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giovedì 26 marzo 2009

Era il 16 febbraio 2007 e allora scrivevamo ..

Sono passati due anni da quando scrivevamo sul nostro sito (allora diverso da questo che usiamo ora)
http://www.unitiper.it/godiasco/modules.php?name=News&file=article&sid=80
per segnalare che in una intervista a La Provincia (qua in allegato) l'allora presidente delle Terme di Salice SpA pontificava che senza la clinica le terme sarebbero morte. Diligente gli teneva bordone l'ancora (per poco) sindaco Deantoni: o clinica o morte.
I fatti hanno dimostrato che le loro erano fandonie, parole in libertà dettate da tutto fuorchè da cognizione di causa.
La società Terme di Salice SpA, di cui il comune detiene ancora il 47% del capitale, ha chiuso l'esercizio terminato al 31/10/2008 in pareggio: sì, proprio così, in pareggio senza perdite. Sono solo stati attenti ai costi, non hanno diminuito il personale (anzi aumentato). Sono dei geni ? Non pensiamo, forse hanno solo amministrato con buonsenso, con correttezza amministrativa. Cose semplici, ma che nelle nostre terme non si erano mai viste, divorate da inettitudini, malvezzi, sprechi e .... chissà: tutte cose tuttavia per le quali nessuno ha pagato.
Adesso attendiamo con ansia l'attuazione del piano di sviluppo dell'azienda, ma questo bilancio in pareggio è già un bel passo ....
Ecco quello che scrivevamo due anni fa ...

Sensazionale! Il sindaco Deantoni è d’accordo con Azzaretti! Anche lui dice che per la sopravvivenza delle Terme è necessario fare la clinica perché oggi il termalismo da solo non consente più di tenere in vita un’azienda. E’ disinformato e smemorato. Gli abbiamo dimostrato, con un’accurata analisi, che è vero il contrario, ammesso che non vi siano interessi diversi da perseguire.
Certo che se ci sono mire per fare costruzioni e speculazioni varie all’interno del parco la cosa cambia aspetto, si tratta di attività speculative assai più lucrose alle quali sta reggendo la parte. Abbiamo due strani soggetti davanti: un sindaco che in nome di un interesse pubblico consente che tutti la facciano franca dopo aver affossato la società di nostra proprietà, che poi fa un bando di privatizzazione imponendo limiti alla partecipazione che sembrano fatti apposta per favorire quelli cui dà sempre ragione, che non richiede garanzie su nulla, che si vede cambiare il piano industriale sotto il naso per tre volte e sempre consente, che si fa liquidare ogni domanda con sufficienza dagli amministratori di ciò che è anche nostro ! Bel sindaco, complimenti.
E poi abbiamo un ex senatore che accusa in un articolo di "c’è chi dà consigli su cosa fare della proprietà altrui". Cosa ? La proprietà non è altrui, è anche nostra al 47%, tanto per cominciare. E certamente non è sua: lui governa da anni, come burocrate, non proprietario, il San Matteo; ora governa le Terme come presidente senza aver messo un euro per comprarne una sola azione.
Se permette, le Terme sono più nostre che sue e ne parliamo finchè avremo fiato. Resta comunque che il piano industriale con cui la Camuzzi International presentò la sua offerta di acquisto dell’iniziale 20% non parlava di clinica, ma di albergo. Data la stima che nutriamo per la competenza industriale del Gruppo Camuzzi, non possiamo pensare che sia stato un piano industriale fatto con leggerezza. Se pensavano, scrivevano e promettevano albergo significa che in quello avevano visto “business”. Vogliamo anche ricordare che il consiglio comunale approvò la vendita citando espressamente il gradimento per il piano industriale presentato, con l’albergo e non con la clinica.
Poi il presidente delle terme (senza azioni delle terme) si è sempre dichiarato, anche pubblicamente, disinteressato all’aspetto termale: talmente disinteressato da sbagliare addirittura la data di apertura, citando pasquetta e non il 26 febbraio citato dal suo servizio stampa soli pochi giorni prima. E ancora gioca sull’equivoco: come direttore generale del San Matteo ha firmato nel gennaio 2005 un progetto (quello approvato con delibera regionale 20888/05) assai difforme da quello che sta pubblicizzando ora. Si metta d’accordo con se stesso. Prima ha scritto e si è fatto approvare una clinica polifunzionale che si rivolge a ustionati, malati terminali, sportivi ecc., ora parla solo di sportivi. E ancora in consiglio comunale del 16/11/06 parlò di non fare ulteriori costruzioni nel parco, ora c’è chi mormora di un erigendo albergo a servizio della clinica, naturalmente all’interno del parco: ci piacerebbe sapere se corrisponde al vero.
Venga a confrontarsi con le persone, racconti davvero ciò che vorrebbe fare, lo metta per iscritto davanti a tutti, in ogni particolare. E lei, signor sindacosempredaccordo, si rende conto che dietro a tutta questa vicenda potrebbero esserci tanti grossi interessi: di chi? In cosa consistono? Non vorremmo sembrarle esagerati, ma ci permettiamo di farle notare che ci sono giudizi più severi, e con conseguenze più spiacevoli, di quelli espressi dagli elettori.

