Ancora un interessante serie di riunioni sul tema dell'agricoltura di collina. Ritengo che tale attività sia il nodo essenziale da risolvere per creare il contesto a supporto del turismo sostenibile nel nostro territorio, per evitare o rallentare lo spopolamento delle colline, per salvaguardare l'assetto del territorio.
Ne tratta un articolo de La Provinciia:
GIOVEDÌ, 18 FEBBRAIO 2010 Pagina 43 - Valverde e l’agricoltura rurale
Il territorio salvato dai piccoli borghi
VALVERDE. L’alta collina frana, si spopola, non dà chance occupazionali ai giovani. La soluzione c’è: si chiama agricoltura rurale e sarà al centro, da domenica pomeriggio, di un ciclo d’incontri d’approfondimento che si susseguiranno fino all’estate per iniziativa del Comune di Valverde e dell’associazione «Chi cerca crea». L’invito è agli agricoltori del territorio ma anche a chi, imprenditore o politico, abbia a cuore il futuro dell’alta collina. Sotto la lente alcune esperienze di agricoltura di montagna che hanno valorizzato, dal punto di vista economico, paesaggistico e culturale alcuni aspetti distintivi delle colture appenniniche.
«La consapevolezza da cui nasce l’iniziativa - spiega Federica Riva per gli organizzatori - è che un certo genere d’agricoltura non può sopravvivere nel contesto della competizione del mercato di massa. I limiti imposti dal paesaggio montano - sottolinea - hanno bisogno di essere riconosciuti e assecondati per riuscire a pensare a delle alternative che siano in grado di valorizzare le potenzialità effettive del territorio». Il primo relatore del ciclo d’incontri a Valverde sarà, domenica pomeriggio 21 febbraio alle 16.30 in sala consiliare, il ruralista Massimo Angelini, fra i fondatori del Consorzio della quarantina genovese (una varietà di patata). (e.b.)
giovedì 18 febbraio 2010
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