a profusione.

(1) L’Espresso n. 52/2011, pagina 38.


venerdì 30 settembre 2011

Godiasco e Godiasco Salice Terme


Ormai è ufficiale. Il referendum per l'integrazione del nome del comune GODIASCO con la frazione più importante SALICE TERME si terrà nel prossimo marzo.
Fino ad allora temo che sarà una continua discussione su questo vitale aspetto della nostra località: integrare il nome o no? Votare sì o votare no?
Pare che a giorni una seduta a porte chiuse della NATO si occuperà della basilare questione.
Dagli Stati Uniti si apprende che questo aspetto sta scavando un solco incolmabile fra i candidati alla presidenza democratici e repubblicani.
Cauti passi diplomatici sono tentati dalla Cina verso le più importanti cancellerie europee.
Il tutto per la serie .... ma chissene....
Siamo immersi in una crisi finanziaria nazionale e globale enorme che non è dato sapere dove ci porterà e quali sacrifici renderà necessari mentre a livello locale abbiamo un comune che per tirare su qualche soldo ci tassa l'ombra dei pergolati, abbiamo strade e marciapiedi in condizioni pietose, parchi giochi per bambini che risalgono ai Visigoti, il verde pubblico che non conosce manutenzione, le fogne che si ricordano Noè, l'organico della Polizia Urbana ad un terzo del necessario, un sito internet che viene regolarmente aggiornato per fare gli auguri di Natale, un sistema di raccolta rifiuti copiato da quello di Napoli e con tutto questo dovremmo preoccuparci del nome?
Il vero problema, a livello locale, è la fusione dei comuni per raggiungere una soglia critica di abitanti di almeno 10/15.000 anime. Solo così sarà possibile raggiungere un minimo di efficienza anche tagliando i troppi costi di struttura (anche di organi politici).
Il resto è solo un pretesto per sviare l'attenzione dai veri problemi.

COMPENSI D'ORO DELLE REGIONI. SENZA MERITO


Riporto un articolo de La Voce che mi sembra interessante.
L'autore è Andrea Garnero.

I costi della politica tengono banco da tempo. E tra gli amministratori locali qualcuno prova a difendersi sostenendo che lo stipendio dei governatori è il compenso per il lavoro svolto a vantaggio della comunità. Ma le indennità dei presidenti e dei consiglieri delle Regioni italiane non sembrano legate ai risultati economici del territorio in termini di Pil pro capite, disoccupazione e occupazione. Al contrario, sembra emergere una relazione negativa tra remunerazione dei politici locali, benessere e andamento del mercato del lavoro.

In tempi di crisi e ristrettezze finanziarie si discute sempre di più di costi della politica: da una parte c’è chi trova gli stipendi dei politici eccessivamente alti. Dall’altra, c’è chi fa notare come questi siano spesso molto inferiori alle remunerazioni dei manager (pubblici o privati) o chi, come il presidente alto-atesino Durnwalder, ritiene che rappresentino la giusta remunerazione del proprio lavoro, considerati i risultati economici del territorio amministrato.

... per leggere tutto l'articolo e vedere un interessante grafico clicca qua

giovedì 8 settembre 2011

Nominato il liquidatore dell'Aereoporto di Rivanazzano



Ieri è stato conferito l'incarico di liquidatore dell'aereoporto di Rivanazzano al prof. Cotta Ramusino, docente a Pavia.
Dovrà fare il punto sulla situazione economica della società, in sostanza dovrà determinare quanti soldi sono stati buttati nel pozzo (per così dire ...).
Dovrebbe anche cercare un acquirente, naturalmente privato, della struttura. Ovviamente non sarà facile, ma anche se riuscisse non cambierebbe nulla sulle perdite che gli enti pubblici dovranno sopportare: il privato pagherebbe una cifra simbolica e nulla più.
Nel frattempo, nell'articolo di oggi su La Provincia a pag. 38, si conclude dicendo "l’aeroporto rimane una struttura strategica nell’ottica di un rilancio turistico del territorio provinciale". Evidentemente non ci è bastata ancora la lezione. Sarei anche curioso sapere di quale rilancio turistico provinciale si parla. Esiste un pian? Chi l'ha elaborato? Il neo Presidente nei ritagli di tempo che il Senato gli consente? Cosa prevede ? Mi faccio queste domande, poi mi sovviene che questa è la Provincia del riso e .... sorrido.

giovedì 18 agosto 2011

Pensioni no, ma vitalizi sì


Leggo stamattina in un articolo de Il Giorno on line ...