VENERDÌ, 16 FEBBRAIO 2007 La Provincia Pagina 26 - Nazionale di Fabrizio Guerrini
Senza clinica le Terme chiudono
Salice, Azzaretti lancia il suo messaggio "Convoco le famiglie e spiegherò tutto"
SALICE. "Lo dico chiaramente: se non dovesse nascere il centro riabilitativo, le Terme saranno costrette a chiudere. Addio Terme di Salice, addio possibilità di rilancio di tutto il territorio". Giovanni Azzaretti, presidente dell’ente termale e commissario del San Matteo, gioca d’attacco. Sta incassando polemiche durissime sul progetto di una nuova clinica al posto dell’ex grand hotel. Salice ospedalizzata, Salice depredata del suo storico parco: non si usano mezze parole tra i critici al progetto. Ragioni, torti. E tanto per gradire anche la sorpresa di un caso di legionella...
"Senta, partiamo proprio dalla legionella...". Il botta e risposta su presente e futuro termale inizia così.
Bene, presidente, legionella sia...
"No. Guardi legionella non è. E’ una vicenda di oltre sei mesi fa. Non riguardava le Terme. E mi sorprendo che esca adesso".
Le Terme però sono chiuse per lavori.
"Allora? Chiariamoci. Le Terme sono chiuse per lavori che riguardano la distribuzione delle acque. Erano lavori che io ho richiesto e preannunciato prima ancora che venisse evocato il fantasma della legionella. Non sono i soliti interventi di abbellimento. Non si può pensare di lucidare una Ferrari se poi il motore non funziona. Abbiamo investito 500 mila euro per sistemare la vasca di decantazione e quella di stoccaggio. La prima filtra l’acqua, la seconda garantisce l’approvvigionamento. Saranno nuove di pacca e facilmente ispezionabili".
Quindi c’erano timori?
"No. Andavano rifatte e basta. Comunque sia, le Terme sono super controllate. Chiediamo noi all’Asl di verificare che tutto sia a posto. Non c’è nessuno più in regola di noi".
Riaprite?
"A Pasquetta e il Centro benessere dal 26 febbraio".
Parliamo della clinica, allora...
"Parliamone. Sono stanco di sentire certi discorsi. E’ una grossa sfida da vincere. E’ decisiva e l’affronteremo con determinazione. Diciamolo: la società che ha rilevato le Terme, senza questo progetto sarebbe costretta prima o poi a chiudere. Terme chiuse per sempre, con quali risultati per Salice staremmo poi tutti a vedere...".

