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martedì 21 dicembre 2010

Segnalo il post "Godiasco o Godiasco Salice Terme ?"

Segnalo che nel post Godiasco o Godiasco Salice Terme si è sviluppato un certo dibattito con 7 commenti. Non sono in verità molti, ma per la media di questo blog ...
L'argomento poi è certamente molto interessante, non solo e non tanto l'aggiunta del nome, quanto le prospettive di cui si parla.
Spero che sia solo l'inizio.

sabato 18 dicembre 2010

Godiasco Salice Terme ?


Nelle lettere al direttore de La Provincia del 14.12 trovo uno scritto di Luciano Benedini.
Conoscendolo, gli ho chiesto se c'erano stati tagli per abbreviare la lettera che aveva scritto.
Riguarda un articolo apparso sul giornale l'8.12.2010
Questa che pubblico qua di seguito è la non breve versione integrale:


L'articolo apparso oggi sulla Provincia Pavese a firma di " Francesca Toma " a Godiasco non piace la fusione porta a galla una vecchia questione che naque già nel 1989 con un analogo referendum che per soli 30 voti affossò la proposta di cambiamento.del nome.
A distanza di più di 20 anni il quesito viene riproposto ai cittadini e come si può leggere dall'articolo pubblicato oggi,dai commenti che si avvertono tra la gente,nei bar ecc.ecc.emergono le solite paure, le solite diffidenze tra Godiaschesi e Salicesi.
Salice, essendo frazione ,ha da sempre sofferto un complesso di inferiorità da Godiasco che essendo capoluogo non ha mai legato con Salice più di tanto.
Infatti ,i vecchi,che già da allora conoscevano questa mentalità dicevano : .....non vedrai mai un Godiaschese venire a Salice a prendere semplicemente un caffè,ma vedrai sicuramente un Salicese andare a Rivanazzano ed un Rivanazzanese
venire a Salice.
Questo era allora ed è così adesso.
Infatti a riprova di ciò,quando la sciaugurata amministrazione precedente, (De Antoni-Berogno-Somenzini) ha privatizzato le Terme S.P.A. vendendo per pochi denari il patrimonio più importante di Salice: Stabilimento termale - parco-con annessi e connessi,piscina,nuovo Hotel Terme, Grand Hotel,Club House ecc. a fronte di un passivo creato dalla mala-gestione dell'allora Amministratore Delegato
Geom.Maurizio Somenzini e c/o ,i Godiaschesi non hanno mosso un dito,non sono mai intervenuti sulla questione,non hanno mai preso una posizione al riguardo,come se la cosa non gli interessasse affatto,come se fossero questioni che non riguardavano il loro comune .
Se ne sono semplicemente fregati,ben attenti a non turbare i sonni dei loro amministratori di Godiasco,e sopratutto a non contraddirli mai.

Dalle risposte che leggo e che sono riportate nell'articolo di oggi,si capisce che alcune sono favorevoli al cambio di nome solo perchè ciò aumenterebbe la visibilità della loro attività,vedi Alberto Dieci,agente immobiliare della zona.
Altri,come Alberto Bertelegni,pasticciere in quel di Godiasco dà una ottima lettura della realtà,sopratutto quando fa riferimento al fatto che sarebbe Godiasco ad averne i maggiori benefici dicendo testualmente :....questo accorpamento di nomi potrebbe essere ottimale per fare conoscere il comune ad un maggior numero di persone,molti non sanno nemmeno dove sia situato Godiasco,mentre conoscono molto bene Salice !
Il sig.Bariani ,invece,titolare della panetteria di Via Cerchia,dice polemicamente :...sarebbe meglio che la frazione di Salice diventasse comune,visto che la maggior parte dei membri del consiglio è Salicese.
Un'altra signora dice ce non è d'accordo perchè Godiasco e Salice sono troppo diversi,Godiasco è un luogo molto tranquillo ed in questo modo perderebbe la sua identità.
Ciò che dice l'edicolante di Godiasco Domenico Lo Giudice,il quale teme che venga spostato tutto a Salice,non merita risposta e commenti al riguardo.Si può solo dargli un consiglio : oltre che a venderli i giornali li legga anche ,così impara a ragionare e a dire meno cavolate.
Per ultimo ho lasciato il geom.Somensini il quale ,non ancora soddisfatto di avere contribuito con la sua mala- gestione al tracollo ed alla svendita a privati del patrimonio di Salice Terme : Stabilimento Termale,Grand Hotel,Club House,
Piscina Nuovo Hotel Terme ecc.ecc.dice : ...cambiando il nome come proposto è un fatto molto positivo perchè così facendo si evita che i desideri degli uni possano prevalere su quelle degli altri.L'obbiettivo è quello di fare cadere i
campanili. ( nel senso di campanilismi ) Lo scopo è anche quello di fare capire alla gente che non cambia nulla.....ecc.ecc.
Poi dice,pensando in grande : ...penso che in Oltrepò Pavese possano bastare 6-7 maxi-comuni.