Pavia, 18 agosto 2011 - Tra pietanze a base pesce che costano pochi euro e auto blu per arrivare fino sulla battigia, il vitalizio garantito ai parlamentari rappresenta forse il privilegio più odioso. Soprattutto in un momento in cui si sforbiciano le pensioni e si allunga il periodo contributivo, sapere che qualcuno con appena 5 anni di versamenti riesca a garantirsi una somma mensile di tutto rispetto, crea un enorme divario tra la “casta” e il resto dei lavoratori .
Stando a un’inchiesta dell’Espresso i 2.307 tra ex deputati ed ex senatori ogni mese si mettono in tasca tra i 2000 e i 7000 euro netti, a seconda dei contributi versati durante il periodo di permanenza alla Camera o al Senato. Tra loro ci sono anche alcuni pavesi che negli anni sono passati da Roma. Come l’ex commissario straordinario del San Matteo, Giovanni Azzaretti, senatore della Repubblica per la Dc dal 1987 al 1992: percepisce un vitalizio di 2154 euro al mese.
Un po’ meno rispetto a Giampiero Beccaria, legato a Pavia per essere stato presidente e amministratore delegato della Rimoldi Necchi. Iscritto a Forza Italia, sottosegretario all’Industria nel primo governo Berlusconi, per l’attività svolta come senatore dal 1994 all’8 maggio 1996 incassa 2147 euro. L’ex sindaco socialista Elio Veltri eletto alla Camera nelle fila del Pds nel 1996 con 5 anni di versamenti percepisce 2238 euro, mentre un altro ex sindaco, Piera Capitelli che è stata deputata del Pd per 10 anni ha vitalizio di 3183 euro. All’incirca quanto mette in tasca Luigi Gastaldi (Forza Italia) che con 10 anni ha una “pensione” di 3190 euro. Per l’attuale presidente della Camera di commercio Giacomo de Ghislanzoni che ha versato contributi per 15 anni, invece, il vitalizio è di 4277 euro e per Romana Bianchi (Pd) che ha al suo attivo 20 anni di versamenti il vitalizio è di 5305 euro.
di M.M.


So per esperienza diretta che un normale cittadino che lavora per 12 anni (ma forse anche più) versando fior di contributi non matura nessun diritto pensionistico.
Se qualcuno mi domandasse che armi hanno i cittadini normali, quelli che devono lavorare una vita, senza godere di privilegio alcuno, per maturare il diritto alla pensione (spesso di altra portata), io risponderei che hanno solo l'indignazione.
L'arma della indignazione, quella fantastica arma che è stata tenuta sotterrata per tanto tempo, sia nei confronti della conduzione della cosa pubblica a livello nazionale, sia a livello locale.
Credo che sia ora di usarla.

lunedì 15 agosto 2011

Che ingarbugliamento !


Oltre alla fusione di comuni (da due o più se ne forma uno solo) e alla unione di comuni (come previsto dal T.U del 18.8.2000 in cui due o più comuni esercitano assieme dei servizi, ognuno restando tuttavia autonomo per il resto) il Governo ha adottato una terza via.
Questo a seguire è quanto previsto dal Decreto del 12.8.2011 all'articolo 16.
Per leggere tutto il decreto clicca qua
Ci vuole una certa buona dose di volontà per leggere il tutto, ma raccomando di farlo almeno per questo articolo 16 che, tra l'altro, modifica anche il numero dei consiglieri e degli assessori per il nostro comune di Godiasco.

Art. 16
Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica nei comuni
1.
Al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, l’ottimale coordinamento della finanza pubblica, il contenimento delle spese degli enti territoriali e il migliore svolgimento delle funzioni amministrative, a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, nei Comuni con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti, il Sindaco è il solo organo di governo e sono soppressi la Giunta ed il Consiglio comunale. Tutte le funzioni amministrative sono esercitate obbligatoriamente in forma associata con altri Comuni contermini con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti mediante la costituzione, nell’ambito del territorio di una provincia, salvo quanto previsto dall’articolo 3 del presente decreto, dell’unione municipale.
2.
Nei Comuni di cui al comma 1, il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto. Ciascun elettore ha diritto di votare per un candidato alla carica di Sindaco, segnando il relativo contrassegno o il nominativo sulla scheda elettorale. E’ proclamato eletto Sindaco il candidato alla carica che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, si applica l’articolo 71 del Testo unico degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Restano ferme le norme vigenti in materia di ineleggibilità, incandidabilità e incompatibilità e per la presentazione della candidatura previste per i Sindaci dei comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti.
3.
L’unione municipale è costituita dai comuni contermini con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti al fine dell’esercizio in forma associata di tutte le funzioni amministrative e dei servizi pubblici di spettanza comunale. La complessiva popolazione residente nel territorio dell’unione municipale è pari almeno a 5.000 abitanti, salvo diverso limite demografico individuato con delibera della Giunta regionale.
4.

