mercoledì 19 ottobre 2011
I Comuni che dicono «basta così» Piani regolatori a crescita zero
Chi frequenta Salice Terme da venti anni ha certamente notato quanto sia cresciuto il paese, aggredendo la collina ed espandendosi in ogni direzione. Ville (poche) e villette (tante) hanno triplicato l'area coperta da costruzioni.
Il Comune ha introitatto grassi contributi, ma tutti sono stati divorati dalle spese correnti della macchina comunale (di investimenti direi che se ne vedono ben pochi) con il risultato che i soldi non ci sono più, e il terreno neppure.
Ancora oggi l'edilizia viene vista (seppure con minor favore rispetto al passato) come mucca da cui mungere risorse altrimenti indisponibili.
E' proprio obbligatorio un comportamento del genere? Ieri un articolo su Il Corriere della Sera si occupava del caso e citava il lodevole esempio di un piccolo comune, Cassinetta di Lugagnano, 1800 abitanti .....
Stop a permessi per costruzioni su terreno vergine o varianti per rendere edificabile un terreno agricolo
MILANO - Un nuovo quartiere di villette che porta in dote al Comune una strada e due rotonde. Oppure un centro commerciale che frutterà una pista ciclabile, una piscina, magari un asilo. Come si comportano i Comuni, quando non hanno abbastanza soldi e hanno bisogno di opere pubbliche? Quasi sempre cercano di ottenerli con gli oneri di urbanizzazione. In Lombardia, invece, c'è chi ha fatto una scelta controcorrente. Sono i Comuni di Cassinetta di Lugagnano, Solza, Pregnana Milanese, Ozzero e Ronco Briantino. Questi cinque centri, tutti sotto i 10 mila abitanti, hanno adottato un piano regolatore «a crescita zero». Ovvero, un piano che non concede più costruzioni su terreno vergine, né permette di fare varianti per rendere un terreno agricolo edificabile. Si può costruire solo sull'esistente o sulle aree dismesse e si fanno eccezioni solo per le aziende situate nella zona industriale e che abbiano necessità di espandersi, perché questo giova al mercato del lavoro.
STOP ALLE COSTRUZIONI – Pioniere in questo campo è stato il Comune di Cassinetta di Lugagnano, piccolo centro di 1.800 abitanti sul Naviglio Grande, nel Parco del Ticino. Qui il piano di governo del territorio (Pgt) «a crescita zero» è in vigore dal 2007. «Volevamo svincolare il futuro del nostro territorio dalle esigenze di bilancio. In Italia la pianificazione urbanistica è pressoché assente, e dove non vi sono regole a garanzia dell’interesse collettivo, prevalgono gli interessi di pochi, di chi domina il mercato», spiega il sindaco e blogger Domenico Finiguerra, che in questi anni si è dedicato anche alla fondazione di un movimento nazionale contro il consumo di territorio. «È un meccanismo deleterio, che permette di finanziare i servizi ai cittadini con l’edilizia. Si tratta però di entrate una tantum e siccome il territorio non è infinito, prima o poi termineranno».
RISPARMIO, GARE E MATRIMONI – Ma come si fa a tenere in piedi un bilancio rinunciando a una fonte di introito così importante? Con rinunce a ciò che non è indispensabile (niente staff per il sindaco, niente auto comunali, niente eventi se non sono sponsorizzati) e poi dedicando molto tempo alla stesura di progetti per la partecipazione a bandi di finanziamento pubblici e privati. «Solo per la nuova scuola dell’infanzia abbiamo acceso un mutuo da un milione di euro, coperto con l'aumento di un punto dell’Ici sulle seconde case, sui capannoni e sulle attività produttive. Una sorta di tassa di scopo», spiega Finiguerra. La fonte di introito più originale a Cassinetta è però quella dei matrimoni: in Comune ci si può sposare anche a mezzanotte, e sindaco e consiglieri vanno a celebrare le nozze ovunque gli sposi vogliano: il paese è pieno di ville settecentesche sul Naviglio che possono essere affittate per il ricevimento. Ovviamente, le tariffe sono elevate, ma questo ha portato nelle casse comunali quasi 20 mila euro l'anno scorso.
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Vedi anche il sito internet del sindaco di Cassinetta di Lugagnano cliccando qua
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Una seria valutazione va fatta proprio in questo senso. L'attenzione e le motivazioni poste dal Comune di Cassinetta sono da valutare anche se bisogna sempre tenere in considerazione le capacità dei comuni e quanto il territorio permette, facendo attenzione anche all'aspetto Imprese e indotto. E' chiaro che dalle nostre parti si costruisce solo per portare soldi nelle casse Comunali, senza pensare ad altro e solo per avere soldi da spendere o "buttare via". Questo metodo e questa idea và sicuramente fermata! In questo sono d'accordo con Sorrentino
RispondiEliminaMarco Bertelegni
e invece a Salice costruiscono sempre, salvo poi lasciare il cantiere incompiuto a far brutta mostra di se. Il comune non potrebbe obbligare a finire le costruzioni? Perchè la via Mangiagalli deve mostrare lo schifo di tutti i cantieri aperti e quel muro di Berlino di bruttissima rete rossa? Il decoro non interessa più a nessuno?
RispondiEliminacertamente quanto segnalato nel post precedente costituisce un vasto scempio operato sul versante che dà sul viale, ed ancora maggiore è la bruttura di permettere cantieri aperti all'infinito, con tutta la trascuratezza conseguente.
RispondiEliminaper me, che ogni giorno esco sul viale, è come ricevere ogni volta "il (famoso e famigerato)pugno nell'occhio"
Esth
Ho letto questi commenti che presentano un problema che mi sembra veramente importante; ne rise il decoro del paese e, sotto un certo punto di vista, è un cane che si morde la coda: i cantieri aperti imbruttiscono la zona e quindi essa diventa meno appetibile; gli eventuali compratori ritirano la mano e l'invenduto aumenta a sua volta imbruttendo il paese e così via.
RispondiEliminaNon sono ferrato in materia e mi chiedo se il comune non sia in grado di fare qualcosa. Me ne devo documentare. Magari nel frattempo fotograferò i casi di maggior evidenza per esporli su questo blog. Ovviamente chiedo la collaborazione di tutti per poter effettuare una indagine su tutto il territorio comunale.
Il comune sicuramente può fare qualcosa!
RispondiEliminaCi sarà pure da qualche parte un regolamento edilizio che dica cosa devono fare i costruttori nei cantieri.
Ma non c'è una CAPA nell'ufficio tecnico di Godiasco che cura queste cose?
O ha altre cose da fare?
Non si vede mai in giro, e mi dicono che sia meglio così.
Io invece chiedo che esca dal suo ufficio e prenda nota e fotografi tutte le bruttezze che vede in giro tanto a Salice che a Godiasco.
E se non riesce a vederle, qualcuno le fotografi e gliele mandi con una mail.
E' assurdo che da vent'anni la via Mangiagalli sia in questo stato.
assurdo e vergognoso.
Ha ragione Esth a lamentarsi ma credo che sia ora di finirla.
Ma le responsabilità civili e morali esistono ancora??
Dario V.