A questo punto mi sarei aspettato che scendendo dalle nuvole con i piedi per terra avesse detto :...nel frattempo che il mio desiderio ed auspicio dei 6-7 maxi-comuni si avveri, perchè invece che l'accorpamento dei nomi Godiasco-Salice Terme invitando la popolazione ad un referendum che non sposta nulla o ben poco ( vedi il codice di avviamento postale ) non facciamo un referendum con Rivanazzano Terme per unificare i due comuni ? magari allargato anche ad altri piccoli comuni limitrofi ai due maggiori ?
Un ex amministratore come il geom.Somensini dovrebbe capire pure lui che nel futuro le risorse per la gestione dei piccoli comuni sarà sempre più insufficiente a dare ai cittadini ciò che chiedono.Mancano addirittura le risorse per l'ordinaria amministrazione.Il comune di Godiasco alla richiesta dei cittadini di interventi sul territorio per banali interventi,risponde sempre che non ci sono soldi,ma solo dei debiti pregressi da pagare ecc.ecc.
Io per fortuna risiedo a Rivanazzano Terme ,dove il problema non si pone,l'aggiunta del sostantivo Terme non ha fatto altro che dare più lustro e visibilità alla località ,i servizi funzionano,il comune è ben amministrato e pur tra mille difficoltà la giunta opera,la pro-loco funziona,la biblioteca è un servizio di eccellenza,si organizzano manifestazioni intelligenti,mercatini originali,insomma una bella differenza con Godiasco,ci sarebbe solo da copiare,e non fare degli stupidi referendum per dividere ancora di più la gente ma in concreto non portare nulla di sostanziale.
Distinti Saluti Luciano Benedini

Godiasco o Godiasco Salice Terme ?


In un articolo dell'8 dicembre La Provincia prova a tracciare un piccolo sondaggio sugli umori del pubblico sulla proposta di integrare il nome di Godiasco con quello di salice Terme.

MERCOLEDÌ, 08 DICEMBRE 2010 - A Godiasco non piace la fusione
Più contrari che favorevoli all’aggiunta della denominazione Salice Terme

Nei negozi del capoluogo c’è chi vede nell’accorpamento dei nomi un’occasione per farsi pubblicità - FRANCESCA TOMA
GODIASCO. «A me non dispiace» dice la panettiera Luisella Culacciati. Ma la sua opinione sembra minoritaria sul tema del cambio di nome del comune di Godiasco, che vorrebbero diventare “Godiasco Salice Terme”.
Chi vive a Godiasco è scettico anche se il cambiamento potrebbe aumentare la notorietà del Comune.
. . . . segue sul giuornale . . .