Nel caso in cui non vi siano altri Comuni contermini con popolazione inferiore a 1000 abitanti, a tali Comuni si applicano, ai fini della composizione degli organi di governo, le norme previste per i Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti di cui all’articolo 6, comma 1, lettera a) del presente decreto. I comuni di cui al primo periodo costituiscono, con i comuni contermini, unioni di comuni, ai sensi dell’articolo 32 del citato Testo unico al fine di ridurre le spese complessive.
5.
Gli organi dell’unione municipale sono l’assemblea municipale, il presidente dell’unione municipale e la giunta municipale. L’assemblea municipale è costituita dai sindaci dei comuni costituenti l’unione municipale ed esercita, sul territorio dell’unione municipale, le competenze attribuite dal citato Testo unico ai Consigli comunali L’assemblea municipale elegge, nel suo seno, il Presidente dell’unione municipale, al quale spettano, sul territorio dell’unione municipale, le competenze del Sindaco stabilite dall’articolo 50 del citato Testo unico. Spettano ai Sindaci dei comuni facenti parte dell’unione municipale le attribuzioni di cui all’articolo 54 del citato Testo unico. Il Presidente dell’unione municipale nomina, fra i componenti l’assemblea municipale, la giunta municipale, composta da un numero di assessori non superiore a quello previsto per i comuni con popolazione uguale a quella complessiva dell’unione municipale. La Giunta esercita, sul territorio dell’unione municipale, le competenze di cui all’articolo 48 del citato Testo unico.
6.
Lo statuto dell’unione municipale individua le modalità di funzionamento degli organi di cui al comma 5 e ne disciplina i rapporti.
7.
Con regolamento da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro per le riforme per il federalismo, è disciplinato il procedimento di prima costituzione dell’unione municipale, prevedendo in ogni caso che, nel caso in cui siano decorsi sei mesi dalla data di rinnovo dei comuni di cui al comma 1 e la costituzione dell’unione municipale non sia avvenuta, il Prefetto stabilisca per i Comuni interessati un termine per adempiere. Decorso inutilmente detto termine, il Prefetto nomina un commissario ad acta al fine di provvedere alla convocazione dell’Assemblea municipale per gli adempimenti previsti.
8.
Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni in materia di ordinamento e funzionamento dei Comuni.
9.
A decorrere dal primo rinnovo di ciascun consiglio comunale successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto:
a) per i comuni con popolazione superiore a 1000 e fino a 3000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre al Sindaco, da cinque consiglieri ed il numero massimo degli assessori è stabilito in due;
b) per i comuni con popolazione superiore a 3000 e fino a 5000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre al Sindaco, da sette consiglieri ed il numero massimo degli assessori è stabilito in tre;
c) per i comuni con popolazione superiore a 5.000 e fino a 10.000 abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre al Sindaco, da nove consiglieri ed il numero massimo degli assessori è stabilito in quattro.
10.
All’articolo 14, comma 31, alinea, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni, le parole: «5.000 abitanti o nel quadruplo del numero degli abitanti del comune demograficamente più piccolo tra quelli associati», sono sostituite dalle seguenti: «10.000 abitanti, salvo diverso limite demografico individuato con delibera della Giunta regionale,»; le lettere b) e c) del medesimo comma 31 sono sostituite dalla seguente: “b) entro il 31 dicembre 2012 con riguardo a tutte le sei funzioni fondamentali loro spettanti ai sensi dell’articolo 21, comma 5, della citata legge n. 42 del 2009”.
11.
A decorrere dal primo rinnovo del collegio dei revisori successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, i revisori dei conti dei Comuni sono scelti mediante estrazione da un elenco nel quale possono essere inseriti, a richiesta, i soggetti iscritti, a livello provinciale, nel Registro dei revisori legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, in possesso di specifica qualificazione professionale in materia di contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria degli enti territoriali. Con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalità di attuazione del presente comma..
12.
Le spese di rappresentanza sostenute dagli organi di governo degli enti locali sono elencate, per ciascun anno, in apposito prospetto allegato al rendiconto di cui all’articolo 227 del Testo unico degli enti locali di cui al 18 agosto 2000, n. 267. Tale prospetto è trasmesso alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti ed è pubblicato, entro dieci giorni dall’approvazione del rendiconto, sul sito internet dell’ente locale. Con atto di natura non regolamentare, adottato d’intesa con la Conferenza Stato – città ed autonomie locali ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, il Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta uno schema tipo del prospetto di cui al primo periodo.
13.
All’articolo 14, comma 32, alinea del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole «31 dicembre 2013» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2012»; alla lettera a), del medesimo comma 32, le parole «31 dicembre 2013» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2012».
14.
Al fine di verificare il perseguimento degli obiettivi di semplificazione e di riduzione delle spese da parte degli enti locali, il Prefetto accerta che gli enti territoriali interessati abbiano attuato, entro i termini stabiliti, quanto previsto dall’articolo 2, comma 186, lettera e) della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e successive modificazioni, e dell’articolo 14, comma 32, del citato decreto-legge n. 78 del 2010. Nel caso in cui, all’esito dell’accertamento, il Prefetto rilevi la mancata attuazione di quanto previsto dalle disposizioni di cui al primo periodo, assegna agli enti inadempienti un termine perentorio entro il quale provvedere. Decorso inutilmente detto termine, il Prefetto nomina un commissario ad acta per l’adozione dei provvedimenti necessari.

