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giovedì 21 luglio 2011

I più pagati d'Europa sono i parlamentari italiani


Un articolo letto su La Voce.
Ripeto che a mio avviso il criterio più importante è quello che guarda il rapporto fra qualità e prezzo: non importa quanto costi, ma importa quanto produci in relazione al tuo costo.
Se poi produci poco ....



NEL PARLAMENTO ITALIANO I PIÙ PAGATI D'EUROPA
di Matteo Pelegatti 19.07.2011

In questi giorni politici e mezzi d’informazione si stanno chiedendo quale possa essere il compenso appropriato per i parlamentari italiani che, come è noto, sono i più pagati d’Europa.
Un criterio equo può essere quello di commisurare lo stipendio dei parlamentari al benessere economico dei propri cittadini, e quindi ad una misura (per quanto imperfetta) di questo: il Pil pro capite.
In figura si vede come esista una relazione lineare piuttosto precisa tra il Pil pro capite e gli stipendi dei parlamentari europei, con l’eccezione dell’Italia che si trova ben al di sopra della retta visibile in figura, costruita escludendola. Tale retta indica per l’Italia un valore di circa 51 mila euro (le linee tratteggiate mostrano il valore del Pil pro capite e il rispettivo stipendio atteso tramite la retta di regressione).

(1) La retta di regressione (y = -45580 + 3.28x, R quadro = 0.84) è stata stimata per mezzo dei minimi quadrati escludendo l’Italia. Gli stipendi dei parlamentari sono quelli riportati nel Corriere della Sera del 9 giugno 2005 e quindi inferiori agli attuali.



Vorrei fare una precisazione. Questi post che parlano di costi della politica, di moralità e questioni inerenti, non vogliono essere un inno all'antipolitica, un invito al disinteresse, uno stimolo al rifiuto delle istituzioni: al contrario vuole essere una dimostrazione di quanto la situazione si può involvere, di quanto può guastarsi se tanti, troppi cittadini si disinteressano del governo della cosa pubblica. Se tante persone perbene "schifano la politica" e se ne estraneano, non possono poi lamentarsi se a governare, talvolta, non c'è la crema dei galantuomini. Se veramente desideriamo che migliori il governo della cosa pubblica, dal quartiere allo Stato, dobbiamo tutti farcene un poco carico, tutti dobbiamo informarci, tutti dobbiamo controllare e, all'occorrenza, indignarci e litigare. In soldoni, dobbiamo partecipare.

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