Francamente tutta la questione mi ricorda un poco le riunioni condominiali nelle quali in pochi minuti viene approvata la sostituzione della caldaia e poi si perdono due ore per decidere sul colore dello zerbino del portone di ingresso.
Come risulta evidente dalle parole dell'amministrazione ed ancor più dalla logica, mai si potrà pensare di spostare la sede comunale (chi se la comprerebbe l'attuale e con quale soldi acquistare a Salice ?) e tutto il resto (in una situazione di sempre maggior ricorso alle procedure informatiche) da Godiasco.
Si tratta solo di una modesta integrazione del nome del comune.
Nessuno con un briciolo di cervello può sostenere che il nome Godiasco sia più conosciuto di quello di Salice Terme, quindi l'integrazione non danneggia, ma dà opportunità di notorietà a Godiasco.
Chi diffonde voci di spostamento degli edifici comunali e simili facezie lo fa solo per seminare zizzania nei confronti dell'attuale maggioranza, che non ha certo bisogno di questi speciosi argomenti per essere criticata.
Che poi Godiasco (capoluogo) sia un paese tranquillo non importa, non sarà certo questa integrazione di nome a renderlo caotico (anche se i negozianti un po' di gente in più la gradirebbero).
Quindi, smettiamo di lambiccarci il cervello sul nulla e di fare polemiche su argomenti che non meritano.
Ragioniamo piuttosto di cose serie e cioè di quanto "costa" mandare avanti un comune per le sole spese fisse (personale, energia, cancelleria, utenze ecc) e quanto esse incidano sul totale degli introiti dell'ente.
E' evidente che non residuano risorse per i servizi e quindi delle due l'una: o si tagliano i servizi, o si tagliano le spese fisse. Il modo per tagliare i servizi è semplice, ma forse ignobile in specie per le fasce meno forti della popolazione (scuola materna, elementare e media solo private ? casa di riposo con tariffe di mercato ? ecc).
Quello per tagliare le spese fisse passa obbligatoriamente per la fusione di più comuni in uno solo: l'incremento degli abitanti non richiederebbe un pari incremento dei dipendenti comunali con possibilità conseguente di bloccare il turn over e/o di dedicarne alcuni ad assicurare servizi che oggi non vengono erogati, ma senza incrementi di spesa.
Questo è il vero punto da discutere, gli altri sono falsi problemi, problemi di facciata, non di sostanza.
Mi conforta che nell'intervista anche il signor Somensini auspichi una riduzione dei comuni presenti in valle Staffora, mi piacerebbe ancor di più se avesse citato ipotesi e fosse restato meno nel vago.
In questo blog si è parlato, e fatto anche uno pseudo sondaggio (ancora presente in fondo a destra), su ipotesi in tal senso: quella più votata e da me preferita è la fusione fra i comuni di Godiasco, Montesegale, Retorbido, Rivanazzano, Rocca Susella (in ordine alfabetico) per ottenere un soggetto di circa 10.000 abitanti.

mercoledì 22 settembre 2010

Interpellanza su intervista a ing. Fabiani AD Terme di Salice SpA

Questa mattina i 4 consiglieri di minoranza (di cui uno sono io) hanno presentato al Sindaco la seguente interpellanza:

Godiasco, 22 settembre 2010
Alla c.a. Professoressa
Anna CORBI
Sindaco del Comune di
GODIASCO


OGGETTO: Interpellanza

Gentile signor Sindaco,

abbiamo letto con particolare stupore l’articolo de La Provincia di giovedì scorso che in allegato le riproduciamo.
In esso si leggono alcune dichiarazioni dell’AD delle Terme di Salice SpA che ci hanno suscitato notevole sorpresa.

Le elenchiamo le dichiarazioni e le nostre perplessità:

Le Terme chiudono la stagione a – 150.000 euro.