domenica 14 agosto 2011

E ti sembra poco ?


Oggi sul giornale La Provincia il sindaco di un paese con 98 (!!) abitanti dice che il suo modesto guadagno mensile di 480 euro lordi è ben poca cosa ed il risparmiarlo non cambierebbe la sostanza delle cose.

Mi sembra un discorso assurdo: 480 euro mensili sono 5.760 euro annui e pesano per 58 euro su ogni abitante: una famiglia di 4 persone, solo per pagare il sindaco, sborsa (in modo diretto e/o indiretto) annualmente 235 euro.
(Se ogni abitante di Milano destinasse annualmente 58 euro per pagare il sindaco, la somma risultante sarebbe di oltre 75 milioni. Anche questo dimostra quanta inefficienza e irrazionalità ci sia nei piccoli comuni)

Se vi sembrano pochi ....

Dopo la recente manovra governativa che (pare) vuole accorpare tutti i comuni sotto i mille abitanti, si è avuta una levata di scudi da (quasi) tutti i sindaci cui balla la poltrona.

Chi inneggia all'unione di comuni (mettere insieme i servizi, ma lasciare in vita i singoli comuni con sindaci ecc), chi si appella all'identità della popolazione (che può vivere in mille modi diversi, anche senza un sindaco cadauna).
Solo pochi e fra questi il sindaco di Cecima, capiscono l'anti economicità di avere i micro comuni; gli altri accampano mille scuse per salvare il proprio piccolo potere .... e i cittadini pagano.

giovedì 21 luglio 2011

I più pagati d'Europa sono i parlamentari italiani


Un articolo letto su La Voce.
Ripeto che a mio avviso il criterio più importante è quello che guarda il rapporto fra qualità e prezzo: non importa quanto costi, ma importa quanto produci in relazione al tuo costo.
Se poi produci poco ....



NEL PARLAMENTO ITALIANO I PIÙ PAGATI D'EUROPA
di Matteo Pelegatti 19.07.2011

In questi giorni politici e mezzi d’informazione si stanno chiedendo quale possa essere il compenso appropriato per i parlamentari italiani che, come è noto, sono i più pagati d’Europa.
Un criterio equo può essere quello di commisurare lo stipendio dei parlamentari al benessere economico dei propri cittadini, e quindi ad una misura (per quanto imperfetta) di questo: il Pil pro capite.
In figura si vede come esista una relazione lineare piuttosto precisa tra il Pil pro capite e gli stipendi dei parlamentari europei, con l’eccezione dell’Italia che si trova ben al di sopra della retta visibile in figura, costruita escludendola. Tale retta indica per l’Italia un valore di circa 51 mila euro (le linee tratteggiate mostrano il valore del Pil pro capite e il rispettivo stipendio atteso tramite la retta di regressione).

