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mercoledì 24 agosto 2011

Si risparmia o no? Fondiamo o no?


Un anonimo lettore mi invia un articolo tratto dal portale TerraNews.
Non concordo praticamente su nulla, ma ogni opinione ha diritto di essere espressa e conosciuta.
Ecco l'articolo:


Piccoli Comuni addio? Ma il risparmio non c'è
Rossella Anitori
INTERVISTA. A colloquio con Franca Biglio, presidente dell’Associazione nazionale piccoli comuni italiani (Anpci): «Per lo Stato solo 6 milioni in meno pari al costo della bouvette».

Il governo non ha ancora quantificato il risparmio derivante dallo scioglimento dei piccoli Comuni previsto nella manovra. A pagina 70 della relazione che accompagna il decreto dice di non essere ancora in grado di farlo. Franca Biglio, presidente dell’Associazione nazionale piccoli comuni italiani (Anpci) e sindaco di Marsaglia (Cuneo) lo ha anticipato: «Con l’accorpamento di 1.963 Comuni sotto i mille abitanti si otterrà un risparmio reale di circa 6 milioni di euro. Poco più di quanto costa ogni anno allo Stato il ristorante della Camera dei deputati».

Qual’è la spesa media annua di un Comune con meno di mille abitanti?
I piccoli Comuni sono quelli che spendono meno. La spesa corrente annua di un municipio con meno di mille abitanti è di 582mila euro. Per garantire la vita dei suoi organi di governo un cittadino spende poco più di cinque euro l’anno. A fronte di un costo irrisorio, i cittadini possono godere di innumerevoli benefici. Possono fare riferimento ad un corpo politico e amministrativo che si mette a loro disposizione. I Comuni erogano servizi e intervengono sul territorio. Sono i primi ad intervenire in caso di problemi. Visto i costi ritengo essenziale che queste sentinelle vengano salvaguardate e valorizzate. Il governo dovrebbe ringraziare assessori e consiglieri che lavorano con dedizione percependo stipendi ridicoli. Sono loro i volontari della pubblica amministrazione. Non ci sono poltrone dorate nei piccoli municipi.

L’articolo 16 del decreto 138 del 16 agosto prevede la fusione dei piccoli comuni e la successiva creazione di unioni municipali. Secondo quale logica verranno create queste strutture?
A fondersi dovranno essere comuni confinanti con una popolazione al di sotto dei mille abitanti e insieme dovranno costituire un unione di 5mila abitanti. Una cosa che in una regione come il Piemonte sarà tecnicamente impossibile. Per arrivare a quota cinquemila sarebbe infatti necessario accorpare comuni geograficamente distanti, che si trovano in più vallate, divisi da barriere naturali.

E se un Comune non ha altri piccoli municipi confinanti?
Allora è salvo. Se un Comune anche piccolissimo non ha altri comuni limitrofi con meno di mille abitanti non è riguardato dal provvedimento. Questo decreto è ridicolo.

Quali saranno le conseguenze se la manovra venisse approvata dal parlamento?
Diminuzione dei servizi e aumento dei costi. Incuria del territorio e fenomeni di spopolamento.

Qual è la richiesta dell’Associazione nazionale piccoli comuni italiani?
Chiediamo lo stralcio dell’articolo 16. Non si possono prendere decisione sul territorio senza coinvolgere le associazioni e gli amministratori locali che operano sul territorio da anni. Bisogna lavorare insieme. Siamo disposti a fare la nostra parte. L’abbiamo sempre fatta. I piccoli comuni sono esempi di gestione virtuosa.

Qual è il prossimo appuntamento pubblico?
Venerdì 26 alle 14 è prevista una grande manifestazione nazionale a Roma davanti a Montecitorio. Questa dei piccoli Comuni non è una battaglia dei sindaci e degli amministratori locali ma di tutti i cittadini per la salvaguardia dell’ambiente, della cultura e del territorio.

L'immagine è quella che correda l'articolo di cui sopra

5 commenti:

  1. Una fra le tante obiezioni all'articolo me la suggerisce il comune di Rocca de' Giorgi in provincia di Pavia. Il sito www.comuni-italiano.it lo accredita di 74 abitanti. Gianmaria Testori, sindaco, in una intervista su La Provincia del 14/8/11 ha asserito di avere uno stipendio di 420 euro mensili lordi. E' facile vedere il costo per ogni cittadino del solo sindaco. Per fare un paragone segnalo che nel comune di Milano la stessa voce pesa meno di 10 centesimi pro capite.
    Viene anche ripetutamente invocata l'attenzione del territorio che un piccolo comune riesce a prestare in modo più attento. Mi chiedo che senso abbia una affermazione del genere, come se in comuni da 10.000 abitanti ciò non fosse possibile. Anzi: in un comune più grosso si può avere un ufficio tecnico più fornito e professionalizzato, con strumenti più sofisticati e, grazie alle economie di scala, anche qualche soldo in più per provvedere.
    Invito altri a partecipare elencando le motivazioni concrete che vedono, in positivo e in negativo, nella tematica della fusione/accorpamento.

