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giovedì 12 agosto 2010

Cicloturismo



Nel corso del convegno sul turismo, durante la manifestazione SALICEDORO, un relatore esperto tour operator, parlò dell'importanza del cicloturismo nei comprensori turistici.
Da noi questo messaggio tarda a passare: il cicloturista viene ancora visto come un poveretto che non ha neppure l'auto, che non spende e quindi non interessa.
Niente di più sbagliato. In molte altre zone invece si è capito l'importanza del fenomeno e ci si dà un gran daffare per attirare tale tipo di utenza: si crea e pubblicizza itinerari ad hoc, si organizza il trasporto bagaglio fra un albergo e il successivo (vendendo un pacchetto vacanza fatto di 7 o più giorni con mezza pensione in alberghi via via raggiungibili con una giornata di biclicletta), si offre un minimo di assistenza meccanica.
Esiste un sito dedicato al cicloturismo in cui è possibile trovare itinerari già sperimentati, con anche l''indicazione di dove mangiare e dormire, ma, digitando Godiasco, non appare nulla perchè da noi in effetti non c'è nulla di organizzato da proporre.
La possibilità non ci mancherebbe: perchè non si inizia a "fare sistema" (espressione abusata, ma mai concretizzata) fra le tante, troppe, pro loco, le associazioni amatoriali di ciclisti (da noi Il Pedale Godiaschese) e le associazioni di albergatori per ideare degli itinerari ed i relativi punti di ristoro e pernottamento ?
Per ora una sola cosa è stata fatta per il cicloturismo: affossare la Greenway.
Aria diversa tira da altre parti (e basterebbe copiare):
Nel Parmense, in Toscana, in Austria, sul Danubio, in Provenza, in Irlanda e in mille altri luoghi.

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