(1) La retta di regressione (y = -45580 + 3.28x, R quadro = 0.84) è stata stimata per mezzo dei minimi quadrati escludendo l’Italia. Gli stipendi dei parlamentari sono quelli riportati nel Corriere della Sera del 9 giugno 2005 e quindi inferiori agli attuali.



Vorrei fare una precisazione. Questi post che parlano di costi della politica, di moralità e questioni inerenti, non vogliono essere un inno all'antipolitica, un invito al disinteresse, uno stimolo al rifiuto delle istituzioni: al contrario vuole essere una dimostrazione di quanto la situazione si può involvere, di quanto può guastarsi se tanti, troppi cittadini si disinteressano del governo della cosa pubblica. Se tante persone perbene "schifano la politica" e se ne estraneano, non possono poi lamentarsi se a governare, talvolta, non c'è la crema dei galantuomini. Se veramente desideriamo che migliori il governo della cosa pubblica, dal quartiere allo Stato, dobbiamo tutti farcene un poco carico, tutti dobbiamo informarci, tutti dobbiamo controllare e, all'occorrenza, indignarci e litigare. In soldoni, dobbiamo partecipare.

mercoledì 20 luglio 2011

Il Blog sulla Casta


Ho segnalato il blog animato da un ex portaborse parlamentare (almeno così si auto definisce, ammesso che esista davvero) per dargli, di tanto in tanto, un'occhiata.
Pare che abbia uno strepitoso successo, anche nella pagina di Facebook.
Segnalo un post sul problema dei "parlamentari pianisti"; problema vecchio e già ben conosciuto, ma capace di dimostrare, se ve ne fosse ancor bisogno, il modo con cui alcuni (per fortuna non tutti) interpretano il loro ruolo.

La foto è tratta dal blog di cui sopra

martedì 19 luglio 2011

La recente manovra economica: due osservazioni


Sulla recente manovra economica ci sarebbe da scrivere migliaia di pagine; mi limito a segnalare due articoli de La Voce:

- L'EGOISMO DEI POLITICI
di Massimo Bordignon 18.07.2011

- L'ORDINE NON SI TOCCA
di Gaetano Basso e Michele Pellizzari 15.07.2011

domenica 17 luglio 2011

I segreti della Casta


Ieri ed oggi su tutti i giornali la notizia di un blog messo su da un portaborse, precario, licenziato dopo 15 anni.
Il blog è la sua vendetta: vuole rivelare tutti i segreti della Casta, tutti quelli che ha avuto modo di vedere nei 15 anni di lavoro.
Non saprei dire il grado di veridicità di ciò che viene descritto, ma la curiosità ....

questo l'indirizzo http://isegretidellacasta.blogspot.com/

Le "termiti" che divorano il Paese


La forte stima nei confronti di Boatti e il fatto che abbiamo trattato l'arggomento in questi giorni mi spinge a riportare l'articolo di Boatti su La Provincia di oggi domenica:

