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domenica 19 giugno 2011

Scelte urbanistiche


Leggo oggi su La Provincia il sempre interessante contributo di Boatti: stavolta sulle tante e sballate scelte urbanistiche.
Questo è un argomento che a noi, abitanti del comune di Godiasco Salice Terme, tocca da vicino.
Anni di scelte urbanistiche sballate hanno mangiato la collina sopra Salice e allargato a dismisura i due centri. Questo per il pernicioso incontro di più volontà: i proprietari dei terreni che si trovavano la terra trasformata improvvisamente in oro, i costruttori che potevano dare libero sfogo alla loro attività, l'amministrazione comunale che incassava oneri virtualmente destinati a parchi, parcheggi ed infrastrutture, in realtà sprecati in ottuse spese ordinarie.
Morale ora ci ritroviamo un comune con decine e decine di case ancora da completare, invendute (c'è chi parla di 200 in vendita solo a Salice), senza infrastrutture, sensa un serio piano viabilistico e dei rumori, con una inflazione di case, casine e casette di dubbio gusto che abbassano il valore di tutto il resto, senza verde pubblico (solo il parco termale che tuttavia è privato) e con spese ordinarie praticamente incontrollabili e quasi incomprimibili.
Fra poco dovrà essere redatto ed approvato il PGT, il Piano di Governo del Territorio. Lo dovrà redarre (per aver vinto una gara d'appalto) l'architetto Bosi, professionista esterno influentissimo deus ex machina dell'ufficio tecnico, in specie nella passata amministrazione.
Speriamo bene.

Edifici eco sostenibili, non colate di cemento

di Giorgio Boatti
Non contente di aver squassato equilibri, rubato bellezza, seminato il futuro di problemi e conflittualità che verranno alla luce, le scelte urbanistiche sbagliate hanno l'abitudine di reiterarsi.
Ovvero lasciano trascorrere il tempo necessario affinché l'amnesia collettiva faccia il suo lavoro e poi, rivestite con nuovi abiti e accompagnate da nuovi sponsor, eccole che ribussano alla porta. Adesso sono i Pgt, i piani di governo del territorio in definizione da parte dei Comuni per la presentazione in Regione, a fare spesso da "padrini" a un crescendo di cementificazioni che stanno facendo di questa Provincia di Pavia la capofila del consumo di territorio in tutta la Lombardia. Secondo i dati pubblicati da questo giornale nei prossimi cinque anni ben 7800 ettari, vale a dire la bellezza di oltre 150 metri quadri per abitante, saranno occupati da nuove colate di cemento. Non contenti della urbanizzazione selvaggia - quella che nello scorso decennio ha costruito, a corona dei grandi centri della Provincia e nello stesso capoluogo, ben più abitazioni di quanto fossero collocabili dal mercato - adesso si punta a nuovi insediamenti. Prevalentemente logistica e capannoni come quelli che ad esempio - chi si arrampica sui crinali che dominano Stradella - può vedere, con un solo colpo d'occhio, a ridosso dell'ex-capitale della fisarmonica. Quasi che la nuova musica da far risuonare da quelle e in altre parti fosse possibile su un solo spartito: quello degli oneri di urbanizzazione che alleviano momentaneamente bilanci comunali ma alla lunga snaturano l'equilibrio di un territorio. Emblematico anche il tam tam di voci che stanno girando attorno alla nuo ......
..... invece il tema di una radicale bonifica di quei terreni viene regolarmente glissato. E non a caso: costruire e cementificare è più facile che bonificare seriamente aree, riutilizzare con nuove modalità e funzioni edifici, anche industriali, dismessi.
..... pur davanti a scelte di risparmio energetico che ormai si impongono a tutto Paese, da noi si dilaziona ancora l'esigenza di metter mano al patrimonio edilizio esistente proprio in funzione di ristrutturazioni che - usando tecnologie, materiali, professionalità disponibili ormai ampiamente anche in questa provincia - abbattano i consumi elettrici, le dispersioni di calore, incrementino la vivibilità delle case abbattendo consumi, inquinamento e isolando rumori. Le frontiere di intervento che i Pgt dovrebbero indicare non stanno in ulteriori cementificazioni ma nel recupero ecologico e di qualità del patrimonio edilizio pubblico e privato. Questa, non la cementificazione, è la strada che può incentivare vivibilità, attività produttive avanzate, nuova e qualificata occupazione.

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