C’è chi dice, e non sarebbero pochi tra operatori commerciali e residenti, che lei vuole trasformare Salice in una sorta di paese-ospedale...
"Basta con questa chiacchiera. La clinica ospiterà malati per così dire sani. Gente con traumi e in fase di riabilitazione. Gente che può girare per il paese, farsi una pizza, prendersi l’aperitivo".
Cerca di convincere chi la vede diversamente?
"Io spiego cosa accadrà. Dopo la clinica si farà anche un nuovo grand hotel con annesso centro congressi. Tutte cose per malati?".
Altro dubbio che circola: non è che il San Matteo, che peraltro lei stesso rappresenta, sia spinto a imbarcarsi in un progetto con margini di rischio?
"Altre storie. In questo affare, il San Matteo non ci perde nulla. Anzi. Non investira mezzo euro, investirà in conoscenze e esperienza. Se le cose andranno bene parteciperà agli utili, altrimenti sarà tutto dazio dei privati".
Torniamo a Salice e al suo bel parco un po’ spelacchiato. Che fine farà?
"Premessa. Viste le polemiche, visti i danni dei teppisti, visto che c’è chi dà consigli su cosa fare della proprietà altrui, i privati volevano chiuderlo. Perchè il parco, ricordiamolo, non è del Comune. E’ privato. Io mi sono battuto per tenerlo aperto a tutti. Lo rimetteremo a posto".
Come?
"Da cima a fondo. Via le piante malate. Nuove aree verdi. Un sistema di irrigazione che raccoglierà sottoterra l’acqua piovana. Di certo cambieremo le regole. Non si potrà entrare e fare quello che si vuole come accade oggi".
Crede così di aver convinto tutti?
"Io non credo nulla. Farò di più, invece. Convocheremo tutti i capifamiglia di Salice per un’assemblea pubblica in cui spiegheremo cosa vogliamo fare del Parco e come sarà realmente realizzata questa benedetta clinica, osteggiata per motivi che non comprendo del tutto. O forse li comprendo, ma è meglio adesso che la gente sappia davvero come stanno le cose".

Cosa dirà alla fine?
"Dirò che tutto questo piano è l’unica possibilità concreta e storica per aiutare Salice. Ha visto cosa è Salice con le Terme chiuse? Ci faccia un giro adesso e poi mi venga a dire".

... e ora la performane di Deantoni (e par di sentire Berogno che suggerisce)
DOMENICA, 18 FEBBRAIO 2007 La Provincia Pagina 25 - cronaca
Il centro di riabilitazione è il trampolino del rilancio
Caso Terme a Salice, il sindaco si schiera con Azzaretti sul recupero del Grand Hotel
GODIASCO. Angelo Deantoni, sindaco di Godiasco, si dice perfettamente d’accordo con il presidente delle Terme di Salice, Giovanni Azzaretti. Sono d’accordo con quanto dice il senatore Azzaretti - sbotta Deantoni - L’ho sottolineato più volte e sono sempre più convinto che le Terme hanno bisogno di un’attività collaterale di alta specializzazione che faccia da traino. Credo che la prevista struttura, di carattere riabilitativo in ambito termale, sia una scelta strategi"Le Terme hanno bisogno di un’attività collaterale per continuare a vivere: il centro di riabilitazione è la strada giusta da intraprendere per il rilancio". "Soca ed un’occasione per dare un decisivo impulso alle Terme di Salice e quindi all’economia del comune. Il termalismo puro, è dimostrato, oggi come oggi non paga più. Bisogna correre ai ripari e pertanto ritengo che la scelta di riconvertire il Grand Hotel in una struttura di alto valore medico scientifico, grazie alla collaborazione del San Matteo, sia una scelta opportuna e certamente vincente". La scelta di recuperare l’ex Grand Hotel, nel cuore del Parco delle Terme, è il vero motivo di polemica, come del resto anche il destino del Parco. "Il Grand Hotel è una struttura chiusa da oltre 40 anni - sottolinea Deantoni - e non serve a nulla. Ora c’è la possibilità di recuperare un patrimonio edilizio di grande valore e di renderlo ancora più prestigioso, trasformandolo in un’opportunità di sviluppo per un intero paese. A mio avviso, chi è contrario a questa scelta, o non sa quello che dice, o ha ben altri fini che non sono sicuramente quelli dell’interesse generale. Per quanto riguarda il parco tengo a sottolineare che è di proprietà di una società partecipata dal Comune di Godiasco, con una quota ancora consistente, e la presenza stessa del Comune rappresenta sicuramente un momento di garanzia nei confronti dei cittadini. Il parco, come preannuncia il presidente delle Terme, sarà oggetto di massicci investimenti di riqualificazione, ma dovrà poi essere tutelato e protetto. Certo non sarà più possibile considerarlo terra di scorribande". Ma intanto molti operatori turistici sono contrari al centro di riabilitazione termale. (a.d.)

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