DRITTO & ROVESCIO di GIORGIO BOATTI

Le “termiti” stanno demolendo con metodica voracità la "capanna", ovvero il Paese Italia, nella quale abitiamo tutti. Pezzo dopo pezzo il bene comune è stato divorato per far posto ai privilegi della “casta”.
Per lasciare ai faccendieri le mani libere sugli affari dello Stato e delle società pubbliche. Il risultato è stata la cooptazione degli incompetenti, disposti ad assentire sempre e comunque pur di partecipare al banchetto convocato ormai da vent’anni. Un festino rispetto al quale persino il mondo messo in luce da Tangentopoli pare una merenda da boy scout. Le conseguenze sono adesso sotto i nostri occhi. Il Bel Paese è stato condotto passo dopo passo sull’orlo del disastro. Il baratro è proprio accanto a noi: lo intravediamo da questa manovra da quasi 90 miliardi che ha la faccia tosta di promettere tagli ai privilegi del Palazzo e al costo satrapesco della politica ma… solo dalla prossima legislatura. Mentre da lunedì scattano i ticket su visite e analisi, saltano bonus e detrazioni e si colpiscono in modo selvaggio le famiglie su temi cruciali quali gli asili nido, i portatori di handicap, i figli che studiano. Tutto questo in un Parlamento dove il loquacissimo premier scompare. Tace il suo garrulo inanellare barzellette. Quasi avesse finalmente percepito che la farsa sta diventando tragedia si interrompe l’ossessiva narrazione di quella fiaba di successi, ricchezze, traguardi incomparabili, narrata – prima ancora che ai suoi seguaci – a se stesso. La scena viene lasciata ora alla figura shakespeariana di un ministro, nostro concittadino, che, essendo colto e intelligente, chissà da quanto tempo portava dentro di sé la lancinante premonizione che “i timori temuti si avverano sempre”. E infatti ora i “timori” si sono materializzati e quella “macelleria sociale” alla quale si era detto indisponibile è arrivata. Svela la sua maschera di totale iniquità, di tracotante diseguaglianza. Ma nella situazione che si è creata forse l’aspetto economico non è il più grave. Le “termiti” non hanno divorato solo il bene comune. Operando come hanno operato hanno reso sempre più difficili i legami che compongono una comunità. Hanno incrementato nel vivere quotidiano le scorciatoie dei furbi, i comportamenti arroganti ed egoistici. Hanno ferito la speranza dei migliori, delle “formichine” disposte a fare sacrifici per il bene di tutti. Così anche in questa provincia dalle solide tradizioni di convivenza civile capita sempre più spesso che un incidente sulla strada, un’emergenza, anziché mobilitare solidarietà scatenino aggressività. Oppure una festa di bambini in un oratorio basta a far scattare il cartellino giallo dei vicini. I rapporti di contiguità si fanno sempre più difficili, quasi si fosse dimenticata la più elementare grammatica del vivere insieme. Oltre alla manovra da 90 miliardi per far uscire il Bel Paese dalla palude è prioritaria una “manovra di gesti quotidiani”, varata attraverso un radicale mutamento dei comportamenti così da ricostituire quel senso di comunità che è andato smarrito. Molti già lo stanno facendo in questi mesi estivi, nelle tante iniziative in corso in cui le giovani generazioni apprendono a stare insieme con gioia e rispetto. Ci sono genitori che hanno impiegato le loro ferie per dare il loro apporto al successo di queste esperienze che avvengono nelle parrocchie e in alcuni Comuni: si sono fatti carico della logistica, dell’organizzazione. Altri, anzi “altre”, hanno insegnato ai più giovani l’arte preziosa di cucinare insieme che sta alla base della concreta condivisione. Quella che fa crescere e costruisce il futuro. Nonostante le “termiti” ancora in circolazione.

Una analisi dura, ma non mi sembra proprio fantasiosa. Forse fra le "termiti" che divorano il Paese ci sono anche quelle che nei nostri territori spadroneggiano, sempre sul filo del rasoio della legalità, appoggiando politucoli senza qualità, decidendo chi lavora e chi no, condizionando la società con ricatti fatti di posti di lavoro e pensioni clientelari. Tocca ai cittadini acquistare un buon insetticida.

mercoledì 13 luglio 2011

Moralizzazione pubblica: stipendi


Si parla molto in questi giorni dei "costi della casta", bel giochetto di parole per indicare l'eccellente trattamento economico di cui si sono dotati parlamentari, consiglieri regionali e via dicendo.
Siamo in un periodo che porterà molti e grossi sacrifici a tutti e certi stipendi sono veramente difficili da digerire e, quel che è peggio, non sembra che vi sia la volontà di ridimensionarli.
Ovviamente non tutti quelli che sono nelle istituzioni sono dei nababbi: ad esempio io ho incassato, come consigliere comunale, per l'intero 2010, ben 95 euro lordi !
Stamattina leggo che il "povero" Barak Obama, oberato da responsabilità a livello mondiale, guadagna 34.000 euro annui in meno del presidente della provincia di Bolzano. Qualcosa non torna.
Clicca qua per l'articolo

Ancora sulla questione morale


Si dice comunemente che la claasse politica che rappresenta i cittadini non è peggiore dei cittadini stessi che, infatti, l'hanno eletta a rappresentarli.
Ma perchè un cittadino dovrebbe (talvolta) votare persone inadatte, o incapaci, o disoneste ? Perchè gli è stato promesso (e ci ha creduto) di ottenere un qualche vantaggio per sè: il posto di lavoro, una pensione, un permesso edilizio dubbio ecc.
Quindi l'elettore, per ottenere un vantaggio personale, ritiene utile votare chi, per tutto il resto, creerà solo svantaggi, per lui elettore e per tutti gli altri.
Se ci soffermassimo a ragionare un attimo su questo punto, forse ci renderemmo conto che "vendiamo la primogenitura per un piatto di lenticchie", ovvero in cambio di un presente piccolo tornaconto sopportiamo un futuro grosso disagio.
La crisi finanziaria che attanaglia in questi giorni l'Italia e che costerà tanto alle nostre tasche è appunto figlia di quel ragionamento, per un piccolo presente vantaggio si sopporteranno grandi disagi futuri. E ora i nodi (in tanti anni accumulati) sono giunti al pettine.
Il ragionamento che ho svolto è stato riepilogato nel famoso "dilemma del prigioniero" che invito a leggere chi non lo conoscesse.

mercoledì 29 giugno 2011

A Montesegale e Volpedo fan così


Dopo il lungimirante esempio fornito dalla giunta di Montesegale, ora anche a Volpedo ....

