E' arrivata la risposta alla mia interpellanza presentata sulla infelice posizione assunta dall'amministrazione per vietarmi di registrare gli interventi dei consiglieri comunali duranti i consigli tenuti, come di norma, pubblicamente. Nella diffida inviatami si ricorderà che era stata scritta la falsità che “e che è disponibile a cederlo dietro a un versamento” mentre io avevo scritto che chi poteva e voleva avrebbe potuto fare un versamento a Medici senza Frontiere a puro titolo di liberalità.
Per appurare la illegittimità del comportamento dell'amministrazione avevo anche scritto all'autority deputata alle vicende inerenti la privacy (che io avrei violato con la registrazione, come se avessi carpito discorsi privati dei consiglieri e non discorsi ufficiali fatti in pubblico durante una assemblea che la legge impone essere pubblica) ricevendo una risposta sostanzialmente in linea con la mia tesi.
Mi giunge ora la risposta all'interpellanza. In essa appare la patetica figura di chi cerca in ogni modo di sostenere una tesi per puro punto d'impegno, senza rendersi conto che rischia di fare peggior figura di chi ammette semplicemente di essersi sbagliato. Ammettere i propri errori è segno di intelligenza, non di debolezza mentre insistere in tesi astruse, inviluppandosi in ragionamenti contorti, è segno solo di presuntuoso eccesso di sé. Nella risposta si arriva a citare il mio stesso blog (evidentemente l'amministrazione lo consulta regolarmente) e a inventare la panzana che le registrazioni sarebbero "... destinati alla comunicazione sistematica ...". Come da me previsto si cita il diritto costituzionale della stampa di informare, ma non si cita la altrettanto costituzionale pubblicità dei consigli comunali.
Nella risposta si glissa sul fatto che l'amministrazione era perfettamente a conoscenza che da anni effettuavo registrazioni nei consigli comunali per averne fatto uso sia il sindaco, sia il vice sindaco.
Una situazione veramente comica, nella quale una amministrazione cerca di rimediare, cercando di censurare, a delle infelici affermazioni fatte dal vice sindaco che, a corto di argomentazioni per affermare la sua capacità di seguire la vicenda Terme, pensa di rimediare alzando il tono dello scontro con illazioni destituite di fondamento e offensive.
Questo arrampicarsi sugli specchi per trovare una giustificazione plausibile ad un atteggiamento errato, usando via via affermazioni sempre più assurde, in Veneto viene sintetizzato nel proverbio "Pèso el tacòn del sbrego"
venerdì 13 aprile 2012
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Se non ricordo male il garante faceva espresso riferimento ad un eventuale regolamento comunale per la gestione della privacy relativa alla diffusione delle audizioni pubbliche. Il sindaco non ne fa cenno: come mai? Avrà avuto vergogna di ammettere che il regolamento non è mai stato emanato e quindi non c'è un divieto formale. Il tono della lettera sembra essere il tanto famigerato "politichese" dal quale non si evince la posizione chiara di chi scrive, si o no! Sarà stato interpellato, e magari pagato, un avvocato per predisporre un testo non attaccabile, ma neanche deciso al tempo stesso. Non c'erano gli argomenti a supporto!!
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