1 - Supponiamo si tratti del risultato di bilancio dell’esercizio 2009.
Esso fu chiuso considerando solo 10 mesi, in quanto la chiusura fu anticipata al 31/10 per consentire alla società controllante di inserirla nel proprio rendiconto al 31/12/2009. Chiuse con un risultato negativo di 150.000 euro, in effetti “quasi positivo” se non si considera che furono lasciati fuori i mesi di novembre e dicembre che, per una società termale, comportano bassissimi ricavi in presenza di spese fisse che corrono normalmente. Quest’anno il meccanismo non sarà altrettanto favorevole con un esercizio di 12 mesi (1/11/2009 – 31/10/2010).
2 – Se non andiamo errati, nell’esercizio scorso fu considerata una posta attiva straordinaria, presumibilmente di circa 250/300.000 euro, dovuta al rimborso statale per l’adeguamento posticipato triennale delle tariffe. Quest’anno il bilancio certamente non avrà tale beneficio.
3 – Sembra impropria l’espressione “abbiamo trovato debiti per …” in quanto il gruppo AFIN che l’ing. Fabiani rappresenta è stato un socio della prima ora, già in fase di privatizzazione, e tale è restato per circa un anno e mezzo: dopo, acquistando le quote degli altri due consoci di Terme Oltrepò Resort, divenne azionista di maggioranza delle Terme di Salice SpA. I conti quindi doveva ben conoscerli, già nella fase di privatizzazione, cui partecipò, e condividerli quando acquistò le quote degli altri consoci.
4 – Sono già stati pubblicizzati due diversi piani di sviluppo della società, l’ultimo in una pubblica riunione nella Sala Consiliare. Voci vorrebbero che si stia approntando un terzo differente piano. Vorremmo sapere quanto è costata alla Terme di Salice SpA la redazione di tali piani, se Ella ritiene corretto che un piano approvato e pubblicizzato venga messo da parte per redarne un altro e che tipo di comportamento hanno tenuto i due consiglieri di amministrazione di nomina comunale sulla vicenda, votando a favore o contrario, e se talee comportamento discende da precise direttive da Lei conferite o da loro iniziative autonome.

Tutto ciò premesso, riteniamo che sia molto importante che la cittadinanza sia portata a conoscenza di tali questioni e particolarmente di quali risultati economici stia maturando la società di cui la collettività è socia al 47 %. Siamo quindi a chiederle di volerci indicare le risultanze del primo semestre e le proiezioni per l’intero esercizio.

Servizio ristorante con Musoni.

Viene dichiarato che tale servizio “ha fruttato 40.000 euro” richiamando 1.500 clienti.
Ci è noto, per aver letto il cartello esposto al Caffè Bagni, che il pasto di mezzogiorno costa 12 euro, quello della sera 20 oltre ai vini. Dividendo 40.000 per 1.500 si ottiene un incasso medio per cliente di 26,6 euro, piuttosto lontano dal costo dichiarato dei pasti: ci vien di pensare che i due numeri pecchino di approssimazione.
Ci preoccupa ancor più, tuttavia, l’espressione “fruttato” perché confonde il ricavo di un servizio con il guadagno ottenuto dallo stesso. I 40.000 euro infatti sono il ricavo della prestazione da cui vanno dedotti i costi per le materie prime, i dipendenti addetti a quel servizio ed altri oneri e spese. Tutto ciò considerato il servizio è stato in utile o no ? Purtroppo la nostra esperienza ci fa ricordare quando, nella passata gestione pubblica, si propagandava l’aumento dei fatturati e del numero dei clienti, ma si soprassedeva dal dire che i servizi venivano prestati in perdita: per ogni cliente la società accusava una perdita e quindi più clienti significava maggiori perdite.
Desidereremmo che Lei ci informasse su:
a - se il servizio ristorante con Mussoni è stato allestito dopo una decisione del consiglio di amministrazione e, nel caso, cosa hanno votato i nostri consiglieri e in base a quali calcoli, preventivi ed informazioni;
b – quale risulta essere la situazione reddituale del servizio.