Dal giornale La Provincia
Volpedo, Caldone rinuncia all’indennità
21 giugno 2011 — pagina 30

VOLPEDO Dopo l'indennità di carica lasciata a disposizione delle casse comunali, il sindaco di Volpedo Giancarlo Caldone annuncia anche la rinuncia all'indennità di liquidazione che spetterà a fine mandato. Il dato emerge dall' approvazione del bilancio 2011 del comune di Volpedo in cui si evidenziano due aspetti di risparmio, per quanto limitati ma significativi, in un momento di mancanza di risorse per i piccoli comuni. Il sindaco di Volpedo e assessore provinciale Giancarlo Caldone aveva anticipato fin dal programma elettorale del 2009 l’impegno che in caso di elezione avrebbe rinunciato allo stipendio percepito in qualità di sindaco. Essendo stato nominato anche assessore provinciale, il cumulo degli stipendi non è previsto per legge e quindi Caldone ha rinunciato a 1500 euro mensili. La rinuncia all’ndennità mensile spettante al sindaco garantisce così ogni anno al Comune di Volpedo un risparmio di 15.000 euro, oltre alle donazioni di 500 euro ogni mese per 6.000 euro annui, con cui si sostengono vari progetti e manifestazioni. La notizia della rinuncia all'indennità di fine carica arriva in seguito alla richiesta di ottenere la liquidazione, prevista dai termini di legge, formulata da parte dell'ex sindaco Pier Angelo Rosa, dimessosi da consigliere comunale di minoranza il 7 dicembre scorso. L’amministrazione comunale ha provveduto all’inserimento di tale spesa in apposito capitolo, pari a 12.300 euro. Nella stessa seduta il sindaco Caldone ha presentato, tramite lettera allegata agli atti, la rinuncia all’indennità di liquidazione che gli spetterà al termine del proprio mandato e tutti i consiglieri maggioranza e minoranza hanno rinunciato al loro gettone di presenza. (s.b.)

Aeroporto di Rivanazzano: una fine ingloriosa ?


Oggi il giornale La Provincia parla di nuovo dell'aeroporto di Rivanazzano.
Riporto solo il titolo, il succo è tutto lì:
Aeroporto in picchiata Verso la liquidazione
I soci pubblici non votano il bilancio e chiedono un’assemblea straordinaria E si scopre che le strutture sono state realizzate su terreni del Demanio
Mossi: «Abbiamo fatto tutto per favorire l’arrivo dei privati»
IL PROGETTO FALLITO DIECI ANNI DI CATTIVI INVESTIMENTI


Probabilmente al pubblico nascono o restano dei semplici interrogativi: la colpa è di qualcuno o si è trattato di una sfavorevole congiuntura astrale? Oltre un milione e mezzo di euro di capitale praticamente sfumati e un disavanzo di circa mezzo milione: qualcuno dovrebbe chiedere scusa? Negli anni dei fantasmagorici piani di sviluppo, quali e quanti sono stati gli appannaggi a favore di presidente e amministratori vari? Furono tutte persone assegnate a quell'incarico per comprovate capacità manageriali nel settore aeroportuale?
Nessuno risponderà, nulla si chiarirà, solo una certezza: i soldi sono finiti.
E magari i responsabili (chissà chi?) ce li ritroveremo in qualche altra carica pubblica, a portare la loro esperienza di amministratori: già visto?

