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giovedì 4 febbraio 2010

Il "consumo" del suolo

Una lettera al direttore de La Provincia sul consumo del suolo e la risposta della signora Fiorani. Pubblico oggi per non fare "concorrenza" al giornale in edicola.

GIOVEDÌ, 04 FEBBRAIO 2010 Pagina 9 - Attualità
Difendiamo la Terra E’ troppo il suolo consumato

PIERANGELA FIORANI / P.FIORANI@LAPROVINCIA / PAVESE.IT
Il Comitato Agricoltori per la tutela del territorio che aderisce al progetto di «Cambiamo» vorrebbe dare voce al lamento inascoltato del suolo, ed in particolare di quello pavese che tutti noi quotidianamente calpestiamo, sfruttiamo, inquiniamo. Suolo, aria, acqua sono risorse essenziali per la nostra vita e perciò anche per la nostra salute, e riteniamo siano un patrimonio da salvaguardare sempre!
Se la nostra provincia è tra le terre più fertili d’Europa, come mai ogni giorno vengono «cancellati» 1,9 ettari di suolo agricolo? Tristemente vorremmo anche ricordare che Pavia ha il record negativo di consumo di suolo: -13,4 mq all’anno per abitante... e dal 1950 al 1998 sono scomparsi oltre 13.000 ettari di terreno coltivabile.
Il recente Ptcp pavese (piano territoriale di coordinamento provinciale) dice che: si tutelerà il paesaggio, gli spazi agricoli, l’ambiente e il consumo di suolo. Ora bisogna agire e fare perchè il tempo dei proclami è finito! In Francia si stanziano 1,65 miliardi di euro per salvare l’agricoltura e Sarkozy ribadisce che «la terra fa parte dell’identità nazionale francese»! A Badia Pavese si vuole una logistica da 320.000 mq. per «riqualificare il territorio, migliorando le caratteristiche del paesaggio»... (Provincia pavese dello scorso 19 gennaio). Oggi le eccellenze della nostra provincia, che ha un’anima agricola già da centinaia d’anni, sono: riso, vino, mais, pioppi... ma domani potranno essere: logistiche, interporti, ipermercati, outlet, multisale...
Cementificare i nostri suoli è come programmare il nostro suicidio. Noi del Comitato invitiamo tutti ad avere più consapevolezza nell’uso sfrenato della terra che ci ospita: sfruttata questa non se ne ha una di scorta, neanche in saldo in qualche luccicante centro commerciale.
Stefania e Lorenza Costa Barbè Comitato Agricoltori San Martino Siccomario

Risponde il direttore Fiorani

La Terra. Abbiamo solo questa, è vero, e solo noi siamo responsabili di ciò che lasciamo in eredità ai nostri figli.
Eppure, mentre pensiamo a costruire loro un futuro di agiatezze, non ci preoccupiamo di alcune semplici regole che ci dovrebbero aiutare a guardare un po’ più lontano.
Toccherebbe a chi amministra la cosa pubblica agire per il meglio?
Ma gli amministratori, in fondo, sono spesso né migliori né peggiori di tutti noi.
L’altro giorno ho assistito alla scena di una signora che, vedendo una lattina abbandonata davanti a casa sua, le ha dato un calcio per spostarla più in là. A quel punto la «scandalosa» lattina vuota non era più un problema suo.
Ecco, troppe volte tutti noi pensiamo che ciò che succede due metri più in là non è un problema nostro. E lo slogan «purché non nel mio giardino» diventa la filosofia di vita da praticare.

Questi sono temi su cui dovrà discutere anche il nostro consiglio comunale in sede di approvazione per Piano di Governo del Territorio PGT

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