Parcheggio nel rondò del Grand Hotel

Sull’argomento abbiamo pesanti dubbi sulla liceità del servizio e sul risultato economico esposto nell’intervista.
La Liceità:
Il parcheggio insiste sul rondò del GH, area oggetto di lavori pochi mesi fa, eseguiti a spese della Terme di Salice SpA, del nostro comune e della Provincia di Pavia per 140.000 euro. Le auto accedono al parcheggio e circolano sulla ghiaia, certamente danneggiandola. Quelle parcheggiate sul lato interno posizionano due ruote sul prato, anche in questo caso causando danno.
Per di più ci risulterebbe che i parcheggi devono essere isolati dal terreno, per evitare che eventuali perdite delle auto vadano ad inquinare. Per questo viene richiesto che venga steso, leggermente interrato, un foglio di plastica resistente: non ci sembra che sia stato effettuato un tal lavoro. Non secondario ci sembra anche il danno al decoro (già offeso dall’intonaco cadente del GH).
Il risultato economico:
Il servizio, dice l’ing. Fabiani “ha fruttato poco meno di 15.000 euro”.
Anche in questo caso qualcosa non torna né nei numeri, né nel “fruttare”.
Il parcheggio costava 3 euro forfettari a sera, quindi per arrivare a 15.000 euro devono essere entrate 5.000 auto. Stante che il rondò ne contiene, riempiendo sia a destra, sia a sinistra, circa 60, se ne deduce che per circa 83 sere vi è stato il pieno. Ci pare impossibile perché il servizio non data da così lontano, né ha fatto il pieno tutte le sere, dal lunedì alla domenica.
Ma abbiamo visto che vi è un guardiano a distribuire i biglietti e a riscuoterne il prezzo: questo guardiano certamente deve essere costato qualcosa: di quanto abbatte il ricavato ?
E come è stato remunerato ? con un contratto a progetto ? dietro presentazione di sua fattura ? è un impiegato che ha fatto un orario straordinario (troppo lungo e ripetuto e quindi irregolare) ? era assicurato ? non vogliamo neppur pensare che abbia lavorato “a nero” perché questo ci porterebbe a chiedere da dove vengono le relative disponibilità.
Anche in questo caso siamo a chiederle una risposta ai quesiti di cui sopra, con particolare riferimento all’atteggiamento tenuto dai nostri consiglieri sull’argomento.

Ingresso a pagamento nel parco


Viene citata la cifra di 50.000 visitatori annui del parco non residenti. Saremmo curiosi da cosa derivi una stima siffatta. Non ci è mai stato dato vedere una o più persone che contavano le persone in ingresso, né tantomeno che chiedevano la residenza per poter discernere chi prospetticamente far pagare e chi no.
Anche se comunque fosse un numero attendibile, ci vien di notare che si tratterebbe di 137 persone al giorno, per 365 giorni, compresi quelli con la neve alta mezzo metro.
Ammesso che il numero di coloro che oggi entrano resti uguale anche con l’ingresso a pagamento, riteniamo che si dovrebbe provvedere a presidiare almeno i due ingressi per tutto l’orario di apertura per poter esigere il pagamento: cosa costerebbero due persone addette a tale mansione ? Non è che l’ingegner Fabiani abbia simpatia per il “fruttare” a prescindere dai costi ? Non crediamo che ignori che nel bilancio di una società il risultato economico dipende dalla somma algebrica dei ricavi meno i costi.
Anche in questo caso siamo a chiederle di volerci comunicare la sua posizione su tale questione e quale sia stata quella dei consiglieri di designazione comunale in seno al consiglio di amministrazione.

Attendiamo che Ella ci risponda, per iscritto, sulle questioni che le abbiamo qua elencate e ci permettiamo infine di sottoporre alla sua sensibilità se non sia il caso di promuovere un incontro pubblico con i due consiglieri di designazione comunale per avere poi, direttamente da loro, una esposizione sul loro lavoro per la collettività che sono stati chiamati a rappresentare e tutelare.

Gradisca i nostri più cordiali saluti.

Eraldo Pedemonte - Alberto Sorrentino

giovedì 4 febbraio 2010

Il "consumo" del suolo

Una lettera al direttore de La Provincia sul consumo del suolo e la risposta della signora Fiorani. Pubblico oggi per non fare "concorrenza" al giornale in edicola.