lunedì 27 giugno 2011

Privatizzazioni


C'è una società posseduta quasi tutta da enti pubblici.
Perde tanti soldi.
E' stata protagonista di innumerevoli piani di valorizzazione, fantasie.
Ora gli enti proprietari han deciso di venderla.
Asta pubblica deserta.
Si andrà, pare, a trattativa privata.
Parliamo delle Terme di Salice ? no, questa volta tocca all'Aereoporto di Rivanazzano, quello che avrebbe dovuto portare la clientela affluent in valle Staffora, quello che doveva essere il polo della Protezione Civile per l'elisoccorso, quello che doveva essere collegato con Malpensa e Linate e via inventando.
Ora la Provincia di Pavia, la CCIA ed il comune di Voghera han deciso di venderlo.
Anche il comune di Rivanazzano T. ne possiede una piccola percentuale; durante un consiglio comunale a fine 2010 fu ipotizzato di attendere le decisioni della Provincia per accodarsi: ad oggi non si conosce cosa intenda fare.
Cosa ne ricaveranno è facile da prevedere visti i risultati economici conseguiti: zero o poco più.
Un altro sogno faraonico sfumato, un altro pozzo inghiotti soldi, un'altra prova di inefficienza di una classe dirigente tanto fantasiosa quanto inconcludente, ormai forse al tramonto, più per motivazioni anagrafiche che politiche.

mercoledì 22 giugno 2011

Questione morale


Sono reduce da un viaggio nei paesi del nord Europa, un po' di Germania, Olanda e Belgio fiammingo.
Sono paesi dove è evidente una alta qualità della vita: le case curate, la cosa e i servizi pubblici, il senso civico, tutto testimonia che con risorse storicamente simili a quelle nostre è possibile costruire società di gran lunga più vivibili. Welfare migliori e più "giusti" per soddisfare i veri bisogni, manutenzioni efficienti, servizi pubblici funzionanti, ordine e pulizia: un altro mondo.
Il "tormento" nel vedere queste cose è quello di dover constatare che quei paesi non hanno, nè hanno avuto, ricchezze particolari, nè paesistiche, nè artistiche rispetto al nostro; ciò nondimeno hanno anche un apprezzabile flusso turistico ottenuto valorizzando sapientemente il poco a loro disposizione.
Mi son fatto l'idea che il nostro paese ha un solo grande problema, tuttora irrisolto: la questione morale.
E' la irrisolta questione morale che brucia risorse, che crea malessere economico e sociale, che spreca occasioni di sviluppo.

Non è un discorso politico per addossare particolari colpe ad uno schieramento piuttosto che ad un altro, è solo la considerazione che da noi la moralità pubblica, cioè quella tenuta negli atteggiamenti e comportamenti pubblici è spesso bassa.
L'amministratore che ruba, la criminalità organizzata, il politico che "compra" il voto con promesse di prebende, l'asta addomesticata, il disinteresse diffuso sulla cosa pubblica, il fare o chiedere raccomandazioni, la pensione ottenuta immeritatamente, la mazzetta: sono tutte manifestazioni, di varia intensità e gravità, che riguardano la questione morale.
L'Unione Europea ha creato una sezione (Trasparency International) per studiare questo fenomeno nel mondo. Navigando su quel sito internet si possono vedere molte tabelle che ci pongono in graduatoria in posizioni infime.
Sono certo che la soluzione del problema è solo culturale ed è affidata ad ognuno di noi, non come singolo, ma come collettività. Se vogliamo che il nostro Paese vada a ricoprire il posto che gli spetta nel consesso internazionale e, più concretamente, torni a crescere in termini economici e sociali, sappiamo qual'è la medicina: risolvere la questione morale, a cominciare dai nostri comportamenti quotidiani.

giovedì 3 marzo 2011

I costi della politica



Mi è arrivato oggi dal Comune l'assegno relativo alla liquidazione delle competenze come consigliere comunale per il 2010.
Totali 81,35 euro su cui gravano tasse varie per 19,44 euro: il "netto in busta" è pari a euro 61,91 come da assegno.
Mi sembra evidente che quando si parla delle migliaia di consiglieri comunali in Italia, relativi ai piccoli paesi, non si ha ben presente il fenomeno.
Non credo proprio che siano i miei 61,91 euro (pur assieme agli altri) ad affossare l'azienda Italia. Credo di poter dire che me li sono ben sudati e credo anche di aver apportato alla comunità un valore di gran lunga superiore.
Penso che sia importante ragionare. Forse coloro che veramente "costano" hanno tutto l'interesse a generalizzare al massimo il problema: tutti corresponsabili è uguale a nessun responsabile. Impariamo a distinguere.
I miei 61,91 euro sono una simbolica corresponsione a fronte di un concreto impegno civico.
I milioni spesi per appalti farlocchi affidati ad amici, le opere inutili, i plotoni di invalidi fasulli, i manager pubblici pagati a peso d'oro sono un'altra storia.