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sabato 2 gennaio 2010

Il giornalino alle famiglie (e il museo malaspiniano)

Quest'anno il comune ha inviato, per Natale, un giornalino a tutte le famiglie con articoli scritti dal sindaco e da tutti i consiglieri, assessori e non, di maggioranza e di minoranza. Ci è stato richiesto di contenersi entro le 2.000 battute e di fare, possibilmente, riferimento al primo semestre della nuova maggioranza (quindi il secondo semestre dell'anno). Ho aderito volentieri all'invito, trovandolo cosa nuova rispetto al passato dove la maggioranza, ottusamente, aveva sempre evitato di estendere l'invito alla minoranza. Questo il testo di quanto da me scritto:
"Le elezioni hanno determinato un risultato storico: Elio Berogno ha passato la mano alla professoressa Anna Corbi. Siamo certi che non avremo occasione di rimpiangere ciò che abbiamo lasciato, tante erano le carenze e i grossolani errori (per i quali nessuno ha pagato) che avevano caratterizzato il passato. Sarà facile “far bella figura” in confronto a ciò che è stato: basterà fare qualcosa con un minimo di trasparenza e correttezza, nell’interesse dei cittadini. Le condizioni del comune sono gravi: manutenzione ordinaria carente, straordinaria assente, sistema fognario comatoso, impianti di depurazione obsoleti, scempio urbanistico, servizi sociali precari, turismo in ginocchio, verde pubblico trascurato (a Salice assente), iniziative culturali inesistenti, terme svendute ed i pochi danari ricavati pressoché finiti, trasparenza amministrativa tutta da creare, uffici mal organizzati, una montagna di debiti. In questo scenario si trova ad operare la nuova amministrazione. Riteniamo che noi di Uniti per Godiasco dobbiamo collaborare per risollevare le sorti del nostro paese. Per questo abbiamo già rivolto alla nuova amministrazione molte istanze per realizzazioni: l’accorpamento delle scuole elementari di Salice presso il Diviani, assieme alle materne, liberando così gli spazi per una biblioteca finalmente decente ed in grado di assolvere al suo compito verso i cittadini ed i turisti; la realizzazione dell’ecomuseo presso il palazzo Malaspina Pedemonti in Godiasco, tramite la costituzione di una fondazione con la copresenza di enti pubblici e privati; la richiesta di pedonalizzazione del tratto Montalfeo Godiasco nei giorni festivi e prefestivi e molto altro come abbiamo riportato sul nostro blog www.unitipergodiasco.blogspot.com .
Ci vorrà del tempo, ma siamo pronti a collaborare, nello spirito di una attenta e vigile partecipazione, a tutto ciò che può servire per migliorare la qualità della vita nel nostro comune. Forse qualche segnale si disponibilità già lo si può vedere: il fatto che questo giornalino ospiti gli scritti di tutti i consiglieri, anche di quelli di opposizione, è un segnale nuovo di cui ci compiaciamo.
Alberto Sorrentino – Uniti per Godiasco"

Ho notato con piacere che il sindaco, nella premessa, parla anche di realizzare l'ecomuseo riguardante la storia della famiglia Malaspina e le tradizioni e cultura locali, con l'intenzione di ospitarlo nel palazzo Malaspina Pedemonti. E' un progetto che ho sempre ritenuto prioritario, più volte inutilmente presentato all'amministrazione precedente. Se il sindaco vorrà coinvolgerci, siamo quindi più che disponibili a dare il massimo impegno per portare a compimento un progetto tanto importante ed impegnativo, capace da solo di proiettare una nuova dimensione culturale su tutta la vallata, anche con consistenti ricadute sul piano turistico.
Tanto per inquadrare qualche precedente, riporto quanto già apparso sulla stampa in merito.

