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giovedì 14 gennaio 2010

Il film WELCOME all'Arlecchino di Voghera


Mi viene suggerito di segnalare un notevole film in programmazione al cinema Arlecchino di Voghera (di fronte al castello). Si tratta di "Welcome".
Riporto trama e recensione ripresa dal sito del cinema.

Da venerdì 15 a lunedì 18 gennaio - ore 21.15 - WELCOME
REGIA: Philippe Lioret
Con: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana

TRAMA Il giovane iracheno Bilal attraversa l'Europa da clandestino nella speranza di raggiungere la sua ragazza da poco emigrata in Gran Bretagna. Arrivato nel nord della Francia, diventa amico di Simon, un istruttore di nuoto, con cui inizia ad allenarsi per un obiettivo apparentemente irrealizzabile: attraversare la Manica a nuoto per ritrovare il proprio amore.

CRITICA Benvenuto Welcome. Arriva in Italia un film terribilmente bello, vincitore a Berlino, campione d'incassi in Francia, dove ha influenzato il dibattito politico sull'immigrazione clandestina. È difficile che da noi provochi le stesse conseguenze. Non soltanto perché non si tratta di una nostra storia d'immigrazione. Magari. Chissà quando il cinema italiano riuscirà a produrre un¿opera altrettanto matura sul più importante problema dell'epoca. Ma soprattutto perché la discussione sui clandestini da noi è precipitata in tali abissi di miseria morale, politica e giuridica che nulla sembra in grado di risollevarla a un grado di civiltà. Tantomeno un'opera d¿arte, un film o un libro, insomma qualsiasi cosa non sia chiacchiera televisiva. La storia di Welcome nasce dall'amore di due adolescenti. Stavolta Romeo e Giulietta sono curdi, separati non soltanto dalle famiglie, ma anche da una guerra e da quattromila chilometri. Per amore di Mina, Imail, ragazzo curdo che sogna di diventare un calciatore del Manchester United, attraversa tutta l'Europa. Alla fine arriva a Calais. Gli resta soltanto la Manica per raggiungere il suo sogno. Senza permessi e senza soldi, Imail si mette in testa di attraversarla a nuoto. Trova l'aiuto, dapprima diffidente, poi sempre più appassionato, di un istruttore di mezza età, Simon, appena lasciato dalla moglie. E la storia diventa quella fra un vero padre e un vero figlio, che non sono padre e figlio. Non è un film di buoni e cattivi. È un film di uomini e donne soli, gente comune e migranti, poliziotti e vicini di casa, burocrati e commercianti, né buoni né cattivi, ma deboli e piccoli di fronte a un sistema che ha deciso di usare le paure e l'alibi della sicurezza come nuova forma di controllo autoritario della società e degli individui. Degli altri, di quelli che arrivano nelle stive delle navi, ma soprattutto dei propri cittadini. Un sistema forte, razionale, gelido, fondato sull'egoismo e in fondo condiviso da vittime e carnefici, entrambi occasionali. Un mondo in cui l'amore folle di due ragazzi e la complicità affettuosa di un uomo diventano atti eversivi, pericolosi. Sentimenti forti, roba da clandestini. Non è naturalmente soltanto il tema a fare di Welcome un bel film. Philipe Lioret è uno dei migliori registi francesi, già collaboratore di Robert Altman, ispiratore di The Terminal di Spielberg, ed è un maestro nelle scene sull'inferno del porto di Calais. La scrittura è perfetta ed è difficile trovare un aggettivo adeguato all¿interpretazione di Simon da parte di Vincent Lindon, divenuto nel tempo una dei più straordinari attori europei. È quasi impossibile uscire dalla sala di Welcome con le stesse idee sull'immigrazione che si avevano prima. Curzio Maltese (La Repubblica)

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