martedì 1 febbraio 2011
Weisz, un ricordo per la Giornata della Memoria
Leggo su La Provincia di ieri lunedì una bella lettera inviata al giornale da un certo Bottiroli che non conosco.
La riporto qua di seguito:
"Roberto Bottiroli Pavia - LA SHOAH - Weisz, un storia dimenticata in fretta
Anche questa, a suo modo, è una storia di Shoah. Árpád Weisz era ebreo, di mestiere faceva il giocatore prima e il mister-talentscout poi, ma soprattutto è morto ad Auschwitz nel 1944. Mentre l’Italia firmava le leggi contro gli ebrei era all’apice della sua carriera fra stadi e panchine. Era il 1938 e, mentre il fascismo varava le sue direttive razziali, lui faceva esultare spalti e tifosi. Ha visto morire la moglie e i due figli sotto le torture e le vessazioni naziste, si è spento in uno dei campi di sterminio tristemente più noti. Weisz, ungherese di nascita e un po’ italiano d’azione, è stato un pezzo di storia del nostro pallone. Ha giocato nell’Inter, nel Padova, nella nazionale ungherese. Poi si è messo a scoprire talenti del calibro di Giuseppe Meazza. Di scudetti ne ha vinti tre: uno con l’Inter nel 1929-30, due con il Bologna nel 1935-36 e 1936-37. Di lui si dimenticarono in fretta: era ebreo, doveva andarsene. Da tempo nessuno è stato mai capace di ricordarlo: non l’Inter, non il Bologna, non il calcio italiano, non c’è stato nemmeno un minuto di silenzio in sua memoria. Ricordiamolo almeno oggi: in silenzio e con commozione assieme alla sua famiglia."
Il 24 gennaio 2010 era Il Corriere della Sera a ricordarsi di Weisz.
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