«Palazzo Malaspina Tocca agli enti locali»
la Provincia Pavese — 19 agosto 2007
pagina 23
GODIASCO. Il futuro incerto di palazzo Pedemonti Malaspina, all’asta per 1 milione e mezzo di euro, esce dai confini provinciali. L’appello del capogruppo di minoranza, Alberto Sorrentino, non è stato ripreso dalla giunta Deantoni ma è stato captato dal presidente del Centro studi malaspiniani di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara. Dario Manfredi invita le istituzioni a mobilitarsi. Ma più vicino a Godiasco, da Varzi, interviene anche il marchese Giacomo Malaspina, che fa appello alla Comunità montana: «Negli anni - ricorda - abbiamo visto grandi investimenti in progetti di assai più corto respiro. 1milione e mezzo di euro per un centro studi, che sarebbe fiore all’occhiello della valle Staffora, si potrebbero trovare». Il corpo centrale risale al XVI secolo e si estende per 2.150 metri quadrati, con saloni affrescati alti cinque metri. Il giardino a due livelli e l’ampio cortile da 3.300 metri quadrati sono circondati da antichi fabbricati rurali. Un passaggio sospeso del 1712 collega direttamente il palazzo alla vecchia chiesa parrocchiale. Per il marchese Malaspina di Varzi farne appartamenti, per chi comprerà, sarà davvero dura: «Temo che la trattativa andrà per le lunghe e che alla fine il palazzo finisca con l’essere assegnato per un valore molto inferiore al suo. Solo scaldare un immobile del genere sarebbe una spesa incredibile. E’ per le tasche di pochi. Tempo fa, prima di acquistare la sua tenuta di Cigognola, pare che anche Giorgio Armani si fosse interessato all’immobile». Allora, che fare? «Le istituzioni, a partire dalla Comunità montana, devono salvare il palazzo, farne un centro culturale. Penso che si tratti di una sfida che deve impegnare la politica locale a ogni livello». Dello stesso avviso Manfredi, presidente del Centro studi malaspiniani: «Non posso che auspicare il recupero dell’immobile e una sua destinazione culturale. Vanno attivate anche le fondazioni bancarie. Nell’edificio, che ho da poco visitato su invito di Sorrentino, c’è tutto quel che occorre per creare un centro di promozione della cultura locale. I Malaspina hanno significato tanto nella storia, in quella della provincia di Pavia e non solo. Dispiace che gli enti locali tacciano». Emanuele Bottiroli

..... e ancora .....

Palazzo Pedemonti, botta e risposta
la Provincia Pavese — 28 agosto 2007
pagina 21
GODIASCO. «Ripeto: siamo pronti a dare il nostro contributo perchè il palazzo Pedemonti-Malaspina diventi archivio storico della famiglia Malapina»: dalla Toscana il direttore del Centro studi Malaspiniani rilancia sulla possibile acquisizione pubblica dello storico edificio. E non mancano le sottolineature polemiche dopo le dichiarazioni del consigliere di maggioranza Roberto Serra. «Leggo su “La Provincia” che il consigliere comunale Roberto Serra, afferma che sul caso del palazzo Pedemonti-Malaspina si vuol fare della polemica politica a buon mercato e quindi di fatto, mi include fra gli”altri personaggi che non avanzano proposte»: esordisce così Dario Manfredi direttore del Centro studi Malaspiniani di Mulazzano (in provincia di Massa Carrara). «Non è giusto. Il signor Serra è disinformato su questa vicenda e lo dimostra quando si chiede perché il marchese Giacono Malaspina non si adopera nella costituzione di una Fondazione Malaspina. Rispondo subito: perché una fondazione volta alla difesa della memoria storica del casato dei Malaspina esiste già: si chiama Fondazione Alessandro Malaspina, è stata costituita il 29 gennaio scorso ed ha ottenuto il riconoscimento onlus il 3 luglio scorso; il marchese Giacomo Malaspina di Varzi ne è socio benemerito». Aggiunge il direttore: «Purtroppo la Fondazione, al momento, dispone solo di un patrimonio di 550mila euro insufficiente all’acquisizione del palazzo. Ma una controproposta a quella del signor Serra posso avanzarla subito: se il comune di Godiasco non può spendare un milione e mezzo di euro per il palazzo, si faccia capofila, quantomeno, di una “cordata” di enti disposti a farlo». Poi l’impegno: «Da parte mia posso assicurare che il consiglio di amministrazione della Fondazione Alessandro Malaspina volentieri sottoscriverà il 10 per cento dell’importo, alle sole condizioni che sia reperito il capitale rimanente e che venga riportato del palazzo lo storico archivio di quel ramo della famiglia, attualmente depositato a Pavia. Se questa intenzione non fosse seria non mi sarei sobbarcato la fatica di un viaggio fino a Godiasco per osservare lo stato dello stabile». Il botta e risposta dunque prosegue. (f. g.)

... e siamo ai giorni nostri, evidentemente con una amministrazione meno ottusa e più lungimirante, capace, sembra, di capire quanto la cultura possa essere di stimolo e sviluppo per il paese.

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