GIOVEDÌ, 04 FEBBRAIO 2010 Pagina 9 - Attualità
Difendiamo la Terra E’ troppo il suolo consumato

PIERANGELA FIORANI / P.FIORANI@LAPROVINCIA / PAVESE.IT
Il Comitato Agricoltori per la tutela del territorio che aderisce al progetto di «Cambiamo» vorrebbe dare voce al lamento inascoltato del suolo, ed in particolare di quello pavese che tutti noi quotidianamente calpestiamo, sfruttiamo, inquiniamo. Suolo, aria, acqua sono risorse essenziali per la nostra vita e perciò anche per la nostra salute, e riteniamo siano un patrimonio da salvaguardare sempre!
Se la nostra provincia è tra le terre più fertili d’Europa, come mai ogni giorno vengono «cancellati» 1,9 ettari di suolo agricolo? Tristemente vorremmo anche ricordare che Pavia ha il record negativo di consumo di suolo: -13,4 mq all’anno per abitante... e dal 1950 al 1998 sono scomparsi oltre 13.000 ettari di terreno coltivabile.
Il recente Ptcp pavese (piano territoriale di coordinamento provinciale) dice che: si tutelerà il paesaggio, gli spazi agricoli, l’ambiente e il consumo di suolo. Ora bisogna agire e fare perchè il tempo dei proclami è finito! In Francia si stanziano 1,65 miliardi di euro per salvare l’agricoltura e Sarkozy ribadisce che «la terra fa parte dell’identità nazionale francese»! A Badia Pavese si vuole una logistica da 320.000 mq. per «riqualificare il territorio, migliorando le caratteristiche del paesaggio»... (Provincia pavese dello scorso 19 gennaio). Oggi le eccellenze della nostra provincia, che ha un’anima agricola già da centinaia d’anni, sono: riso, vino, mais, pioppi... ma domani potranno essere: logistiche, interporti, ipermercati, outlet, multisale...
Cementificare i nostri suoli è come programmare il nostro suicidio. Noi del Comitato invitiamo tutti ad avere più consapevolezza nell’uso sfrenato della terra che ci ospita: sfruttata questa non se ne ha una di scorta, neanche in saldo in qualche luccicante centro commerciale.
Stefania e Lorenza Costa Barbè Comitato Agricoltori San Martino Siccomario

Risponde il direttore Fiorani

La Terra. Abbiamo solo questa, è vero, e solo noi siamo responsabili di ciò che lasciamo in eredità ai nostri figli.
Eppure, mentre pensiamo a costruire loro un futuro di agiatezze, non ci preoccupiamo di alcune semplici regole che ci dovrebbero aiutare a guardare un po’ più lontano.
Toccherebbe a chi amministra la cosa pubblica agire per il meglio?
Ma gli amministratori, in fondo, sono spesso né migliori né peggiori di tutti noi.
L’altro giorno ho assistito alla scena di una signora che, vedendo una lattina abbandonata davanti a casa sua, le ha dato un calcio per spostarla più in là. A quel punto la «scandalosa» lattina vuota non era più un problema suo.
Ecco, troppe volte tutti noi pensiamo che ciò che succede due metri più in là non è un problema nostro. E lo slogan «purché non nel mio giardino» diventa la filosofia di vita da praticare.

Questi sono temi su cui dovrà discutere anche il nostro consiglio comunale in sede di approvazione per Piano di Governo del Territorio PGT

