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mercoledì 27 aprile 2011

Divelta lapide in memoria di partigiani


Un altro spregevole atto.
Posso capire le differenze di opinione fra chi santifica il movimento partigiano e chi gli attribuisce tanti episodi quantomeno criticabili: ogni circostanza della vita, e la vita stessa, sono composte da una miriade di fatti, alcuni belli, alcuni brutti e la loro definizione è spesso soggettiva.
Posso anche convivere con chi ritiene il movimento sostanzialmente negativo: è anche per quello che tanti partigiani sono morti, per consentire di avere convincimenti profondamente diversi.
Ma mi indigno davanti ad atti spregevoli come questo dove si coniugano una becera ignoranza ad una stupida violenza.
Sono stati dei giovani ? in cosa hanno sbagliato coloro che li hanno affiancati mentre si affacciavano alla vita ? che valori gli hanno trasmesso ? in cosa credono ?
Mi spaventa pensarci.

MERCOLEDÌ, 27 APRILE 2011 - Varzi, danneggiata la lapide in memoria di tre partigiani

VARZI. Danneggiata la lapide in memoria dei tre giovani partigiani Aldo Casotti, Giovanni Ferrari e Carlo Benedini, caduti il 24 e il 25 luglio del ’44 durante la battaglia dell’Aronchio. Il monumento si trova sulla provinciale fra Varzi e il Brallo. Sdegno dell’Anpi.
«Un episodio deprecabile, che rientra nel clima di crescenti attacchi alla Resistenza, alle associazioni partigiane e alla Costituzione - sottolinea Rosanna Ansali, presidente dell’Anpi varzese - Un clima nel quale si cerca di avallare ... (segue sul giornale)

1 commento:

  1. Questi individui che hanno fatto a Varzi ciò che hanno fatto sono degli ignobili personaggi che non hanno nessun rispetto per la "Memoria" e per ciò che è stata la lotta partigiana,la resistenza
    e le epurazioni verificatesi alla fine della guerra e anche dopo parecchio tempo del25 aprile.
    Si leggano i libri di Giancarlo Pansa "Il Revisionista" "I vinti non dimenticano" " Il romanzo della guerra civile" ecc.ecc.e capiranno ,forse,meglio di come sono andate le cose e che anche per chi era dalla parte sbagliata,esisteva un ideale ed una convinzione
    magari non condivisibile,ma storicamente da comprendere.
    Luciano Benedini

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