venerdì 29 luglio 2011
Campo fotovoltaico valle Ardivestra: si o no?
Il post Impianto fotovoltaico di Rocca Susella: abbandono ? ha collezionato, in una giornata circa (dalle 19 del 26 ad ora) ben 175 visualizzazioni e 19 commenti. Segno che l'argomento è ritenuto di grande interesse anche da chi non vive in valle Ardivestra.
Temi come la conservazione del territorio, le occasioni di lavoro, le prospettive dello sviluppo e in genere la partecipazione alle grandi decisioni sono evidentemente molto sentiti e li riassumerei con il desiderio di partecipare.
Questa mattina un commento che mi è particolarmente gradito (senza nulla voler togliere a tutti gli altri), sia per la stima verso chi l'ha scritto, sia per la completezza delle argomentazioni toccate.
Spero che ne giungano ancora tanti e spero che questo spazio del blog sia solo l'inizio di una vera discussione e disamina del problema da affrontare, magari, con una riunione pubblica.
Ecco il commento:
Ho chiacchierato anni fa con il signor Ludovico Premoli, ricavando l'impressione che lui in Oltrepò Pavese si sentisse come una farfalla in un barattolo. Vedo che non è cambiato nulla, eppure l'imprenditore è ancora qui e cerca meritoriamente il confronto su un blog intelligente. Sono convinto che in Italia sia tutto troppo difficile, che le leggi e gli iter autorizzativi soffochino spesso l'innovazione, portando molte volte anche a cozzare con le barricate dell'opinione pubblica. Fatta questa premessa dico, però, che un impianto fotovoltaico da 10mila pannelli sul crinale di una collina, per dare utile a un privato e aiutarlo a completare il restauro del Borgo della Rocca, non creerebbe alcun turismo. Completato il Borgo (lodi alla famiglia Premoli per come l'ha fatto risplendere in questi anni), ci sarebbe il problema di bonificare il paesaggio.
La cura sarebbe più dannosa della malattia: darsi una martellata in testa è il rimedio per farsi passare l'emicrania? Il turismo passa da servizi, non da nuovo cemento o nuove costruzioni che cancellano il panorama. Ristrutturiamo i vecchi borghi e gli edifici antichi dando loro uno scopo di pubblica utilità, spostiamoci gli uffici comunali o le strutture ricettive (i finanziamenti si possono trovare anche da sinergie pubblico-privato come il Gal ha insegnato in questi anni), impediamo di far villette a schiera ultra moderne o ecomostri a due passi da antiche mura e scorci naturalistici unici. E i pannelli solari mettiamoli sui tetti. Modernità e storia devono convivere - verissimo - ma la somma dei due fattori non deve mai portar via ciò che rende magico un territorio. L'Oltrepò Pavese è in larga parte incontaminato: perdiamo questo e ci saremo giocati ciò che può aiutarci davvero a fare il grande salto. A me piacciono le vedute di Montesegale, Fortunago, Zavattarello e Valverde. Ammiro l'esempio della famiglia Perdomini, che ha creato l'agriturismo Podere San Giorgio in località Castello di Santa Giuletta (senza aiuti di Stato). Plaudo all'intelligenza che ha guidato nel dar vita all'agriturismo Da Prati in località Begoglio di Santa Maria della Versa (rispettando l'armonia e la ruralità del luogo). Sono lieto che il signor Premoli, cambiando vita, si sia innamorato del recupero di quel gioiellino che è il Borgo della Rocca. L'Oltrepò Pavese, a volerlo conoscere davvero, non è abitato da trolls. Ma fin qui parliamo di ricettività, bellezza e cultura. Attenzione quando si va a caccia di finanziamenti: una proprietà è tua insieme al sogno di volerla far progredire, ma un territorio, la sua storia e il suo futuro no perché appartengono a tutti. Lo dico anche per i sindaci che vorrebbero pale eoliche al posto dei boschi o dei crinali. Per avere soldi da investire, piuttosto, incatenatevi ai cancelli dei municipi.
Emanuele Bottiroli
Nell'immagine un campo fotovoltaico in pianura, ad Aprilia
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Sono originario di S.Eusebio, che è poi l'unico posto al mondo in cui riesco a sentirmi a casa. Caro Emanuele, sottoscrivo in pieno la tua analisi. La valle Ardivestra andrebbe valorizzata per quella che è, senza aggiungere nulla...
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