giovedì 13 marzo 2008

Pista Ciclabile Voghera Varzi

A dieci giorni dalla camminata da Voghera a Salice per chiedere il ripristino della ex ferrovia come pista ciclo pedonale, ecco un articolo de La Provincia che parla della lodevole iniziativa del comune di Ponte Nizza.
Purtroppo invece io sono consiglire a Godiasco, uno dei due comuni che addirittura si sono venduti la sede ferroviaria e che brilla per insensibilità al problema. Insensibilità tano più colpevole perchè non solo trascura una legittima istanza dei residenti in valle Staffora, ma addirittura non riesce neppure a capire che la realizzazione avrebbe enormi ricadute sul turismo. Il nostro sindaco manager aveva una gran fregola di approvare la realizzazione della clinica mangiaparco, lì c'era business: la pista ciclabile non gli interessa proprio. Quando fu fatta la prima manifestazione, nel settembre del 2004, addirittura si segnalò come l'unico sindaco che non si era neppure fatto trovare al passaggio del corteo di ciclisti, contrariamente a tutti gli altri sindaci.
Ora invece, forse già respirando aria elettorale, si è premurato di presntarsi con un paio di pretoriani alla tappa di Retorbido e a quella di Rivanazzano/Salice, arrivando ad entrambe in auto: quanto bastava per farsi vedere. Probabilmente anche lui si era accorto di quanto poi avrenne detto l'assessore provinciale al territorio "i cittadini vogliono questa pista ciclopedonale, e i cittadini sono elettori ..."
Grazie comunque al comune di Ponte Nizza, retto evidentemente da persone meno miopi. Speroche il loro esempio venga presto imitato da tanti altri (Codevilla e Retorbido hanno quasi ultimato i lavori).
Il nostro sindaco illuminato manager sta invece aspettando che il nuovo duo di enfant prodige rinnovatori della politica locale gli dicano di muoversi ...
In che mani ....





MARTEDÌ, 11 MARZO 2008

Pagina 26 - cronaca

Il piano. Si recuperano massicciata e stazione

Dal treno alle biciclette Ponte Nizza ora investe sulla nuova Voghera-Varzi




PONTE NIZZA. Il recupero della massicciata della Voghera-Varzi, culminata con la camminata andata in scena nei giorni scorsi in occasione della Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, è un problema che sta particolarmente a cuore al sindaco di Ponte Nizza, Mario Luciano Domenichetti che intende realizzare anche un museo sulla Voghera-Varzi. «Nelle scorse settimane - spiega il primo cittadino di Ponte Nizza - è stato redatto, dall’ufficio tecnico del nostro Comune, un piano di fattibilità. Ora è stato dato l’incarico per redarre il progetto esecutivo per recuperare un vecchio stabile, sito al fianco della stazione di Ponte Nizza della Voghera-Varzi nell’intento di trasformarlo in un centro polifunzionale». E Domenichetti spiega: «Il nostro intento, recuperando questo edificio di particolare valenza, è quello di realizzare il museo cartaceo della ex ferrovia Voghera-Varzi ed il museo dedicato ad Italo Pietra. Il tutto sarà possibile grazie al materiale che ci è stato donato dall’ingegner Tacconi della Voghera-Varzi che ci permetterà di ricordare in questo modo la ferrovia che da Voghera risaliva la Valle Staffora». Ma il nuovo edificio andrà ad ospitare anche le varie associazioni presenti sul territorio: dalla Pro Loco all’Associazione Alpini. Ma non finisce qui. «Infatti - sottolinea ancora il sindaco di Ponte Nizza - vorremmo realizzare anche un punto di divulgazione di informazioni turistiche non solo di Ponte Nizza ma di tutta la Valle Staffora divenendo dunque centro di riferimento per chi percorre la valle ed intende avere informazioni relative ad alberghi, strutture ricettive, ristoranti, percorsi naturalistici ed altro ancora. Spero, prima della fine del mandato, di riuscire a realizzare questa struttura museale e turistica. Dobbiamo dire grazie alla Comunità montana - conclude Domenichetti - che ci ha finanziato l’inizitiva con un contributo di 75 mila euro». Infine non va dimenticato che a Ponte Nizza il tratto della ex ferrovia Voghera-Varzi è già stato sistemato e recuperato, in quanto di proprietà del Comune, trasformandolo in una pista ciclabile. La vecchia ferrovia torna insomma a rivivere. Sui pedali.Alessandro Disperati