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mercoledì 8 settembre 2010

8 settembre 1943



L'8 settembre 1943 segnò l'inizio della fase più cruenta dell'ultima guerra in Italia.
67 anni or sono mio padre fu deportato in Germania (come altri 600.000 militari) dove rimase per due anni, patendo infinite traversie e rischiando molte volte di essere ucciso.
Anche per questo mi ha causato dolore l'iniziativa della nostra pro loco di organizzare, domenica scorsa, una rievocazione agiografica dell'ultimo conflitto.
Persone che in divisa dell'epoca pattugliavano, fucile in spalla, le vie di Salice mi han ridestato ricordi di avvenimenti che fortunatamente non ho vissuto, ma dei quali sono stato testimone indiretto.
Nessuna preoccupazione di inquadramento storico, solo uno sciocco (permettemi l'aggettivo) spirito di collezionista di armi, veicoli, divise che sono state testimoni di grandi dolori e lutti.
Un modo estremamente superficiale di affrontare vicende che hanno segnato dolorosamente la vita di milioni di italiani.
Non credo che queste siano le manifestazioni di cui abbiamo bisogno.

Questo il testo del famoso comunicato del maresciallo Badoglio, in fuga verso Brindisi con la famiglia reale lasciando il Paese allo sbando e alla mercè delle truppe tedesche:
« Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza »


vedi su Wikipedia

Nella foto la lapide esposta nel comune di Udine e prima pagina del CdS dell'epoca

3 commenti:

  1. Come non condividere l'indignazione di Sorrentino
    nell'esprimere dolore e rabbia per ciò che molti Salicesi sono stati,loro malgrado,costretti ad assistere,domenica 7 c.m. di mattina ,nel centro di Salice.
    Una parata di" pagliacci" vestiti da "militari"d'epoca che impettiti nelle loro divise e tronfi di ciò che andavano rappresentando,marciavano come delle marionette
    per il centro di Salice.
    Se questo è il massimo che la pro-loco di Salice,
    dopo i mercatini "questo l'ho fatto io",è in grado di proporre....b'è non ho parole,mi auguro solo qualcuno con un pò di( buon-senso )vi ponga fine con idee ed iniziative non mortificanti come quelle attuali.
    Luciano.

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  2. Non capisco l'indignazione, alla fine è solo una rappresentazione storica come ve ne sono tante. Capisco che il ricordo sia più vicino di altre situazioni storiche che spesso e volentieri vengono rappresentate, e senza indignazione, però anche quel periodo fa parte della storia e la storia non va dimenticata, anche se può far tornare in mente un periodo brutto, credo, non solo per chi ha avuto il padre deportato, ma per chiunque. Il quattro novembre festeggiamo la fine della prima guerra ma soprattutto festeggiamo "la vittoria". Se abbiamo vinto, allora va tutto bene? In molti paesi europei, quanto assistito la scorsa domenica, viene rappresentato quotidianamente, per la strada ed in luoghi fissi, ma nessuno si indigna. Indignamoci per il presente e non per il passato, specialmente se il passato, anche se brutto, viene rappresentato da divise d'epoca, armi d'epoca ed automezzi d'epoca, che poi è quello che la gente ha curiosamente ammirato, senza pensare a nulla più.
    Saluti

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  3. Talmente convinto delle proprie opinioni da non firmarsi ?
    Comunque, come diceva Don Abbondio sul coraggio " o si ha o non ci si può dare", la sensibilità non è dote comune a tutti.
    Non è una novità, purtroppo.

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