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    1. Gent.mo Sorrentino, rispondo a questo suo post solamente per correttezza nei confronti di chi legge; Le voglio far notare che Gianmaria Testori è Sindaco del Comune di Pietra de' Giorgi e non di Rocca de' Giorgi, in considerazione del fatto che Lei stesso è un Amministratore pubblico dovrebbe ben conoscere i nominativi dei Sindaci dell'Oltrepo' Pavese in modo di dare notizie veritiere ai lettori.Riguardo all'indennità percepita da un Sindaco di un piccolo Comune che sia Pietra de' Giorgi o Rocca de' Giorgi non importa, Lei dovrebbe ben sapere i sacrifici che vengono fatti ogni giorno per amministrare i nostri comuni garantendo servizi efficienti ai cittadini.Non mi è dato saperlo ma penso che anche Lei percepisca il gettone di presenza ai Consigli Comunali in qualità di Consigliere Comunale del Comune di Godiasco.Il territorio dell'Oltrepo' Pavese, come altri territori in Italia, è un territorio geograficamente e logisticamente difficile e parlare di macro-comuni nella ns. zona mi sembra un'assurdità che potrebbe essere pensata solo da chi non conosce il ns.territorio.
      Tanto Le dovevo per un doveroso chiarimento nei confronti di chi legge, cordialmente.
      G.Testori
      Sindaco di Pietra de' Giorgi (PV)
      sindaco@comune.pietradegiorgi.pv.it

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  2. Concordo pienamente in questa analisi.
    Aggiungo solo che oltre al risparmio dei soli e pochi 420 euro mensili, si risparmierebbero, per esempio, 350.000 euro per una rotonda, 300.000 euro per una fontana non fontana diventata giardino, ed altri sprechi pensati e ripensati da coloro i quali oggi si definiscono "virtuosi".
    Basta leggere questo blog per evidenziare a livello locale gli sprechi e vedere "striscia la notizia" per ammirare altri sprechi milionari e non terminati con preventivi milionari con progetti ( costosi) per finirli nell'anno del mai.
    Signori "virtuosi", lo dovevate essere prima (virtuosi). Credo che ora sia tardi.
    Credo che la stragrande maggioranza dei cittadini sia stufa di questi sprechi pensati da una giunta e da uno o più consigli comunali "inutili".
    Io invece di stralciare l'art. 16 lo vorrei più chiaro e diretto, riscritto in modo tale che non possa dare adito alle sole polemiche interpretative che solo noi italiani siamo capaci di pensare.
    Cominceranno gli studi con i professionisti ( a pagamento ) con riunioni ( pagate ) e pause riunione ( pagate ) per tentare di arginare le fusioni incipienti.
    Ma stralciatevi voi dai consigli e dalle giunte comunali, basta solo una persona che sappia fare di conto e che dia conto ai suoi concittadini.
    Basta con i sindaci che dicolo una cosa ed i vice-sindaco che ne dicono un'altra e poi scopri che l'assessore tal dei tali l'aveva pensata e detta in altro modo.
    Viva l'art. 16 .
    Mauro

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  3. Ma .....non so ..... mi sembra un provvedimento "non pensato" che in realtà non riduce i costi veri; un classico provvedimento di facciata!
    In ogni caso moltissimi piccoli comuni sono meglio amministrati di comuni più grandi e pieni di debiti!
    Edoardo

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  4. Si, ha ragione Edoardo, moltissimi comuni sono amministrati meglio di comuni grandi.
    Dobbiamo solo portare i restanti comuni mal amministrati ad essere amministrati bene e meglio.
    Ritengo che i sindaci ed amministratori dei comuni che sono "adesso" bene amministrati non debbano avere paura di non esser rieletti.
    Anzi lo saranno sicuramente.
    Quello che dobbiamo sperare è che vengano estromessi gli incapaci ed i disonesti.
    Destra e sinistra sono concetti finiti.
    L'esempio di Sesto san Giovanni ( che piccolo comune non è ) è l'esempio di una mala-politica da non imitare.
    Non creda sia solo un provvedimento di facciata.
    E' una piccol rivoluzione che doveva essere fatta da anni. Infatti già dal 2000 , con il testo unico degli enti locali, si consigliava, si esortava, si intimava, si invitavano gli enti locali ad accorparsi.
    Oggi si OBBLIGA tali enti ad unirsi.
    C'è solo da sperare che non ci siano ripensamenti e "marce su Roma" dai Sindaci cosiddetti Virtuosi.
    La cadrega traballa, speriamo che cadano con un bel tonfo.
    Ciao Mauro

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