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domenica 17 luglio 2011

Le "termiti" che divorano il Paese


La forte stima nei confronti di Boatti e il fatto che abbiamo trattato l'arggomento in questi giorni mi spinge a riportare l'articolo di Boatti su La Provincia di oggi domenica:

DRITTO & ROVESCIO di GIORGIO BOATTI

Le “termiti” stanno demolendo con metodica voracità la "capanna", ovvero il Paese Italia, nella quale abitiamo tutti. Pezzo dopo pezzo il bene comune è stato divorato per far posto ai privilegi della “casta”.
Per lasciare ai faccendieri le mani libere sugli affari dello Stato e delle società pubbliche. Il risultato è stata la cooptazione degli incompetenti, disposti ad assentire sempre e comunque pur di partecipare al banchetto convocato ormai da vent’anni. Un festino rispetto al quale persino il mondo messo in luce da Tangentopoli pare una merenda da boy scout. Le conseguenze sono adesso sotto i nostri occhi. Il Bel Paese è stato condotto passo dopo passo sull’orlo del disastro. Il baratro è proprio accanto a noi: lo intravediamo da questa manovra da quasi 90 miliardi che ha la faccia tosta di promettere tagli ai privilegi del Palazzo e al costo satrapesco della politica ma… solo dalla prossima legislatura. Mentre da lunedì scattano i ticket su visite e analisi, saltano bonus e detrazioni e si colpiscono in modo selvaggio le famiglie su temi cruciali quali gli asili nido, i portatori di handicap, i figli che studiano. Tutto questo in un Parlamento dove il loquacissimo premier scompare. Tace il suo garrulo inanellare barzellette. Quasi avesse finalmente percepito che la farsa sta diventando tragedia si interrompe l’ossessiva narrazione di quella fiaba di successi, ricchezze, traguardi incomparabili, narrata – prima ancora che ai suoi seguaci – a se stesso. La scena viene lasciata ora alla figura shakespeariana di un ministro, nostro concittadino, che, essendo colto e intelligente, chissà da quanto tempo portava dentro di sé la lancinante premonizione che “i timori temuti si avverano sempre”. E infatti ora i “timori” si sono materializzati e quella “macelleria sociale” alla quale si era detto indisponibile è arrivata. Svela la sua maschera di totale iniquità, di tracotante diseguaglianza. Ma nella situazione che si è creata forse l’aspetto economico non è il più grave. Le “termiti” non hanno divorato solo il bene comune. Operando come hanno operato hanno reso sempre più difficili i legami che compongono una comunità. Hanno incrementato nel vivere quotidiano le scorciatoie dei furbi, i comportamenti arroganti ed egoistici. Hanno ferito la speranza dei migliori, delle “formichine” disposte a fare sacrifici per il bene di tutti. Così anche in questa provincia dalle solide tradizioni di convivenza civile capita sempre più spesso che un incidente sulla strada, un’emergenza, anziché mobilitare solidarietà scatenino aggressività. Oppure una festa di bambini in un oratorio basta a far scattare il cartellino giallo dei vicini. I rapporti di contiguità si fanno sempre più difficili, quasi si fosse dimenticata la più elementare grammatica del vivere insieme. Oltre alla manovra da 90 miliardi per far uscire il Bel Paese dalla palude è prioritaria una “manovra di gesti quotidiani”, varata attraverso un radicale mutamento dei comportamenti così da ricostituire quel senso di comunità che è andato smarrito. Molti già lo stanno facendo in questi mesi estivi, nelle tante iniziative in corso in cui le giovani generazioni apprendono a stare insieme con gioia e rispetto. Ci sono genitori che hanno impiegato le loro ferie per dare il loro apporto al successo di queste esperienze che avvengono nelle parrocchie e in alcuni Comuni: si sono fatti carico della logistica, dell’organizzazione. Altri, anzi “altre”, hanno insegnato ai più giovani l’arte preziosa di cucinare insieme che sta alla base della concreta condivisione. Quella che fa crescere e costruisce il futuro. Nonostante le “termiti” ancora in circolazione.

Una analisi dura, ma non mi sembra proprio fantasiosa. Forse fra le "termiti" che divorano il Paese ci sono anche quelle che nei nostri territori spadroneggiano, sempre sul filo del rasoio della legalità, appoggiando politucoli senza qualità, decidendo chi lavora e chi no, condizionando la società con ricatti fatti di posti di lavoro e pensioni clientelari. Tocca ai cittadini acquistare un buon insetticida.

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